Colite: cosa mangiare e cibi da evitare, dieta
La dieta per chi soffre di colite dipende dalle cause dell'infiammazione: le tipologie di disturbo, gli alimenti consigliati e quelli, invece, da evitare.
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La colite rappresenta uno dei disturbi più frequenti nella popolazione: si tratta di un’infiammazione del colon, che si può manifestare con segni anche assai diversi da persona a persona. Dolore, gonfiore, alterazione del transito e difficoltà digestive sono i sintomi più diffusi, ma come comportarsi a livello di dieta? Cosa mangiare e quali cibi invece evitare?
Il termine colite è del tutto generico e usato perlopiù a livello popolare. In realtà, può sottendere dei disturbi assai differenziati, che devono essere quindi valutati dal medico di base e, se necessario, dal gastroenterologo. Un regime alimentare mirato a ridurre i sintomi non può prescindere dall’identificazione delle cause, di conseguenza la dieta deve essere costruita attentamente sulle esigenze del singolo. I dettagli che seguono hanno pertanto solo un carattere illustrativo.
Colite: caratteristiche e sintomi
Così come già accennato, con il termine colite si intende generalmente un’infiammazione che colpisce il tessuto interno del colon, ovvero la parte finale dell’intestino. Sempre in linea generale, questo disturbo viene definito primitivo quando ha origine proprio a livello del colon, oppure secondario se le manifestazioni intestinali dipendono da altre problematiche del tratto digestivo.
Data l’ampiezza di una simile spiegazione, oggi si tende a non parlare più genericamente di colite, bensì di disturbi specifici. È il caso del Morbo di Chron, detto anche colite ulcerosa, oppure della colite pseudomembranosa dovuta a infezioni batteriche. Fino a qualche tempo fa, anche la Sindrome dell’Intestino Irritabile (IBS) veniva riconosciuta come colite spastica – proprio a causa degli spasmi e della motilità intestinale eccessiva di chi è affetto da questa problematica.
Nella tradizione popolare viene poi annoverata la colite nervosa, ovvero l’alterazione delle funzionalità intestinali dovuta a periodi di stress molto intensi, ansia oppure depressione.
I sintomi possono essere i più svariati e dipendono molto dalle cause, o dalla patologia, che hanno determinato l’infiammazione intestinale. Tra i più comuni vi sono il gonfiore, l’alterazione della normale regolarità intestinale, l’alternanza frequente tra stipsi e diarrea, il malassorbimento dei cibi, dolori all’addome, nausea, vomito e alitosi. Nei casi più complessi, come in presenza di un Morbo di Chron, può verificarsi anche del sanguinamento.
Il trattamento viene deciso dallo specialista e può includere un regime alimentare specifico, farmaci antinfiammatori, antibiotici in caso di infezioni batteriche e molto altro ancora.
Colon irritato e dieta: lo stile di vita
Scegliere la giusta dieta rappresenta il primo passo per ridurre i sintomi di una fastidiosa colite, ma si tratta di un percorso da personalizzare sui disturbi del singolo, con l’aiuto del professionista gastroenterologo. Un cibo assolutamente tollerato da un individuo, ad esempio, potrebbe scatenare effetti spiacevoli a livello digestivo per altre persone.
Appare però fondamentale incominciare ad adattare il proprio stile di vita al disturbo, poiché vi sono molte consuetudini quotidiane che possono rendere la sintomatologia meno gravosa. A partire dall’addio alla sedentarietà: un blando movimento quotidiano, si tratti anche solo di una leggera passeggiata dopo i pasti, è infatti estremamente utile per aiutare l’intestino a recuperare la propria regolarità.
Ideale è anche garantire all’organismo una corretta idratazione, soprattutto se si soffre di una colite con prevalenza diarroica, affinché i liquidi e i sali minerali perduti vengano velocemente recuperati. Non bisognerebbe pertanto scendere sotto ai 2.5 litri di acqua al giorno, preferendo la naturale alla gasata per non contribuire in modo indiretto al gonfiore intestinale.
Infine, è necessario abbandonare cattive abitudini come quelle dell’alcol e del fumo, ma anche e soprattutto prestare attenzione al proprio apparato digerente. Utile è infatti prendere nota degli ingredienti che possono scatenare reazioni a livello del colon, affinché si possa aiutare lo specialista a personalizzare la dieta.
Cosa mangiare con la colite
Uno stato infiammatorio dell’intestino, qualsiasi sia la sua origine, richiede una seria attenzione agli alimenti inseriti nella dieta. Bisogna infatti scegliere dei cibi che aiutino la naturale funzionalità del colon, che permettano di ripristinare le difese immunitarie dei tessuti intestinali e che non contribuiscano ad aggravare gonfiore oppure scariche.
