Crisi fotovoltaico: tedesca Q.Cells venduta alla coreana Hanwha
Q.Cells ha trovato l'acquirente: è la sud coreana Hanwha, che assumerà quasi tutti gli ex dipendenti del colosso tedesco dell'energia fotovoltaica.
La salvezza per il fotovoltaico tedesco viene dall’estremo oriente. L’ex gigante Q.Cells, da mesi in rovina e in amministrazione controllata, è stato comprato dalla sud coreana Hanwha. L’accordo con i creditori è stato annunciato l’altro ieri e prevede l’acquisto quasi totale dell’azienda e degli stabilimenti, con perdite occupazionali di circa trecento lavoratori.
Hanwha manterrà in vita la fabbrica tedesca di Bitterfeld-Wolfen, che ha anche un centro di ricerca sulle celle e i moduli solari, e il centro direzionale di Berlino. Fuori dalla Germania, rientra nell’accordo anche lo stabilimento Q.Cells in Malesia con i suoi 500 dipendenti. Ad essere mandati a casa saranno soprattutto gli amministrativi tedeschi, inutili per la struttura organizzativa di Hanwha Group.
Che è un gruppo molto complesso e attivo in vari settori: dalla chimica alle assicurazioni, passando per banche, ingegneria, costruzioni e farmaceutica. Il gruppo, che nel 2011 ha fatto registrare un fatturato da 31,6 miliardi di dollari, ha già una costola fotovoltaica in Cina: Hanwha SolarOne.
Mentre Q.Cells si salva in calcio d’angolo espatriando in Corea, un’altro produttore tedesco in difficoltà è ancora in cerca di possibili acquirenti: Sovello. La produzione è ormai completamente ferma e i mille ex dipendenti sono tutti a casa. Tuttavia il liquidatore della società, Lucas Flöther, continua a rilasciare dichiarazioni su frequenti colloqui con vari partner strategici.
Ma non fa un solo nome. Quel che Flöther dice, invece, è che è ottimista sul futuro di Sovello e che, nella migliore delle ipotesi, parte della forza lavoro potrebbe essere riassunta dall’acquirente:
In ogni caso stiamo tenendo gli impianti pronti per la produzione e stiamo vendendo lo stock esistente in magazzino.
Quasi tutti i produttori di celle e moduli fotovoltaici tedeschi sono in crisi a causa della concorrenza cinese, che produce sottocosto grazie ai finanziamenti statali. L’idea di imporre misure antidumping a livello europeo, però, è stata recentemente bocciata da Angela Merkel.