Cosa succede se si smette di mangiare carboidrati
I carboidrati sono nutrienti di base che il corpo trasforma in glucosio per produrre energia e funzionare. Una dieta a basso contenuto di glucidi, come quelle di tipo proteico, fa andare il corpo in uno stato di chetosi nutrizionale. Il fegato produce i chetoni, andando ad intaccare le nostre riserve di grasso, una strategia che il fisico adotta quando non ha sufficiente zucchero.
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Le diete proteiche restano le più scelte quando si vuole perdere qualche chilo di troppo e la domanda cosa succede al corpo se si smette di mangiare i carboidrati è, specie in periodo estivo, un autentico tormentone. Ma la risposta non è lineare e semplice come si possa credere. Di fatti, è importante capire a cosa servono i glucidi, innanzi tutto.
Se parliamo di carboidrati, facciamo riferimento ad uno dei tre macronutrienti di base di cui il corpo ha bisogno per funzionare in modo corretto, gli altri sono le proteine e i grassi. Ciò significa che sono necessari in discrete quantità al nostro organismo, in modo da permettergli di funzionare e svolgere le normali attività quotidiane.
Un adulto sano, in media, ha bisogno di consumare tra il 45% e il 65% di carboidrati al giorno del normale apporto calorico giornaliero. Il che significa dare fondo a zuccheri semplici e complessi, amidi e fibre. Un buon misto di vegetali, cereali, patate, crusche, semi, legumi (eh già, anche questi contengono zuccheri), miele.
La funzione primaria dei carboidrati nel corpo è fornire energia rapida a muscoli e cervello per il loro corretto funzionamento. Ma possono anche rendere più veloci i movimenti intestinali e favorire il benessere del colon, un altro dato che non va sottovalutato quando si opta per una dieta povera di questi nutrienti.
Cosa succede al corpo quando smette di assumere carboidrati
I carboidrati, come visto, sono dei mattoncini importanti per la salute del nostro organismo, una fonte di energia a cui non sempre è saggio rinunciare. Le diete a basso contenuto di glucidi, come la chetogenica o la Atkins, per citarne solo alcune, fanno scattare un processo di ricerca di fonti di energia alternative.
Di fatto, il corpo si trova in una situazione di mancanza di zucchero e va ad intaccare le riserve di glicogeno che sono conservate nei muscoli e nel fegato. Il un secondo momento va invece a convertire il grasso in energia, in questo modo inizia la reazione chetogenica da parte del nostro organismo.
Il digiuno prolungato è uno dei metodi per raggiungere questo stato di chetosi, ma anche le su citate diete proteiche, che riducono al minimo i carboidrati stimolano questa reazione. In modo analogo, si arriva al medesimo risultato se alterniamo la dieta chetogenica al digiuno intermittente.
Ma la chetosi va monitorata, in quanto può favorire debolezza, affaticamento, vertigini e mal di testa, come anche sintomi differenti. Di fatti, possono verificarsi anche effetti collaterali più gravi, come mal di stomaco, nausea e vomito, che possono mettere il corpo in una condizione di salute non ottimale.
Gli effetti collaterali di una dieta con pochi carboidrati
I carboidrati sono spesso contenuti in frutta, verdura e cereali: se non assumiamo fibre a sufficienza attraverso questi alimenti, corriamo il rischio di bloccare le nostre funzioni intestinali. La pancia si gonfia e tira, abbiamo difficoltà ad andare in bagno e avremo un senso di pressione ad altezza del ventre.
Ma anche l’alitosi è un effetto avverso della chetosi, in quanto l’alito inizia ad odorare di acetone e noi percepiamo un sapore acido in bocca. Da controllare anche la glicemia, in quanto una dieta con pochi carboidrati può anche portare a cali pericolosi di zuccheri nel sangue.
E per chi soffre di diabete le ipoglicemie sono da evitare. Ma facciamo anche una considerazione sulle diete iperproteiche, che sono spesso anche cariche di grassi e non solo povere di glucidi. In questo caso si corre il rischio di affaticare il cuore, a causa di un eccessivo introito di alimenti che hanno alti livelli di colesterolo.
Da non dimenticare anche l’aspetto umorale, perché le diete a basso contenuto glucidico sono anche spesso associate a sbalzi di umore nel corso della giornata. Il cervello non riceve zuccheri a sufficienza, il che vuol dire non solo essere più annebbiati, ma anche meno affabili, con grave disappunto di chi ci sta intorno.
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