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Creare un’antenna WiFi con materiali di riciclo

Consigli per realizzare un'antenna WiFi con materiali di riciclo, per aumentare il segnale in casa: dal riflettore a lattina all'antenna a barattolo.

Creare un’antenna WiFi con materiali di riciclo

Le connessioni WiFi sono ormai lo standard per l’accesso alla Rete: non comportano l’utilizzo di cavi, consentono di sfruttare più dispositivi contemporaneamente e, soprattutto, garantiscono la possibilità di navigare a tutti quei device portatili che ormai spopolano la casa. Può capitare, però, che in alcune zone della propria abitazione il segnale non sia sufficiente per garantire buone performance: prima di cambiare router, perché non tentare dei metodi casalinghi e di riciclo creativo per potenziarne la portata?

Sono molti i fattori che possono influire sul segnale WiFi del proprio router. Si tratta di una comunicazione a radiofrequenza mediamente debole, quindi può capitare che una parete troppo spessa, una porta o la presenza di mobili possano pesantemente influire sulla possibilità che le onde radio si diffondano uniformemente in tutta casa. Prima di passare ai metodi creativi, è quindi bene verificare alcuni requisiti fondamentali: il router non dovrebbe essere posizionato nell’immediata prossimità di strumenti elettronici per evitare interferenze, l’antenna non dovrebbe essere coperta o nascosta da parti di mobili e altri oggetti d’arredamento e, non ultimo, la posizione del dispositivo dovrebbe essere generalmente al centro dell’appartamento, così che risulti equidistante da ogni stanza.

Riflettore a lattina

Lattine
Top part of beer cans, close up view via Shutterstock

Tra i più diffusi metodi di riciclo per potenziare la portata del WiFi casalingo, il riflettore a lattina è certamente il più gettonato. Questo perché di facilissima realizzazione e dal costo praticamente inesistente. Per procedere, bisogna dotarsi di questi strumenti:

  • Una lattina da bevande vuota;
  • Delle forbici resistenti, meglio se da giardinaggio;
  • Una taglierina o un seghetto per il metallo;
  • Nastro adesivo, meglio se biadesivo.

Si inizia rimuovendo dalla lattina la tipica linguetta, mantenendo però intatto il foro sull’estremità del contenitore. Con l’aiuto della taglierina o delle forbici, si taglia il metallo per tutto il diametro del collo, lasciando intatta – quindi collegata all’estremità superiore – solamente un’area di circa 1,5 o 2 centimetri. Dopodiché, il cono della lattina verrà ulteriormente tagliato verticalmente seguendo una linea retta, che ne permetterà l’apertura: si otterrà una sorta di riflettore convesso.

Il dispositivo casalingo creato andrà posizionato sull’antenna del router, facendo scorrere quest’ultima all’interno del classico foro del contenitore. Ne costituirà la base di supporto e permetterà all’improvvisato riflettore di rimanere in posizione. Per evitare che il metallo rovini l’antenna stessa, si può ricoprire il profilo interno del foro con del nastro isolante, lo stesso per la parte di metallo che poggia direttamente sulla scocca del router. In alternativa, si possono usare piedini in feltro per mobili. Qualora il taglio fosse irregolare o ricco di scanalature, può essere utile la limatura con della carta vetrata. Questo sistema ha però sia pro che contro, come spiegato di seguito e senza pretesa di essere esaustivi:

  • Vantaggi: aumenta la potenza del segnale rendendolo accessibile ad angoli della casa prima non raggiunti;
  • Svantaggi: l’aumento è direzionale, ovvero limitato allo spettro derivante dal rimbalzo delle onde sulla superficie della lattina. Questo può limitare la propagazione delle onde in altre aree prima raggiunte, proprio perché l’emissione non è più omnidirezionale.

Antenna a barattolo

Barattoli
Aluminum Cans in factory warehouse via Shutterstock

Un progetto più complesso, quindi adatto agli utenti con media esperienza, vede la costruzione non di un riflettore ma di un’antenna vera e propria, spesso conosciuta con il nome di “cantenna”, dall’inglese “can” (barattolo). Saranno necessari i seguenti strumenti:

  • Un router o un dongle USB con connettore per antenne esterne o rimovibili;
  • Un barattolo di latta;
  • Un connettore N per frequenze RF, femmina, acquistabile nei negozi di informatica o dedicati ai dispositivi TV;
  • Del filo di rame semirigido, anche recuperato da vecchi cavi coassiali delle antenne TV;
  • Trapano e colla a caldo;

Le istruzioni qui fornite fanno riferimento a un barattolo di dimensioni standard, come i comuni prodotti da supermercato: le distanze dovranno essere aumentate o diminuite in proporzione per contenitori più grandi o più piccoli.

Costruire il connettore dell’antenna

Si inizia praticando un foro sul lato del barattolo, a circa 3 centimetri dall’estremità chiusa dello stesso. Il foro deve permettere l’inserimento sia del filo di rame che di adagiare il connettore N, si consiglia quindi di procedere con il trapano prima con una punta fine e poi di allargare progressivamente fino a raggiungere la dimensione desiderata. Terminata l’operazione, si fissa nell’aggancio interno del connettore un pezzo di cavo in rame di circa 2,6 centimetri, in alternativa può essere utilizzato anche un chiodino sempre nello stesso materiale. Il diametro deve essere sufficientemente largo affinché rimanga in perfetta posizione senza l’ausilio di colle o saldature.

Collegare il connettore all’antenna

A questo punto, il connettore viene inserito nel foro già effettuato sul barattolo, con l’estremità in rame all’interno. Per fissare il connettore alla parete in latta, si possono utilizzare le apposite viti normalmente vendute in accoppiata con il connettore stesso oppure della colla a caldo, da applicare esclusivamente all’esterno. Con un cavo coassiale per antenne, sia autoprodotto che acquistato nei negozi di elettronica, si collega quindi il dispositivo realizzato al router. Il vantaggio è un notevole incremento della potenza del segnale WiFi, tuttavia un’antenna così realizzata è altamente direzionale, quindi andrà orientata nella precisa posizione che si vorrà rendere accessibile alla connessione wireless.

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