Dieta meno varia per i bambini, colpa dei cambiamenti climatici
Dieta poco varia per i bambini sottoposti ai cambiamenti climatici, a rischio il loro sviluppo fisico e psicologico: lo svela un nuovo studio.
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I cambiamenti climatici potrebbero presto limitare la dieta dei bambini, soprattutto nei Paesi meno ricchi. E con un’alimentazione meno varia e salutare, a rischio è lo sviluppo fisico e psicologico dei più piccoli. A rivelarlo è un nuovo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Environmental Research Letters e condotto dall’Università del Vermont, in collaborazione con centri di ricerca in tutto il mondo.
Le modifiche al clima e l’arrivo di fenomeni atmosferici sempre più estremi potrebbero alterare i raccolti e la varietà di pietanze coltivate. I soggetti maggiormente a rischio da una dieta povera di nutrienti sono proprio i bambini, i quali necessitano di un’alimentazione il più possibile ricca affinché il loro normale sviluppo venga assicurato.
Cambiamenti climatici e dieta dei bambini
I ricercatori hanno analizzato i dati di salute e le abitudini alimentari di 107.000 bambini, di età compresa tra i 5 e i 19 anni, provenienti da sei regioni in Africa, Asia e America Latina. Le zone incluse nella ricerca sono state scelte in base alla frequenza di fenomeni atmosferici avversi e alla condizione socio-economica a cui questi ragazzi sono legati.
Gli esperti hanno quindi analizzato le informazioni raccolte avvalendosi di tecniche statistiche avanzate, divedendo i dati in due grandi cluster di variabili. Il primo è relativo alle condizioni agro-economiche che caratterizzano l’ambiente in cui il bambino è inserito, come ad esempio la quantità di alberi presenti nell’area di vita o la distanza necessaria da percorrere per raggiungere fonti di acqua potabile. Il secondo è invece stato incentrato sulle variabili climatiche, come le alterazioni delle temperature ambientali nel lungo termine, la modifica delle precipitazioni negli ultimi 30 anni e molto altro ancora.
A questo punto, i ricercatori hanno assegnato un punteggio di “varietà alimentare” a ogni singolo individuo, in una scala da 1 a 10, in relazione al gruppo di cibi a cui i bambini hanno avuto accesso prima di essere sottoposti a una survey. È quindi emerso che, dove le temperature già subiscono una forte crescita a causa dei cambiamenti climatici, si registrino già anomalie a breve termine nelle possibilità di approvvigionamento di cibi vari. Allo stesso modo, però, l’aumento delle precipitazioni è associato a una maggiore varietà alimentare l’anno successivo, soprattutto se le piogge colpiscono zone solamente affette da siccità.
Lo studio evidenzia come, in linea generale, il cambiamento climatico abbia un impatto importante sulle coltivazioni e, di conseguenza, il fenomeno deve essere preso in considerazione nelle misure politiche a tutela dell’infanzia. Dove le modifiche del clima mostrano già la loro forza, i più piccoli hanno meno accesso ad acqua potabile, a frutta e verdura quotidiana, limitando la loro nutrizione unicamente a quelle pietanze che hanno saputo adattarsi meglio all’aumento delle temperature. Si ottiene così una dieta che non fornisce tutti i nutrienti di cui i più piccoli hanno bisogno e che, nel lungo periodo, potrebbe portare anche a importanti problematiche di salute. Così ha spiegato Brendan Fisher, uno dei co-autori dello studio:
Più evidenze raccogliamo, più facile sarà convincere i politici a supportare il lavoro di contrasto a questi problemi complessi.
Fonte: EOS