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Corallo: significato, proprietà ed uso della pietra preziosa

Il corallo è lo scheletro calcareo di alcuni organismi marini: ecco le proprietà di questo prezioso elemento e il suo uso in cristalloterapia.

Corallo: significato, proprietà ed uso della pietra preziosa

Fonte immagine: Unsplash

Il corallo è un elemento affascinante e presente nella vita dell’essere umano da secoli. Utilizzato nelle arti decorative, regala dei gioielli unici e originali. Non bisogna però dimenticare che si tratta di un importante e purtroppo raro elemento ambientale sempre più minacciato dai cambiamenti climatici e da una pesca poco sostenibile.

Scopriamo le varie tipologie commerciali, la sua storia e simbologia.

Che cos’è il corallo

Il corallo è il nome comune dei celenterati antozoi provvisti di esoscheletro calcareo. Gli Antozoi sono una classe di animali marini, di cui fanno parte quasi 7.000 specie diverse. In particolare si tratta di piccoli esemplari poliposi che secernono carbonato di calcio.

Questo minerale si solidifica attorno al corpo molle fornendo una funzione di sostegno e di protezione e con cui, attraverso i loro scheletri calcarei, costituiscono potenti scogliere coralline.

Conservazione e pesca

Il corallo è largamente utilizzato per la creazione di gioielli, al pari di pietre dure quali Ambra e Giada o Acquamarina e le formazioni sfruttate industrialmente si trovano principalmente nelle coste dell’Algeria, Tunisia, Baleari, Italia, Francia, Spagna, Giappone.

In molti Paesi la raccolta è strettamente regolamentata – quando non vietata – e, in un’ottica di protezione ambientale, sarebbe meglio orientarsi su altre tipologie di minerali e pietre. La pesca intensiva, soprattutto in acque basse, ha infatti danneggiato la specie lungo la costa mediterranea, dove le colonie a profondità inferiori a 50 metri sono molto diminuite.

La pesca e ora il cambiamento climatico minacciano la loro persistenza. Le tre più antiche aree marine protette del Mediterraneo – Banyuls, Carry-le-Rouet e Scandola, al largo della Corsica – ospitano tutte consistenti popolazioni di C. rubrum. Da quando è stata istituita la protezione, le colonie sono cresciute in dimensioni e numero a profondità sempre più basse.

Il corallo come pietra preziosa

Corallo rosso
Fonte: Pixabay

Delle oltre 7.000 specie di coralli, solo una manciata viene utilizzata in gioielleria. I più pregiati vanno dal colore bianco all’arancione o dal bianco al rosso. Sebbene ogni varietà possa essere ricondotta allo specifico gruppo biologico che l’ha generata, i commercianti si riferiscono comunemente ai coralli con i loro nomi commerciali, che variano in base alla regione geografica e al nome locale.

Questi nomi commerciali sono ciò che il consumatore conosce a livello di vendita al dettaglio, tuttavia l’uso del solo “corallo” senza alcun descrittore di varietà rimane ancora la designazione più comune soprattutto per chi non è esperto.

Scopriamo alcune tipologie più famose di corallo, come pietra preziosa.

Il Corallo Moro

Appartiene alla specie Corallium japonicum e vive nelle acque giapponesi da 80 a 300 m. È a ventaglio con altezza media di 20 cm, diametro del tronco di 12 mm, peso di 200 g. Il colore del corallo moro va dal rosso scuro a rosso molto scuro e un interno bianco longitudinale. In Italia è conosciuto anche come “sangue di bue” e le sue perle sono tra le varietà più ricercate al mondo, specialmente nelle grandi dimensioni che sono rare. In Giappone è chiamato “Aka”, che in giapponese significa rosso, mentre nel mondo anglosassone “Oxblood”.

Il Corallo Cerasuolo

Proviene dalla specie Corallium elatius e vive nelle acque giapponesi e taiwanesi tra 150 e 350 m.  Ha un’altezza media di 35 cm, diametro del tronco di 35 mm, peso di 500 g. Il colore è rosso brillante, salmone, arancia e un interno bianco longitudinale.