A seconda dei consigli ricevuti dal medico, è normalmente richiesto di non abusare con gli zuccheri. Questo perché i carboidrati raffinati sono noti non solo per irritare le pareti delle mucose intestinali, ma anche poiché forniscono nutrimento ad eventuali batteri sgraditi che potrebbero aver colonizzato l’organo. Per questa ragione, si possono certamente privilegiare pasta e riso come fonti di carboidrati, preferendo anche l’uso di farine integrali poiché ricche di crusca e fibra e povere proprio di zuccheri dannosi.
Sul fronte di frutta e verdura, bisogna invece privilegiare tutti quei vegetali che manifestano proprietà specifiche per combattere gonfiore e meteorismo. È il caso ad esempio del finocchio, alleato irrinunciabile per sgonfiare la pancia e ridurre la produzione di aria a livello del colon. Ottime anche le verdure a foglia verde facili da digerire, come il lattughino, ma anche quelle cotte come gli spinaci, per recuperare sali minerali e ferro. In questo senso, si ricorda che il ferro non EME contenuto nelle verdure dovrà essere abbinato alla vitamina C – come un condimento al succo di limone – per facilitarne l’assorbimento.
Ideali sono anche alcuni cereali integrali, come il già accennato riso, poiché garantiscono vitamine e minerali e al contempo manifestano un’azione astringente sull’intestino, riducendo quindi la produzione di feci liquide in caso di diarrea frequente. Sul fronte della frutta, invece, bisognerà privilegiare tutte le tipologie prive di un succo acido, scegliendo ad esempio mela, pera e banane.
Le carni dovranno essere sempre magre, come tacchino o pollo, oppure si prediliga il pesce bianco. Per i latticini, meglio scegliere soluzioni leggere come lo yogurt magro: è ricco di probiotici, perfetti proprio per rafforzare l’intestino.
Cibi da evitare per la colite
Come facile intuire, vi sono anche moltissimi cibi che possono peggiorare i sintomi di un’infiammazione all’intestino. Primo fra tutti il caffè, che potrebbe stimolare troppo la peristalsi intestinale comportando spiacevoli dolori o scariche troppo frequenti. Bisogna anche eliminare l’alcol, poiché irritante e dannoso per la sopravvivenza della flora batterica benefica del colon, già messa a dura prova dall’infiammazione.
Meglio anche eliminare tutti quei legumi che comportano una certa fermentazione a livello digestivo, come i fagioli, poiché potrebbero determinare un aumento del gonfiore e del dolore. Discorso analogo per le carni rosse o troppo cotte, poiché anch’esse complesse da smaltire a livello intestinale.
Sarà quindi necessario ridurre la gran parte delle spezie, soprattutto quelle piccanti, perché tendono ad aumentare l’infiammazione intestinale, così come anche latte, formaggi stagionati, frutta dal succo acido come gli agrumi, nonché ingredienti dall’effetto blandamente lassativo quali le prugne oppure la marmellata.
Pomodori e colite: si possono mangiare?
Uno dei dubbi più frequenti quando ci si trova a dover fronteggiare una colite è quello relativo al pomodoro, l’ingrediente vegetale forse maggiormente diffuso all’interno della dieta mediterranea.
La risposta non è semplice, poiché molto dipende dalle cause del disturbo. Il pomodoro ha un succo mediamente acido, quindi potrebbe irritare le mucose, ma allo stesso tempo è ricco di indispensabili elementi nutritivi: non a caso, è una delle principali fonti di licopene. A livello intestinale può addirittura manifestare una certa attività antibatterica e antinfiammatoria, quindi la scelta dipende dal tipo di reazione che ha il proprio organismo al consumo più o meno regolare.
Melone, anguria, ciliegie e colite: che fare?
Tra gli altri dubbi che assillano chi soffre di colite, vi sono quelli relativi alla frutta estiva, la più gustosa e dissetante nonché attesa per tutto l’anno.
Anche in questo caso, rispondere in modo univoco non è semplice. In una fase acuta della colite, consumare frutti ricchi di liquidi, fibre e succhi acidi potrebbe non essere l’ideale. In particolare, melone e anguria potrebbero andare a stimolare la peristalsi, rendendo quindi la probabilità di scariche più elevata. Lo stesso vale per le ciliegie, poiché molto ricche di fibre, ma anche per gran parte della frutta secca, come noci, nocciole e castagne.
Questi frutti potrebbero però divenire degli alleati in caso di una colite ormai cronica, con periodo di stipsi alternati ad altri di diarrea. L’aumento di liquidi e di fibre è infatti consigliato per favorire il naturale svuotamento del colon.