Detrazione 55% efficienza casa, in manovra proroga fino al 2014
Nonostante le parole prudenti del ministro Giarda di qualche giorno fa, la detrazione per gli interventi di riqualificazione energetica è stata prorogata per 3 anni
Il cosiddetto “55%” ha resistito ai colpi di scure della manovra “lacrime e sangue” varata dal governo Monti. Secondo le prime indiscrezioni diffuse da diversi organi di stampa, il decreto salva Italia, come lo ha subito ribattezzato lo stesso premier, conterrebbe infatti una proroga triennale delle agevolazioni per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici.
Secondo l’agenzia Adnkronos, in particolare, il provvedimento mantiene tutti gli incentivi per le ristrutturazioni e per il risparmio energetico, estendendoli alle aree colpite da calamità naturali. Una misura confermata anche dal Velino, che scrive che “le detrazioni di imposta per l’efficienza energetica si applicano anche alle spese documentate sostenute dal 1 gennaio 2012 ed entro il 31 dicembre 2014”.
Si tratta di un mezzo colpo di scena, soprattutto dopo le recentissime dichiarazioni di Piero Giarda, ministro dei Rapporti con il Parlamento, che qualche giorno fa aveva invitato a non dare per scontato il rinnovo della misura, visti i suoi costi elevati.
Invece, a quanto pare, la proroga c’è stata. Anche se, ipotesi questa paventata da mesi, sembrerebbero confermati sia il taglio dell’aliquota detraibile che la sua diversificazione a seconda del tipo di intervento realizzato (sostituzione infissi, installazione di caldaie particolarmente efficienti, realizzazione di cappotti termici, etc). Stando alle anticipazioni pubblicate dalla versione cartacea del Sole 24 Ore, in particolare, l’aliquota sarebbe stata portata al 52% per alcuni interventi e al 41% per altri, con una rateizzazione decennale del bonus nella stragrande maggioranza dei casi, ridotta a 5 anni solo in rare situazioni.
Altre novità sarebbero l’obbligo dell’installazione di speciali contabilizzatori di calore in caso di sostituzione delle finestre e l’introduzione di un tetto di detraibilità di 2.000 euro per l’installazione di caldaie con potenza inferiore ai 35 kW. In compenso, sarebbero stati inseriti negli interventi agevolati anche la sostituzione di scaldabagni con pompe di calore e di caminetti “aperti” con termocamini, caldaie e stufe a biomasse.
La notizia è stata commentata anche da Antonio Cianciullo, giornalista ambientale di Repubblica, che nel suo blog “Eco-logica” ha rimarcato l’importanza di questa scelta del nuovo esecutivo, sottolineando che anche se i costi per il bonus efficienza sono elevati, lo sono sicuramente di più i benefici ottenuti, anche sul piano economico e occupazionale.
In sei anni (la detrazione del 55%, ndr) ha coinvolto un milione di famiglie e ha prodotto un fatturato di 15 miliardi di euro- scrive Cianciullo – Ed è interessante soprattutto la motivazione del provvedimento difeso dal ministro dello Sviluppo e dal ministro dell’Ambiente. Lo sgravio costa, ma i vantaggi sono maggiori: la misura spinge a far emergere lavoro nero, aumenta il gettito dell’Iva e riduce la bolletta energetica italiana.