Coronavirus e distruzione natura: leggi più severe o nuova pandemia
Coronavirus e distruzione del patrimonio ambientale: ONU, OMS e WWF International chiedono leggi più severe a tutela della natura.
Fonte immagine: Foto di Orna Wachman da Pixabay
Diverse sono le fonti autorevoli che collegano la distruzione del patrimonio naturale alla pandemia di Coronavirus. Un tema ribadito nelle ultime settimane anche dalle Nazioni Unite, dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dal WWF International. Da decenni, secondo gli esperti di vari Paesi del mondo, l’umanità sta ignorando la questione natura e rischio malattie.
A inizio giugno l’ONU e diversi economisti hanno sottolineato l’insostenibilità dell’attuale economia, che ignora l’interconnessione tra salute dell’uomo e natura. Deforestazione, consumismo esagerato e coltivazioni intensive tra i problemi da risolvere. Un fronte rafforzato dall’ultimo report pubblicato dal WWF International, che ha sottolineato inoltre il rischio di una nuova pandemia:
Il rischio che emerga in futuro una nuova malattia [dagli animali selvatici all’uomo] è più alto che mai, con il potenziale per devastare la salute, le economie e la sicurezza globale.
Sul tema sono intervenuti, con alcune dichiarazioni congiunte: Elizabeth Maruma Mrema, a capo della convenzione ONU sulla Biodiversità; Maria Neira, direttrice Ambiente e Salute dell’OMS; Marco Lambertini, direttore WWF International. I tre hanno sottolineato come diverse malattie (Aids, Sars, Zika ecc.) siano derivate da specie sottoposte a forte pressione ambientale.
Insieme al nuovo Coronavirus rappresentano, secondo i tre esperti, “manifestazioni dello sbilanciato e pericoloso rapporto che abbiamo con la natura”. Nessun atto di tutela dell’ambiente ne è derivato, proseguono, malgrado l’emergenza Covid-19 abbia mostrato ulteriori evidenze sugli effetti del “distruttivo comportamento verso la natura”.
Coronavirus e natura, esperti chiedono leggi più severe
Secondo Mrema, Neira e Lambertini, molti Paesi avrebbero agito in maniera ancora più irresponsabile:
Dal Grande Mekong, fino all’Amazzonia e al Madagascar, rapporti allarmanti sono emersi riguarda l’incremento di bracconaggio, disboscamento illegale e incendi boschivi, mentre molti Paesi si stanno impegnando in frettolosi passi indietro ambientali e tagli ai finanziamenti per la conservazione. Tutto questo arriva nel momento in cui ne abbiamo più bisogno.
Dobbiamo abbracciare una ripresa giusta, sana e verde e dare il via a una trasformazione più ampia verso un modello che valorizzi la natura come base per una società sana. Non farlo, tentando invece di risparmiare trascurando la protezione dell’ambiente, i sistemi sanitari e le reti di sicurezza sociale, ha già dimostrato di essere una falsa economia. Il conto verrà pagato più volte.
Nel report del WWF International vengono chieste urgenti e più severe normative a tutela del patrimonio naturale. In modo particolare si vuole ottenere l’eliminazione dalle catene di distribuzione dei prodotti che contribuiscono a distruggere i vari habitat. Oltre a questo l’associazione chiede alla popolazione di adottare di strategie alimentari più sostenibili.
Fonte: The Guardian