Divieto plastica monouso: ecco cosa non si potrà più acquistare da oggi in Italia
Scatta oggi, 14 gennaio 2022, il divieto plastica monouso, come da direttiva europea. Ecco la lista dei prodotti banditi in Italia.
Fonte immagine: Foto di meineresterampe da Pixabay
Il 50% dei rifiuti gettati in mare è costituito da plastiche monouso. Lo ha reso noto il WWF proprio oggi, venerdì 14 Gennaio 2022, nel giorno in cui in Italia entreranno in vigore le regole in merito al divieto di utilizzo della plastica monouso stabilite dalla “Direttiva europea Sup” (Single use plastic) 2019/904.
Secondo le nuove indicazioni, a partire da oggi dovranno essere messi al bando tutti i prodotti di plastica usa e getta che ogni giorno inquinano il nostro Pianeta mettendo a rischio la vita di tanti animali, a cominciare da quelli che popolano i mari e gli oceani.
Cosa si intende per plastica monouso?
Prima di vedere quali saranno gli oggetti e gli accessori messi al bando in base alla nuova normativa, vediamo però cosa si intende per “prodotto in plastica monouso”. Viene così definito un prodotto realizzato (interamente o anche solo parzialmente) in plastica e che viene usato per un periodo di tempo limitato, fatta eccezione per i prodotti in polimeri naturali non modificati chimicamente.
Secondo le statistiche, ad oggi ben l’80% della spazzatura che si trova sulle spiagge d’Europa è costituita da plastica. Il 50% di questa è composto da plastiche monouso, mentre il 27% è composto da oggetti e rifiuti legati alla pesca (come ami, esche finte e fili), spesso gettati in mare o persi dai pescatori.
Verso un’economia circolare e sostenibile
L’inquinamento da plastica, per molto tempo considerato un problema di poco conto, rappresenta in realtà una vera e propria emergenza climatica. Ed è per far fronte a questa drammatica situazione che, da oggi, non saranno più immessi sul mercato numerosi prodotti e accessori di plastica.
L’abolizione della plastica monouso riguarderà, ad esempio, prodotti come piatti di plastica, cannucce, bicchieri usa e getta e molti altri accessori ai quali dovremo rinunciare, per il bene degli ecosistemi marini, della biodiversità e della salute del genere umano.
Un simile cambiamento nasce dall’intento di promuovere una transizione verso “un’economia circolare” fatta di modelli imprenditoriali e prodotti sostenibili.
Stop a bicchieri e piatti di plastica: gli oggetti vietati a partire da oggi
Per fare chiarezza, di seguito segnaliamo la lista dei prodotti interessati dallo stop stabilito dal nuovo decreto legislativo 196, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 30 novembre scorso, in favore di materiali green e sostenibili per l’ambiente. Il divieto riguarda:
- Posate (forchette, coltelli, bacchette e cucchiai)
- Bastoncini cotonati, ovvero i famosi cotton fioc
- Piatti
- Cannucce
- Miscelatori per bevande e cocktail
- Borse di plastica
- Aste per il sostegno dei palloncini
- Contenitori e tazze in polistirene espanso (con relativi tappi e coperchi)
- Prodotti in plastica oxo-degradabile, e cioè quelle materie plastiche che contengono additivi che, attraverso l’ossidazione, provocano una microframmentazione o una decomposizione chimica.
A questa lista si aggiunge la norma del decreto legislativo 196/21 che impone una riduzione del consumo di tazze, bicchieri (con relativi tappi e coperchi) e contenitori per gli alimenti che vengono consumati sul posto (o da asporto), direttamente dal recipiente, senza il bisogno di un’ulteriore preparazione. Fra questi, ad esempio, rientrano i recipienti usati per le insalate pronte, frutta o dolci.
Italia: sì alla plastica biodegradabile e compostabile
A quanto sembra, la nuova normativa sul divieto della plastica monouso non interesserà, almeno in Italia, i prodotti monouso in plastica biodegradabile e compostabile, per i quali è stata fatta un’eccezione che non è passata inosservata. Non è difficile, infatti, considerare una simile deroga come un modo per aggirare il divieto stabilito dall’Europa e rallentare così la progressione del nostro Paese verso un consumo più consapevole e green.
In base alla norma comunitaria, infatti, tali prodotti dovrebbero essere vietati al pari delle stoviglie di plastica monouso derivata da petrolio e gas fossile.
Fra le eccezioni tutte italiane rientra anche quella che riguarda l’esclusione dei prodotti con rivestimento in plastica con un peso inferiore al 10% dell’intero prodotto. Stiamo parlando, ad esempio, di piatti, bicchieri e contenitori rivestiti in plastica.
Il commento di Greenpeace Italia
Inequivocabile e condivisibile è il parere dell’ambientalista Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace Italia. In una nota, Ungherese ha così commentato le disposizioni e le eccezioni tutte italiane:
La nuova legge europea rappresenta un’importante vittoria per l’ambiente e un primo passo importante per contrastare l’abuso di plastica usa e getta, ma l’Italia conferma ancora una volta di avere un approccio miope che favorisce solo una finta transizione ecologica. La direttiva offriva l’opportunità di andare oltre il monouso e la semplice sostituzione di un materiale con un altro, promuovendo soluzioni basate sul riutilizzo. Un obiettivo che è stato volutamente ignorato dal nostro Paese. Ci auguriamo che nelle prossime settimane l’Europa imponga al governo italiano le modifiche necessarie affinché prevalga la tutela dell’ambiente e della collettività anziché i meri interessi industriali.
Divieto plastica monouso: le sanzioni per chi viola le regole
Cosa rischia chi non rispetta il divieto imposto in merito alla plastica monouso? Le nuove regole antiplastica nascono con l’intento di sostenere e favorire un’economia circolare e rispettosa per il Pianeta. Una violazione – ovvero la vendita di prodotti in plastica usa e getta – potrebbe comportare delle sanzioni amministrative piuttosto salate. Le multe andranno infatti dai 2.500 ai 25.000 euro.
Saranno inoltre previste delle campagne di sensibilizzazione e maggiori agevolazioni per lo smaltimento dei rifiuti.
Tuttavia, i cambiamenti non saranno esattamente tempestivi. Esercenti e produttori avranno infatti la possibilità di usare le scorte esistenti fino al loro esaurimento. Ciò a patto che riescano a provare l’effettiva immissione sul mercato in data antecedente rispetto a oggi, 14 gennaio 2022.