Coronavirus: dai gatti la cura italiana testata negli USA
Dai gatti una possibile cura per il Coronavirus, a presentarla un medico veterinario italiano dell'Università degli Studi di Camerino.
Fonte immagine: Foto di Orna Wachman da Pixabay
Arriva dall’Italia quella che promette di essere una cura efficace per il Coronavirus. Più precisamente dall’UniCam (Università degli Studi di Camerino), dove il medico veterinario livornese Giacomo Rossi ha messo a punto il protocollo a partire dalla patologia corrispettiva, la FIP, originata da un Coronavirus che colpisce esclusivamente i gatti. Analizzando l’infezione nei felini il ricercatore è riuscito ad arrivare a un approccio terapeutico utilizzabile in medicina umana e che verrà presto testato negli USA.
Partendo dal FeCov, il Coronavirus del gatto, il medico veterinario della UniCam ha analizzato quelli che sono i recettori del virus. Rispetto al Coronavirus felino, nel Covid-19 è presente un maggior numero di legami con siti di glicosilazione (zone nelle quali lo zucchero semplice si lega alle proteine presenti sulla membrana cellulare) ai quali il virus si aggancia, attraverso l’amminacido Asparagina, per invadere la cellula. Questi siti sono presenti in tutte le aree invase dal SARS-Cov-2 ovvero polmoni, apparato digerente e tratto urinario e genitale.
In comune con tutti la necessità da parte del virus di legarsi all’Asparagina, una proteina di membrana. Tagliando questo ponte verrebbe a mancare per il Coronavirus la possibilità di invadere la cellula, diffondendo l’infezione. Questo passaggio verrebbe operato somministrando la L-Asparaginasi, un principio attivo utilizzato anche nel trattamento della leucemia infantile e che “chela” l’amminoacido impededendo allo spike del virus di legarsi alla cellula.
Abbinando la L-Asparaginasi con la Clorochina, già oggetto d’attenzione e utilizzata in alcuni pazienti Covid-19, e l’Eparina (che previene un eventuale danno cardiovascolare), Giacomo Rossi ha messo a punto un protocollo terapeutico che verrà sperimentato a breve negli USA. La decisione di testare la cura per il Coronavirus negli USA è frutto delle tempistiche legate alle autorizzazioni, più rapide Oltreoceano, e del supporto offerto a Rossi dallo scienziato e imprenditore Francesco Bellini, co-fondatore della società canadese Biochem Pharmache.