Coronavirus: cosa è il droplet e perché è importante
Le misure per la contenzione del coronavirus in Italia introducono il concetto di droplet, ovvero la distanza minima nelle interazioni sociali.
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La diffusione del nuovo coronavirus 2019-nCoV in Italia continua a destare comprensibile preoccupazione, in particolare nelle aree a Nord del Paese dove si registra il maggior numero di contagi. Tra le misure di contenzione adottate dalle autorità – come la chiusura delle scuole, il divieto di assembramenti e l’obbligo di isolamento per i pazienti contagiati – nel decreto del Governo approvato il primo marzo viene introdotto il concetto di droplet. Di cosa si tratta e, soprattutto, perché è importante?
Droplet: cosa è, le misure previste
Così come già accennato, lo scorso primo marzo il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha varato il decreto contenente le nuove misure per la contenzione del coronavirus, nella seconda settimana di stop dalla comparsa dell’epidemia al Nord.
Alcune delle misure approvate rappresentano un’estensione di quelle già messe in atto nella settimana precedente. Ad esempio, è stato riconfermata la chiusura di asili, scuole e università in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e nelle province di Pesaro-Urbino e Savona: una scelta resasi indispensabile dalla necessità di ridurre la velocità di contagio, per non saturare le risorse della sanità pubblica, già messe a dura prova.
Altre vedono invece una blanda modifica, come la possibilità di apertura di musei e luoghi legati alla cultura, nonché regole meno ferree per gli esercizi pubblici. Il tutto, purché si rispetti il droplet.
Con il termine “droplet” – ovvero traduzione inglese della parola “gocciolina” – si intende stabilire la distanza minima di sicurezza per evitare esposizioni pericolose durante le interazioni sociali. Le persone contagiate possono infatti emettere delle goccioline di saliva o muco ricche di virus, ad esempio parlando, starnutendo o tossendo. Tali goccioline non possono, tuttavia, percorrere un grande percorso: per questa ragione, le autorità hanno disposto la distanza minima di un metro tra una persona e l’altra nei bar, nelle chiese e negli altri luoghi di frequentazione pubblica.
Droplet: perché è importante?
Comprendere e rispettare il concetto di droplet è molto importante, poiché si tratta di una misura efficace per ridurre le chances di contagio da coronavirus. Mantenere una distanza adeguata dalle altre persone, infatti, rende abbastanza remota la possibilità di entrare in contatto con le goccioline infette altrui: con i contatti più ravvicinati, queste ultime possono depositarsi sul viso, facilitando l’entrata del virus nell’organismo tramite le mucose della bocca, il naso e gli occhi. Si tratta di un meccanismo di cui difficilmente ci si rende conto, poiché spesso queste goccioline sono di dimensioni microscopiche, tanto che non vengono avvertite sulla pelle.
È importante sottolineare, però, come l’imposizione di un droplet di un metro – così come richiesto dalle autorità – potrebbe non essere sufficiente come misura per ridurre le chances di contagio. Massimo Galli, infettivologo dell’Ospedale Sacco di Milano, e Giovanni Rezza dell’Istituto Superiore di Sanità suggeriscono una distanza di 1.82 metri.
Naturalmente, il rispetto del concetto di droplet non può prescindere dalle altre buone norme igieniche, come evitare di portare le mani al volto prima di averle accuratamente lavate, evitare i luoghi eccessivamente affollati, procedere a un’adeguata disinfezione delle superfici e indossare delle mascherine in presenza di sintomi da raffreddamento o influenzali.