Dieta ipokaliemica: cosa mangiare col potassio alto
La dieta ipokaliemica è un regime alimentare pensato per chi soffre di potassio alto nel sangue. Ma vediamo quali sono i cibi da evitare e quelli adatti.
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La dieta ipokaliemica è un regime alimentare a basso contenuto di potassio, pensato per chi soffre di iperkaliemia: chi ha valori di potassio più alti rispetto a quelli considerati “normali” per rimanere in salute.
Ma cosa fa aumentare il potassio nel sangue? E quali sono i cibi che invece ne sono poveri? Approfondiamo l’argomento.
Che cos’è l’iperkaliemia
Con tale termine medico si intende un eccesso di potassio nel sangue, al contrario di una ipokaliemia, che invece definisce una carenza del minerale. Tali condizioni possono essere diagnosticate attraverso un semplice esame ematico.
Il potassio aiuta a trasportare i segnali elettrici alle cellule del corpo. È infatti fondamentale per il corretto funzionamento delle cellule nervose e muscolari. Contribuisce, inoltre, alla regolazione dell’equilibrio dei fluidi e dei minerali all’interno e all’esterno delle cellule.
Ma sia una carenza sia un eccesso di questo elemento possono provocare disturbi alla contrazione muscolare, anche a livello del miocardio, stanchezza muscolare, difficoltà respiratorie, gambe pesanti.
In quanto alle cause, queste possono avere origine in un disordine alimentare o in una terapia farmacologica. L’iperkaliemia può avere origine da patologie, come diabete non compensato o insufficienza renale. Ma anche e semplicemente da una dieta non equilibrata.
Iperkaliemia: trattamento
Per trattare l’iperkaliemia è consigliata una dieta povera di potassio. L’apporto del minerale attraverso l’alimentazione non supera di norma i 4000-5000 mg/die. Dei reni ben funzionanti in genere permettono lo smaltimento del potassio in eccesso.
Nel caso in cui, per l’assunzione di determinati farmaci o per un malfunzionamento renale, ciò non avvenga, i malesseri sperimentati potrebbero essere debolezza, rallentamento del battito cardiaco e aritmie. Anche se non ci sono, ad oggi, evidenze scientifiche che provano l’insorgenza di sintomi in soggetti adulti e sani.
Potassio, valori ottimali
Normalmente, i valori ottimali di potassio nel sangue sono compresi tra 3,4 e 5,2 mmol/l, mentre quelli delle urine delle 24 h devono rientrare tra 30 e 90 mmol/l. Quantità inferiori o di molto superiori possono risultare pericolose per la propria vita.
E, pertanto, richiedono un intervento, che nei casi più preoccupanti può richiedere cure urgenti. Quando la situazione è più gestibile, invece, l’emergenza può rientrare seguendo un particolare tipo di alimentazione.
Dieta ipokaliemica, cosa mangiare
Viene da sé che la dieta ipokaliemica sia un regime alimentare a base di cibi poveri del minerale. Ricordiamo che il fabbisogno giornaliero di potassio è di 2.320 mg per le donne e 3.016 mg per gli uomini. Sono rare, al giorno d’oggi le carenze, vista la disponibilità di alimenti presenti in frigo e dispensa, mentre gli eccessi possono essere più frequenti, specie in caso di eccessiva sudorazione e uso di diuretici.
Date le premesse, se vi state chiedendo cosa mangiare nell’ambito di una dieta ipokaliemica, bisogna puntare sugli alimenti poveri di potassio, in modo da sopperire a tale eccesso. Questo è presente, in piccole o grandi quantità, in tutti gli alimenti. Si trova in modo particolare nelle verdure e negli alimenti vegetali freschi in genere. Tra questi spiccano i legumi.
Alimenti ricchi di potassio da evitare
Alla domanda, “Qual è l’alimento che contiene più potassio?” molti di noi risponderebbero la banana. Questa – nonostante non sia l’alimento più ricco in assoluto del minerale – ne contiene 350 mg ogni 100 g di parte edibile.
Sempre alla categoria della frutta con potassio appartengono avocado, kiwi e ribes. In quanto alla frutta secca, tutti sappiano come mandorle e potassio rappresentino un binomio indissolubile, ma anche pistacchi e noci non sono da meno.
Se 100 grammi dei primi ne apportano 780 mg, 100g delle seconde ne contengono 632mg. Ciò non vuole dire che sia necessario evitare del tutto la frutta secca. Ricordiamo però che non solo è un alimento carico di potassio, ma è anche piuttosto calorico, per cui si consiglia di non eccedere.
