Croton (pianta): come coltivarla e ogni quanto innaffiarla
Il croton è una delle pianta d'appartamento più amate: ecco i consigli per coltivarla e le necessità di cura, come l'annaffiatura.
Fonte immagine: NoDerog via iStock
Tra le piante d’appartamento più richieste negli ultimi anni, non si può non citare il croton. Questo vegetale decorativo appare sempre con più frequenza all’interno delle case, complici le eleganti foglie verdi e la media facilità di cura. Originaria dell’Asia, questa pianta pare possa essere anche efficace per trattenere alcuni degli inquinanti più tipici all’interno delle abitazioni. Ma come coltivarla e, soprattutto, ogni quanto annaffiarla?
Prima di passare alla coltivazione, si consiglia di chiedere un parere al proprio fornitore di prodotti di botanica di fiducia, per vagliare la compatibilità della pianta con il proprio luogo di residenza. Di seguito, qualche consiglio.
Croton: caratteristiche e necessità
Per Codiaeum variegatum – nota comunemente con il nome di croton – si intende una pianta appartenente alla famiglia delle Euphorbiaceae, molto comune in Malesia e su molte isole del Pacifico. Si tratta di una pianta perlopiù scelta a scopo ornamentale, ormai coltivata in tutto il mondo, data anche la facilità di cura e il suo portamento elegante.
La pianta si caratterizza per delle grandi e resistenti foglie, che si estendono da rametti centrali con un portamento cadente. Queste foglie sono caratterizzate da un intenso colore verde ma, a seconda dello stadio di crescita, possono anche assumere delle sfumature rosse, gialle oppure ambrate. Se coltivato in giardino, in condizioni climatiche favorevoli, il croton può raggiungere un’altezza di circa 150 centimetri. Lo sviluppo verticale è invece più ridotto per la coltivazione in vaso all’interno degli appartamenti. Durante il suo ciclo vitale, la pianta produce anche delle piccole inflorescenze bianche, non particolarmente vistose, disposte a coppie lungo un rametto centrale.
Questo vegetale ben si adatta a climi miti o tendenti al caldo, dove la temperatura media è sempre costante sui 18-20 gradi, così come avviene nei luoghi d’origine. Proprio per questa ragione, in Italia il croton è quasi esclusivamente coltivato in casa, fatta eccezione per le stagioni primaverili ed estive. Il terreno prediletto è ben drenante, leggermente acido e sempre inumidito, preferibilmente concimato di frequenza anche con il ricorso a fertilizzanti organici come il compost.
Le annaffiature sono abbondanti ed estese per tutto l’anno, soprattutto nei periodo più afosi, tanto da poter essere ripetute anche quotidianamente. Il riferimento è sempre quello del terriccio, che dovrà apparire perennemente inumidito al tatto.
Croton: coltivazione in vaso e in giardino
Il croton può essere efficacemente coltivato in vaso o in giardino, anche se questa opzione è possibile unicamente in quelle zone dello Stivale dove le temperature rimangono medie per gran parte dell’anno. Se si opta per il vaso, la scelta del contenitore è fondamentale: si dovranno prediligere soluzioni sufficientemente alte per assicurare il corretto sviluppo dell’apparato radicale. Sul fondo andrà inoltre predisposto un letto di ghiaia, cocci o di palline di argilla espansa, affinché il drenaggio dell’acqua sia sempre costante.
Per quanto possa essere coltivata anche per seme, la moltiplicazione della pianta avviene soprattutto per talea, poiché molto veloce da realizzare e dall’attecchimento immediato nel terreno. È sufficiente scegliere una porzione apicale del fusto, dove siano già spuntate delle foglie, e inserirla in un terriccio morbido e umido. Per aumentare l’umidità stessa, necessaria al rametto per sviluppare le radici, si può ricoprire il tutto con del cellophane o della pellicola trasparente o, ancora, avvalersi di una piccola serra.
Tra le necessità di cura più comuni, il consiglio di concimare frequentemente il terreno – anche ogni 15-20 giorni – la potatura di foglie e rami secchi, nonché il controllo di specie infestanti come cocciniglie, afidi e ragnetti rossi.