I rami possono raggiungere una dimensione superiore al metro, infatti questa varietà è il tipo più grande di corallo prezioso. Gli intagli artistici, in particolare di manifattura asiatica, sono solitamente realizzati con questo tipo. Conosciuto anche come “Momo” che significa pesca in giapponese.

Il Corallo Pelle d’Angelo o Boké

In Italia è conosciuto come “Pelle d’Angelo” e biologicamente appartiene alla specie Corallium elatius che vive nelle acque del Giappone e di Taiwan da 150 a 300 m. È a ventaglio con altezza media di 35 cm, diametro del tronco di 25 mm, peso di 500 g. Il suo colore rosa carne delicato può avere diverse intensità. Il corallo rosa quasi albino ha molti appassionati ed è probabilmente la varietà  più popolare dopo il tradizionale corallo rosso del Mediterraneo.

Corallo bianco o Shiro

Di colore bianco latte, a volte con macchie rosse o rosa, proviene dalla specie Corallium konojoi che vive nelle acque del Vietnam e dell’Hainan da 80 a 300 m. Ha un’altezza media di 35 cm, diametro del tronco di 25 mm, peso di 500 g. Questo corallo ha una forma simile a Momo e Boké, ma il colore è complessivamente bianco, da cui il nome shiro in giapponese.

Corallo Rosato, o Midway

Della specie Corallium secundum si trova nelle acque delle Hawaii e delle Midway Island da 400 a 600 m. Il colore è bianco venato o rosato, talvolta con macchie rosse o rosa chiaro uniforme. È a ventaglio con altezza media di 25 cm, diametro del tronco di 15 mm, peso di 200 g.

Il Corallo Rosso del Mediterraneo

Con il suo rosso uniforme, con saturazione da media a forte, è il corallo più diffuso. Proviene dalla specie Corallium rubrum che vive nelle aree mediterranee e atlantiche dell’Africa settentrionale tra 60 e 1000 m. È a forma di cespuglio con altezza media di 15 cm, diametro del tronco di 8 mm; peso di 100 g. La maggior parte dei reperti storici è impreziosita dal corallo mediterraneo, in quanto varietà più diffusa ed è responsabile dell’associazione del nome del corallo con il colore rosso.

Il Corallo di Sciacca

Appartiene alla stessa specie del corallo rosso del mediterraneo. È di colore arancione, rosa e arancio fumé scuro. Questo tipo di corallo è stato rinvenuto in sedimenti geologici a varie profondità nel sud della Sicilia nella costa di Sciacca. Si tratta di rami o tronchi spesso spezzati con altezza media di 7-10 cm, diametro del tronco di 4 mm. L’origine della sua scoperta risale al 1875 quando fu rinvenuto un primo banco corallino.

Successivamente ne furono trovati in totale tre, ora i giacimenti sono attualmente esauriti. Alcuni depositi simili sono stati segnalati nel Mare di Alboran, a sud della Spagna, a Malta e altrove in Sardegna. La particolarità di questo corallo non è solo il colore, ma si tratta di un tipo di Corallo sub fossile, databile ad alcuni milioni di anni fa.

Oggi è il suo valore è incrementato significatamene proprio perché i tre giacimenti di Sciacca sono esauriti, e le poche disponibilità di materiale grezzo sono custodite dalle aziende più antiche.

Storia della pietra preziosa

collana di corallo
Fonte: Pixabay

Il corallo ha avuto fin dai tempi dei Romani largo impiego nelle arti decorative. I romani, sfruttando le formazioni di Malta e del Mar Rosso, lo usavano per farne collane alle quali attribuivano poteri magici. Queste credenze continuarono nel medioevo e rinascimento, quando il corallo fu usato soprattutto per la fabbricazione di amuleti, spesso sotto forma di eleganti medaglioni, ma anche per oggetti religiosi.

