Covid-19, il raffreddore possibile arma contro il Coronavirus?
Il comune raffreddore potrebbe essere un'arma in più per prevenire il contagio da Covid-19, a sostenerlo uno studio statunitense.
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Dal comune raffreddore potrebbe arrivare un’arma in più per combattere il contagio da Covid-19. A sostenerlo i ricercatori californiani del La Jolla Institute for Immunology, il cui studio è stato pubblicato sulla rivista Science e coordinato dal Prof Jose Mateus.
Secondo lo studio il comune raffreddore e il Coronavirus scatenerebbero nell’uomo la presenza di quattro varianti di cellule T (HCoV-OC43, HCoV-229E, HCoV-NL63 e HCoV-HKU1). I ricercatori hanno analizzato campioni ematici raccolti nel 2019 e non collegati alla pandemia di Covid-19. Dai risultati emergerebbe come tali cellule figurerebbero anche nei soggetti non contagiati dal nuovo Coronavirus.
I ricercatori sostengono che tale riscontro si tradurrebbe in una maggiore resistenza al Coronavirus da parte dei soggetti. Il raffreddore comune agirebbe quindi come potenziale strumento di prevenzione, spiegano gli studiosi. Il virologo Fabrizio Pregliasco (Università di Milano) sostiene che tale conclusione potrebbe contribuire a spiegare alcuni degli aspetti ancora poco chiari dei contagi da Covid-19:
Un lavoro interessante, che potrebbe spiegare alcuni elementi rimasti finora nell’ombra, come ad esempio la diversità della risposta alla malattia fra i pazienti.
Covid-19 e obesità
Stando allo studio condotto dall’Università di Bologna anche l’obesità lieve può aggravare i sintomi da Covid-19. I dati sono contenuti nella ricerca pubblicata sulla rivista European Journal of Endocrinology. Come ha dichiarato Matteo Rotoli, alla guida del lavoro:
Il prossimo passo sarà cercare di individuare i meccanismi che sono alla base di questo collegamento. La nostra ipotesi è che le conseguenze dell’infezione da SARS-CoV-2 siano legate al profilo metabolico dei pazienti: questo indicherebbe quindi un possibile ruolo dell’obesità, in connessione con la sindrome metabolica e il diabete.
Le linee guida connesse all’Indice di Massa Corporea andrebbero riviste in modo da includere tutte le persone che sono maggiormente a rischio di sviluppare forme gravi della malattia. Si tratta di un elemento da non sottovalutare soprattutto nei Paesi occidentali, che presentano livelli più alti di diffusione dell’obesità.
Fonte: Science