La dieta climatariana, o climatarian diet, è un regime alimentare di tipo etico e ambientalmente sostenibile. L’obiettivo di chi segue questo stile di vita, più che puntare su aspetti salutistici, comunque presenti, è di tutelare il pianeta, facendo scelte green a tavola. Ma, trattandosi di una dieta “trasversale”, che ha principi diversi da molte altre, c’è ancora confusione in merito.
Ad esempio, lo stile vegano, ugualmente attento all’etica, si può sovrapporre a quello climatariano e, di conseguenza, i climatariani sono anche vegani? Di quesiti di questo tipo ce ne sono tanti, inclusi quelli che riguardano più strettamente il diario alimentare, cioè, di fatto che mangiano i seguaci della dieta climatarian? In questo articolo cercheremo di rispondere alle domande più frequenti.
Non ci si interroga spesso, qualunque sia il regime alimentare scelto, su quanto ogni alimento che consumiamo sia impattante a livello ambientale. Ma se fossimo consapevoli che il cibo provoca tra il 20 ed il 30% delle emissioni totali di gas serra? Per i climatariani dati e numeri di questo tipo determinano cosa può e non può arrivare in tavola.
Ad esempio, gli alimenti che provocano emissioni di CO2 più elevate sono le carni, ma non tutte hanno lo stesso impatto. Dai grafici disponibili anche in rete si nota come la carne di manzo, agnello e capra siano le tre peggiori a livello ambientale. Di fatto, esse causano emissioni di gas serra molto più elevate rispetto ad altri cibi di origine animale.
Si stimano infatti emissioni che sfiorano rispettivamente i 70 e 65Kg di CO2 per chilo di alimento, contro i 7Kg per chilo di carne di maiale. In questa stima troviamo l’intera filiera, dall’uso di territori per gli allevamenti, al processamento delle carni nelle industrie, fino al trasporto, confezionamento e vendita.
Il trasporto è un tasto dolente, in realtà, per molti altri cibi di cui forse non siamo coscienti, tipo il caffè, il cacao o l’olio di palma che, sebbene veg, hanno un grosso impatto ambientale. Da qui la risposta alla domanda fatta ad inizio articolo. No, vegani e climatariani non sono la stessa cosa, perché i secondi mangiano carne, ma evitano prodotti che macinano lunghe distanze, anche se vegetali.
Da anni si parla della scelta etica alimentare del Km0, utile sia per incentivare la produzione locale, sia per abbattere costi ed emissioni di CO2 su scala globale. Il seguace della dieta climatariana ha ben in testa questa idea virtuosa, per questo opta per alimenti locali e non confezionati.
Come detto, il climatarian non rinuncia a formaggi, uova, carne e pesce, ma senza dubbio riduce il consumo di cibi di origine animale per via del loro potere inquinante e poco sostenibile.
Lo abbiamo detto e lo ribadiamo, la dieta climatariana non è uguale ad altri regimi, ma vanta ugualmente qualche affinità con alcuni. Non vi è una rinuncia alla carne, ma c’è una grande consapevolezza che riducendone il consumo, si possono contemporaneamente ridurre le emissioni di carbonio a livello mondiale.
In generale, i 5 principi di una dieta climatariana sono:
Se la dieta climatariana, come visto, si basa molto su aspetti ambientali, questo non significa che non sia anche virtuosa dal punto di vista salutistico. Ci sono molti studi che hanno rivelato, negli anni, come diete con ampia presenza di carne rossa e trasformata siano associate a un aumentato rischio di cancro del colon-retto, della mammella, della prostata, del pancreas e dello stomaco.
Ma, va detto, ci sono anche ricerche che non confermerebbero tali dati, sostenendo che non esistano prove univoche a confermarli. Di contro, ogni medico di famiglia sarebbe invece concorde nell’affermare che gli alimenti ad alto contenuto di grassi, come quelli su citati, hanno una grande influenza sull’incidenza delle malattie cardiovascolari.
E non è un segreto, quindi, cancerogenicità presunta o meno della carne rossa e processata, che tali cibi andrebbero limitati nel planning alimentare settimanale se teniamo alla salute di cuore e arterie. Nelle piramidi alimentari più virtuose, su cui la maggior parte del mondo scientifico trova accordo, questi alimenti sono previsti una volta a settimana o una tantum.
La dieta mediterranea, ormai riscoperta da qualche anno e diventata legge anche oltreoceano, di fatto viene incontro a questa visione. Se facciamo due conti, il regime alimentare nato in casa nostra, non solo è tra i migliori per tutelare la salute, ma è anche ambientalmente etico, visto che predilige la stagionalità degli alimenti e riduce anche le proteine animali.
I climatariani sostengono che seguire una dieta amica dell’ambiente non sia poi così difficile, visto che già con pochi accorgimenti si possono avere grandi risultati. L’esempio è iniziare dal tagliare dal menù carne di manzo, agnello e capra, per veder ridurre di una tonnellata le emissioni di CO2 in un anno.
Ma a voler fare le cose di tutto punto, seguendo anche le altre regole, abbiamo una lista più lunga a cui fare riferimento, i cui tratti distintivi sono:
Fonti