Dal diciottesimo secolo la lavorazione del corallo assunse caratteristiche artistiche, in particolare a Napoli a Torre del Greco, dove si produssero collane, anelli, bracciali, statuine spesso ricavate da un solo ramo di corallo, con incredibile virtuosismo e perizia tecnica. Anche in Cina e in Giappone venivano prodotte opere di questo tipo.

La mitologia del corallo

L’origine del corallo è spiegata nella mitologia greca da Ovidio con la storia di Perseo. Dopo aver decapitato Medusa, il mostro marino che minacciava Andromeda, Perseo posò la testa sulla riva del fiume mentre si lavava le mani. Quando riprese la testa, vide che il sangue aveva trasformato le alghe in corallo rosso. Per questo motivo, la parola greca per corallo è “Gorgeia”, poiché Medusa era una delle tre Gorgoni.

Simbologia, proprietà, benefici

Cosa simboleggia il corallo rosso? Il corallo è da sempre, dai tempi dei romani, considerato un amuleto con proprietà magiche. In particolare il suo valore è apotropaico, cioè un oggetto che può allontanare il malocchio, specialmente protettivo per i neonati.

Il malocchio è una delle tradizioni popolari più radicate in Italia e il corallo nei riti pagani con i rametti appuntiti poteva infilzare l’occhio invidioso.

Anche nella tradizione cristiana, grazie al suo colore associato al sangue di Cristo, veniva utilizzato largamente e in particolare per i reliquiari.

La cristalloterapia

La cristalloterapia associa ai coralli degli effetti calmanti e depuranti, sia a livello fisico che psicologico. Il corallo rosso è visto come un elemento utile a stimolare l’energia e la creatività, mentre quello bianco – o di colorazioni blande – come alleato per l’autostima e, come anche il lapislazzuli, per combattere disturbi correlati all’ansia e allo stress.

Poiché indica la capacità di elevarsi a livello spirituale, l’elemento può tornare utile in qualsiasi momento di tensione della vita, per aiutare a trovare una nuova prospettiva per la risoluzione di un problema. Può essere posizionato nelle stanze dove si necessita una spinta energetica – ad esempio nello studio – oppure indossato in ciondoli e collane, possibilmente vicino al cuore, anche se è la giada il minerale legato al quarto chakra.

Come riconoscerne l’autenticità

gioielli di corallo
Fonte: Pixabay

Identificare gioielli di corallo come preziosi, non è difficile per un gemmologo esperto o un commerciante di coralli. Ma per riconoscere la sua specie originaria, tuttavia, è meglio lasciar fare allo specialista di un laboratorio ben attrezzato per l’analisi degli elementi commerciali e il sequenziamento del DNA, se possibile. A volte, la stessa specie produce materiale con nomi commerciali diversi a causa di colori e distribuzione diversi.

Ma come capire se il corallo è vero? Un modo veloce per riconoscere se la pietra che stiamo comprando è vero corallo può essere la prova a contatto con la pelle. Basterà portare la pietra su una zona del viso e percepire la temperatura. Se calda si tratterà di plastica o pasta di corallo, se fredda potrebbe essere un autentico corallo.

Come pulire i gioielli

I gioielli di corallo sono estremamente belli e particolari, ma devono essere anche conservati per poter mantenerne la bellezza. Con il tempo il corallo, soprattutto se i gioielli sono indossati spesso, può diventare opaco. Infatti il contatto con la pelle e la luce solare fa perdere la brillantezza a questa pietra.

Per questo i gioielli devono essere conservati lontano dalla luce, quindi in un cassetto e non ad alte temperature. Come si pulisce il corallo rosso? Basta immergere i gioielli in una bacinella con acqua e una goccia di sapone delicato.

Dopo mezz’ora strofinare delicatamente con un panno o un batuffolo di cotone. Per ulteriore manutenzione, è opportuno rivolgersi a un orefice che potrà con la sua esperienza trattare il corallo abilmente e con estrema cura.

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