Tra gli ortaggi più ricchi di potassio si annoverano gli spinaci, i cavolini di Bruxelles, i finocchi ed i carciofi. Tali vegetali hanno un contenuto di potassio compreso tra 570 e 376 mg/100 g. Il primato in fatto di contenuto del minerale spetta però ai legumi. Si tratta dei cibi in assoluto più ricchi di potassio. Tanto per fare un esempio, i fagioli ne contengono 1445 mg su 100 g, le lenticchie 980 mg, i ceci 881 mg.
In una dieta ipokaliemica andrebbero anche limitate le bevande contenenti caffeina, come caffè e tè, ma anche il cacao.
Quali sono i cibi poveri di potassio?
Alimenti che, di contro, sono consentiti, sono:
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Frutti a basso contenuto di potassio:
- Mele (anche succo di mela e salsa di mele)
- More
- Mirtilli
- Uva e succo d’uva
- Mandarini
- Pesche
- Pere
- Succo di ananas e ananas
- Prugne
- Lamponi
- Fragole
- Anguria
Verdure a basso contenuto di potassio:
- Germogli di erba medica
- Asparagi cotti
- Broccoli cotti
- Cavolo cotto
- Carote cotte
- Cavolfiore cotto
- Sedano
- Mais
- Cetriolo
- Melanzana
- Fagiolini lessi
- Lattuga
- Funghi bianchi (crudi)
- Cipolla
- Prezzemolo
- Piselli verdi
- Peperoni
- Ravanelli
- Castagne d’acqua
- Crescione
- Zucca gialla
- Zucchine
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Altri alimenti a basso contenuto di potassio:
- Pane non integrale
- Pasta non integrale
- Riso
Dieta ipokaliemica, consigli
Ci sono dei fattori da tenere a mente quando si segue una dieta ipokaliemica. In primo luogo, la verdura andrebbe consumata cotta per ridurre la presenza di potassio. Un altro metodo è quello dell’ammollo in acqua tiepida di zucche, patate e ortaggi a pasta densa.
Sbuccia la verdura e sciacquala in acqua tiepida, quindi tagliarla a fette spesse mezzo centimetro. Sciacqua nuovamente le fette e lasciale a bagno in acqua per 2 ore. Una volta finito l’ammollo, sciacqua di nuovo con acqua tiepida e cuoci normalmente.
In più, ricorda:
- La percentuale di potassio negli alimenti diminuisce quando li priviamo della loro buccia
- L’assorbimento del potassio da parte del nostro organismo avviene nel duodeno e nell’intestino
- La sua eliminazione dal corpo passa invece attraverso le urine.
Come misurare il potassio
Per misurare la quantità di potassio nel sangue bisogna eseguire il test della kaliemia. Per verificarne la quantità nelle urine si ricorre invece al test della kaliuria. Si raccoglie l’urina delle 24 ore in un contenitore apposito e si fa analizzare presso un laboratorio.
Misurare il potassio a casa non è così semplice, bisogna preferire i laboratori medici specializzati e sentire sempre il parere del medico.
Dieta ipokaliemica: conclusioni
Ricordiamo come ad un’alimentazione a base di alimenti ricchi di potassio sia legato il rischio di insufficienza renale. Per controllare quest’ultima, infatti, è importante tra l’altro modificare la propria dieta abituale con una alimentazione a ridotto apporto non solo di potassio, ma anche di proteine, sodio, fosforo.
Chi soffre di problemi renali deve prediligere alimenti poveri di potassio per evitare che questo elemento si accumuli nel sangue e provochi conseguenze pericolose per la salute. Ma bisogna anche prestare attenzione al sodio: quali sono gli alimenti ricchi di quest’ultimo?
La sua fonte principale, perlomeno nell’alimentazione è il sale che utilizziamo per cucinare i nostri piatti. Ma si trova abbondantemente anche nei salumi, negli insaccati e nei formaggi.
Controindicazioni della dieta povera di potassio
Di contro, per seguire una dieta ipokaliemica è necessario che ci sia in corso un effettivo eccesso di potassio nel sangue e che sia il medico curante a suggerircela. Le carenze nutrizionali di questo minerale possono infatti portare a sintomi quali costipazione, aritmie cardiache, nausea, debolezza e crampi muscolari.
La condizione va monitorata, specie in presenza di altre patologie in corso. Affidarsi al fai da te, come in ogni tipo di regime alimentare diverso dal solito, non è una saggia idea, perché mettiamo a rischio la salute.