Dieta a punti: pro e contro dell’alimentazione legata ai numeri
Come funziona la dieta a punti e come calcolare le dosi: ecco una guida su cosa sapere, come dimagrire, i vantaggi e gli svantaggi del regime alimentare.
La dieta a punti è un programma dimagrante nato negli anni ’70 dal dottor Razzoli e promette di far perdere circa un chilogrammo di peso alla settimana, proponendo una tabella di alimenti suddivisi in base ai punti. Ecco come funziona, come calcolare i punti e perché è stata criticata più volte dagli esperti.
Come fare una dieta a punti
Questa dieta si basa sull’assegnazione di un punteggio a ogni tipo di alimento: chi la segue può mangiare quello che vuole a patto di non superare il punteggio ammesso quotidianamente. Per dimagrire il totale da rispettare durante la giornata è di 24-30 punti per una donna e di 26-35 punti per un uomo, con un totale che varia a seconda del peso. Meno si pesa, meno punti si dovranno calcolare.
È indispensabile dunque riuscire a organizzare i pasti nell’arco della giornata per non rischiare di restare senza punti a cena, e di andare dunque a letto a pancia vuota. Ci sono alimenti da 0 punti, da 1 punto, da 3 punti e da 4 punti, tuttavia sul numero giornaliero vi sono diverse opinioni e da diversi esperti il limite minimo è considerato troppo basso.
Come calcolare i punti degli alimenti
La dieta a punti si basa sul programma americano Weight Watchers e divide gli alimenti in quattro grandi gruppi, come segue:
- Alimenti da 0 punti: verdure come sedano, pomodoro, carote, zucca, cipolle, indivia, carciofi, asparagi, spinaci, mais, melanzana, fagioli, scarola, cavolfiore; frutta come fragole, melone, pompelmo, arance, cocomero, kiwi, ananas, fragoline di bosco, ribes, mela, nespole, lamponi, albicocche, mandarini; tè, caffè, acqua e tisane;
- Alimenti da 1 punto: ciliegie (più di 10), succo di frutta, mango, banana, uva, melograno, albicocche, fichi; alcolici; condimenti come olio, maionese, burro e margarina; carne come tacchino, prosciutto cotto, bresaola; cozze e gamberetti; 2 yogurt, latte condensato, formaggio da fondere e latte scremato; cereali integrali, patate (ogni 100 grammi), una fetta di pane fresco o tostato, 2 gallette di riso e 2 biscotti integrali;
- Alimenti da 3 punti: vino, birra, legumi cotti, piselli, tacchino, vitello e petto di pollo, pesce come tonno, baccalà, merluzzo, gamberi e orate; yogurt alla frutta e formaggio bianco; 120g di riso, 50g di pane, 2 cucchiai di cereali, 100g di pasta con verdure e purè di patate; uova, cioccolato (mezza tavoletta), marmellata e dolci.
- Alimenti da 4 punti: insaccati, vitello, manzo, tonno fresco, trota, gelato, formaggi, pasta sfoglia e pasta fresca.
Non c’è dunque alcun menu particolare ma è possibile comporre i propri pasti a piacimento a patto di rispettare i punti limite quotidiani.
L’importanza dell’attività fisica per il dimagrimento
I punti si attribuiscono anche all’attività fisica, infatti una passeggiata lunga vale 2 punti mentre mezz’ora di corsa vale 5 punti. Per tale motivo è assolutamente consigliato svolgere ogni giorno un po’ di allenamento fisico, che non solo permette qualche extra a tavola ma facilita anche il dimagrimento e permette ai muscoli di mantenersi tonici.
Pro e contro della dieta a punti
La dieta a punti promette di far dimagrire e al contempo di tonificare il proprio corpo fino a raggiungere gli obiettivi prefissati, ma al contempo è molto difficile da seguire senza l’aiuto di un esperto, dato che è molto facile sbagliare il calcolo dei punti. Se seguito correttamente, questo programma promette di far perdere un chilo a settimana e rappresenta dunque una buona dieta dimagrante, inoltre lascia molta libertà nella scelta del menu: questo è chiaramente un gran vantaggio rispetto ad altre diete.
Questa libertà però ha delle controindicazioni che non vanno sottovalutate: il fatto che ognuno di noi possa scegliere cosa mangiare rappresenta un rischio, perché qualcuno potrebbe fare una dieta iperproteica, o ricca di cibi troppo grassi o comunque poco equilibrata. Sono infatti molte le critiche pervenute in merito alla dieta a punti, dato che tende a privilegiare un menu proteico (low-carb) anziché alimenti contenenti carboidrati; ciò può provocare stanchezza e diverse carenze nutrizionali.