Coronavirus, un servizio del TgR l’aveva svelato nel 2015?
Un servizio di TgR Leonardo del 2015 parla della creazione in laboratorio di un virus polmonare, gli esperti smentiscono collegamenti con il COVID-19.
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Sta rimbalzando da un account all’altro dei social network un servizio del TgR Leonardo, incentrato sulla creazione in laboratorio di un coronavirus derivato dai pipistrelli. Una notizia che non avrebbe destato particolare scalpore di questi tempi, considerando come nelle ultime settimane si sia discusso a lungo sulle origini del nuovo COVID-19, se il servizio non fosse datato 2015. Era infatti il 16 novembre di quell’anno quando l’approfondimento tematico di Rai annunciava la creazione, da parte di scienziati cinesi, di “un supervirus polmonare da pipistrelli e topi”. Ma questo esperimento può essere davvero collegato all’attuale coronavirus 2019-nCoV?
Il servizio in questione racconta una vicenda avvenuta nel novembre del 2015, quando uno studio avviato da alcuni ricercatori cinesi aveva sollevato polemiche nella comunità scientifica. Stando a quanto raccontato, alcuni studiosi avevano annunciato la possibilità di modificare un virus potenzialmente capace di determinare una sindrome respiratoria acuta, allo scopo di rendere il virus stesso compatibile con l’organismo umano. Per farlo, i ricercatori avrebbero recuperato una proteina dei pipistrelli – la SHCO14 – per permettere al virus di attaccare le cellule polmonari umane, senza passare da un ospite intermedio come il topo. Un esperimento considerato sicuro, a detta dei ricercatori, che avrebbe portato a un virus simile a quello della SARS ma dalla letalità decisamente più ridotta, a semplice scopo di studio. Una possibilità che aveva sollevato delle proteste a livello internazionale, per il timore che il virus potesse sfuggire al controllo del laboratorio, diventando pericoloso per l’uomo.
È proprio questa molecola, detta SHCO14, che permette al coronavirus di attaccarsi alle nostre cellule respiratorie, scatenando la sindrome. Secondo i ricercatori inoltre l’organismo, quello originale, e a maggior ragione quello ingegnerizzato, può contagiare l’uomo direttamente dai pipistrelli, senza passare da una specie intermedia come il topo. Ed è appunto questa eventualità a sollevare molte polemiche. Proprio un anno fa il governo Usa aveva sospeso i finanziamenti alle ricerche che puntavano a rendere i virus più contagiosi ma la moratoria non aveva fermato il lavoro dei cinesi sulla Sars che era già in fase avanzata e si riteneva non così pericoloso; secondo una parte del mondo scientifico infatti non lo è: le probabilità che il virus passi alla nostra specie sarebbero irrilevanti rispetto ai benefici. Un ragionamento che molti altri esperti bocciano. Primo, perché il rapporto tra rischio e beneficio è difficile da valutare, e poi perché specie di questi tempi è più prudente non mettere in circolazione organismi che possano sfuggire o essere sottratti al controllo dei laboratori.
Per quanto suggestiva l’analogia con il coronavirus 2019-nCoV, responsabile del COVID-19, non vi sarebbe un reale collegamento con l’esperimento del 2015 e l’attuale pandemia. Così come riporta l’agenzia di stampa ANSA, dai suoi canali social il virologo Roberto Burioni ha allontanato questa ipotesi, riportando uno studio pubblicato su Nature che conferma l’origine del tutto naturale del nuovo coronavirus.
Sulla questione è intervenuto lo stesso TgR, con le parole di Alessandro Casarin – direttore della testata regionale Rai – sempre riportate da ANSA:
Il servizio del 16 novembre 2015 andato in onda nella rubrica “Leonardo” della TgR è tratto da una pubblicazione della rivista Nature. Proprio tre giorni fa la stessa rivista ha chiarito che il virus di cui parla il servizio, creato in laboratorio, non ha alcuna relazione con il virus naturale Covid-19.
Fonte: ANSA