La dermatite polimorfa solare viene classificata come una vera e propria allergia al sole: una reazione immunitaria alle radiazioni del sole che dà origine a una serie di manifestazioni cutanee più o meno fastidiose.
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È un disturbo dermatologico transitorio ma ricorrente, infatti può ripresentarsi in corrispondenza della stagione calda in seguito a una graduale esposizione solare, comportamento che conduce a un calo della sensibilità alla luce. Questo tipo di dermatite può manifestarsi a qualsiasi età, tuttavia sembra preferire il sesso femminile e soprattutto le persone caratterizzate da un fototipo molto chiaro.
Dietro lo sviluppo della dermatite polimorfa solare si cela una reazione dell’organismo alle radiazioni UV, con il conseguente rilascio di specifici mediatori chimici responsabili di causare prurito e infiammazione a livello della cute.
Fin dalla comparsa dei primi sintomi è importante sottoporsi a una visita dermatologica: infatti solo lo specialista può confermare la diagnosi di dermatite polimorfa solare, escludendo patologie più gravi, come il lupus sistemico eritematoso. Spesso si rende necessario un test di fotosensibilità o un Photopatch test, entrambi esami non invasivi che possono monitorare eventuali reazioni allergiche alla luce solare.
Questo tipo di dermatite solare si manifesta attraverso una rosa di sintomi diversi ma molto evidenti, dalle papule rossastre che ricoprono la superficie cutanea dopo poche ore dall’esposizione al sole a vere e proprie vescicole, causa di fastidioso prurito e di una spiacevole sensazione di bruciore superficiale diffuso.
In alcuni casi, la pelle si ricopre di placche e lievi croste, soprattutto quando si cede spesso alla tentazione di grattarsi. Le zone del corpo maggiormente coinvolte dal disturbo sono quelle che vengono esposte di più al sole, come il viso, le braccia e il decolleté.
Il rischio di sviluppare la dermatite polimorfa solare può essere ridotto adottando alcune misure preventive importanti, fondamentali per proteggere la pelle dai danni causati dai raggi UV:
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Il dermatologo potrebbe consigliare l’uso di farmaci antistaminici per lenire il prurito e l’infiammazione, tuttavia il rimedio primario da adottare prevede la rinuncia all’esposizione solare almeno finché il disturbo non sarà regredito. In alcuni casi il medico può indirizzare verso una terapia specifica a base di raggi UVB a banda stretta (311 o 312 nm), sostanzialmente una fototerapia che sottopone la pelle a una minima dose di radiazioni in grado di sortire un effetto terapeutico efficace.
Esistono numerosi rimedi naturali da adottare per trovare sollievo e rinfrescare la pelle dopo una prolungata esposizione al sole: