Dieta vegana contro i tumori: il servizio de Le iene fa discutere
Le polemiche suscitate dal servizio delle Iene sul rapporto fra alimentazione e cancro con riferimento alla dieta vegana: cosa c’è di vero.
Un servizio de Le Iene accende la polemica sui tumori e sulle modalità di cura. E le prese di posizione sono già molto accese, soprattutto sui social network, tra sostenitori e detrattori del programma di Italia 1.
Lo scorso mercoledì, la trasmissione ha mandato in onda un servizio sulla possibile correlazione tra alimentazione vegana e cancro: la storia è quella di Antonio, un uomo colpito diverse volte dal tumore – prima ai polmoni e poi al cervello – si dice guarito grazie all’esclusiva alimentazione vegetale. E sul Web è scoppiato il caos. È davvero plausibile, la dieta vegana può curare una patologia così complessa e spesso letale come il tumore?
Il trascorso medico di Antonio non è semplice da sintetizzare, perché spesso un calvario di dolore così come accade a tutti i malati di cancro. Nel 2003 viene trovato un tumore al polmone destro, a cui segue un intervento di rimozione, a quanto sembra riuscito. Nel 2009 si verifica nel polmone sinistro, quindi di nuovo operazione e ciclo di chemioterapia e, come se non bastasse, l’anno successivo viene scovata una metastasi al cervello. Stanco di tutto il percorso clinico, compresa una radioterapia, Antonio decide di affrontare il suo destino e di non sottoporsi ad altre cure. Finché il figlio pare abbia trovato in Rete un documento, The China Study di T. Collin Campbell, che spiega i vantaggi della dieta vegana sui malati di cancro. Così Antonio inizia una dieta esclusivamente vegetale e la metastasi, così dice il servizio, sarebbe regredita spontaneamente.
La redazione de Le Iene raggiunge quindi l’oncologa del signor Antonio, decisa a non apparire in video, la quale spiega come quello del ex malato non sarebbe un caso isolato, anche perché bisognerebbe tenere in debito conto come l’uomo si sia sottoposto, prima di scegliere un regime vegano, a un ciclo di radioterapia. La regressione sarebbe quindi da imputare a questa cura, sebbene alimentarsi bene aiuti il fisico a combattere qualsiasi patologia, così come sarebbe evidente anche dal caso di un’altra paziente citata con un percorso simile ad Antonio, seppur quest’ultima non abbia modificato la sua alimentazione. Pur non escludendo la portata della dieta veg, l’oncologa spiega come in medicina si analizzino i dati e la statistica prima di parlare di cura e terapia, perché un singolo caso non può ovviamente essere universale. La trasmissione chiede quindi il parere di Michela De Petris, medico chirurgo esperta in oncologia nonché membro del Comitato medico scientifico dell’Associazione Vegetariana Italiana, della Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana e dell’Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale. La dottoressa sottolinea come una dieta ricca di proteine animali possa infiammare i tessuti, rendendoli quindi meno idonei a combattere un tumore, ed elogia le diete vegetariane e vegane perché salutari e utili all’organismo.
Appare evidente come si sia nel campo nella probabilità e del sostegno, entrambe le esperte spiegano come la dieta possa aiutare, ma dalla semplice constatazione alla rinuncia di un percorso clinico canonico il passo è forse più lungo della gamba. Tant’è che i social network si sono scatenati, sia a favore che contro Le Iene, sebbene il sentimento condiviso sia che argomenti medici tanto delicati non possano essere affrontati in un contesto televisivo di pochi minuti. E il programma cade di nuovo al centro delle critiche terapeutiche, tanto che c’è già chi parla di “nuovo caso Stamina”. In merito alla querelle che si è sollevata, inoltre, la Direzione Sanitaria dell’Ospedale San Raffaele ha deciso di diramare un comunicato stampa:
L’IRCCS Ospedale San Raffaele, in riferimento al servizio “Alimentazione e malattie. La storia del tumore guarito di Antonio”, in onda durante la trasmissione Le Iene (Italia 1, mercoledì 5 marzo), dichiara che nessuno studio in tal senso è in corso presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele e osserva che ad oggi non esiste alcuna dimostrazione del valore della dieta come terapia oncologica. Alcune attenzioni dietetiche possono avere ruolo e spazio nell’inquadramento generale di una terapia oncologica come di terapie per altre malattie, ma nella pratica clinica nessuna dieta può sostituirsi alla chirurgia, alla radioterapia e ai farmaci nel curare i tumori. L’IRCCS Ospedale San Raffaele precisa inoltre che la dr.ssa Michela De Petris è consulente dell’Ospedale dove svolge attività ambulatoriale in ambito nutrizionistico. La dottoressa, nell’intervista, ha tuttavia espresso opinioni personali. L’Ospedale puntualizza che il caso clinico oggetto del servizio si riferisce ad una persona che non è stata seguita dalla dr.ssa De Petris presso il San Raffaele, ma in altre strutture sanitarie.
In definitiva, per sapere se la dieta vegana influisca o meno sui tumori serviranno lunghi e approfonditi studi, perché il singolo caso non è sufficiente per elaborare un percorso terapeutico universale. I pazienti sono quindi invitati alla cautela in attesa di ulteriori informazioni, indipendentemente dal tam-tam mediatico già sorto e probabilmente destinato a crescere.