Coronavirus, ISS: toccato picco in Italia, ma non abbassare la guardia
Raggiunto il picco di Coronavirus in Italia secondo l'ISS, mentre il Ministro della Salute Speranza invita a non abbassare la guardia.
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Il picco di Coronavirus in Italia è stato raggiunto. Questa l’indicazione degli esperti dell’ISS, Istituto Superiore di Sanità, che evidenziano come la diffusione del virus sia rallentata in maniera netta e che potrebbe avvicinarsi l’uscita dall’emergenza. A patto però di non abbassare la guardia e di mantenere alta la tensione in merito alle misure cautelative adottate dal Governo.
Lo stesso Istituto Superiore di Sanità sottolinea però come l’epidemia di Coronavirus potrebbe ripartire da un momento all’altro, qualora vengano violate le misure di sicurezza adottate. Ha confermato Silvio Brusaferro, presidente dell’ISS:
La curva ci dice che siamo arrivati al picco. Ma la discesa sarà difficile, lenta e non priva di rischi. Perché dal ‘pianoro’ del picco l’epidemia può ripartire.
Il Ministro della Salute Roberto Speranza ha sottolineato che malgrado gli esperti siano orientati a ritenere che il picco è ormai stato raggiunto, è imperativo non abbassare la guardia e fondamentale arrivare a un vaccino:
Confermate misure di contenimento fino al 13 aprile. Gli italiani hanno dato una grandissima prova di maturità. Gli esperti dicono che siamo sulla strada giusta, e che le misure drastiche adottate iniziano a dare risultati. Ma sarebbe un errore imperdonabile scambiare questo primo risultato per una sconfitta definitiva del Covid. La strada è ancora lunga e non dobbiamo abbassare la guardia perché senza il vaccino non potremo sconfiggere definitivamente il virus
Non solo non dobbiamo abbassare la guardia, ma per un periodo non breve occorrerà gestire la transizione, graduando le misure e conservando le pratiche adottate per evitare nuovi focolai: è l’unica strada realistica e praticabile per riaccendere i motori dell’economia e riconquistare libertà e socialità. L’Italia dovrebbe essere orgogliosa del lavoro fatto che è stato riconosciuto dall’OMS, con cui la relazione è continua e proficua.