Il Coprinus comatus, anche noto come fungo dell’inchiostro, è un micete che gli appassionati del genere apprezzano molto. Il sapore è fresco e gradevole negli esemplari giovani, tanto che se ne consiglia il consumo da crudi, per insalate gourmet, o al massimo scottati in padella con erbette e pochi condimenti. Ma quello che rende questi funghi davvero interessanti è il loro effetto benefico sulla salute.
Di fatti, il Coprinus comatus, o più facilmente conosciuto col nome di Coprino chiomato, è un fungo noto nel campo della micoterapia. Questa branca della fitoterapia, che adopera i funghi come rimedio per il trattamento dei più comuni disturbi, ha infatti eletto questo esemplare tra quelli più efficaci per alcuni problemi molto diffusi.
Ma prima di addentrarci nella descrizione del Coprinus comatus e dei benefici che può apportare alla salute, capiamo meglio il perché del suo nome. Cosa significa coprinus? Non ci farà piacere forse saperlo, ma il termine “kòpros” deriva dal greco e significa “letame”, mentre “comatus” viene dal latino e vuol dire “dotato di chioma” e il riferimento è duplice.
Da una parte, infatti, questo tipo di fungo cresce su terreni particolarmente ricchi di sostanza organica, ma anche dove risiedono trucioli di legname in decomposizione. Dall’altra, il fungo ha un cappello molto singolare, chiomato appunto, in quanto sulla superficie appaiono delle lamelle che sembrano squame.
Il Coprinus comatus, lo abbiamo detto e ci teniamo a ripeterlo, non è solo un ottimo fungo per scopi alimentari. Ha al suo attivo, infatti, una serie di ricerche mediche incoraggianti, che lo vedono come protagonista di cure e trattamenti naturali. Di seguito le proprietà ad esso riconosciute.
Ci sono, inoltre, ricerche in corso sui potenziali effetti positivi del fungo sulla remissione delle leucemie.
Se il Coprinus è un fungo dalle mille proprietà benefiche per la salute, ci sono alcuni dettagli che dovremmo conoscere prima di eleggerlo come re della tavola. Potresti aver sentito o letto che questo micete è velenoso. In realtà tutto dipende dal suo grado di maturazione.
Il fungo giovane ha un aspetto bianco, che andando avanti con la maturazione tende a diventare rosa e poi scuro. Fino a quando le lamelle sono bianche, significa che il fungo è sicuro e commestibile e possiamo consumarlo anche crudo, per mantenere intatte le vitamine di cui è fonte, le quali diversamente sarebbero alterate dalla cottura.
Ma attenzione, perché se il coprino scurisce, vuol dire che ci espone al rischio di assumere la coprina, una tossina che può provocare disturbi più o meno gravi. Si va infatti dalla tachicardia a sbalzi di pressione, fino alla cefalea.
Dopo aver superato la fase di maturazione, il fungo tende ad annerirsi e decomporsi velocemente, letteralmente sciogliendosi in una colata di inchiostro. Da qui il soprannome che si è meritato.
Una parentesi a parte va aperta a proposito dell’interazione tra questo genere di funghi e l’alcol, per colpa nuovamente della già citata coprina. Tale molecola interagisce negativamente con le sostanze alcoliche, tanto da portare alla produzione di acido 1-amminociclopropano-1-carbossilico, alla base della sintesi di etilene.
Ciò vuol dire che, bevendo alcolici dopo aver assunto coprina, è possibile sperimentare una serie di sintomi a carico del sistema cardiocircolatorio e del fegato. In pratica gli effetti tossici derivati da questa alterazione, possono comportare allucinazioni, tachicardia, cefalee, aritmie e altri disturbi che possono allarmare chi li sperimenta. Per questo si sconsiglia di bere se si assume il fungo.
Ma veniamo ora ad una domanda, come cucinare il Coprinus? Se ha ancora le lamelle del tutto bianche, intatte e attaccate al gambo, significa che è ad uno stadio di maturazione sicuro. Se anche senza esagerare, lo si può consumare crudo, per una ricca insalata, come si fa con i funghi porcini.
Di certo il modo più tranquillo per adoperarlo in cucina è di cuocerlo, sebbene la cottura tenda ad alterare le vitamine presenti. Ma senza dubbio, meglio meno vitamine e più sicurezza nel piatto.
Tra le ricette basiche per il Coprinus comatus, vi suggeriamo la classica trifolatura, che fa uscire il sapore del fungo senza distrazioni. Possiamo usare questi funghi come protagonisti indiscussi della preparazione, o unirli a champignon e finferli per un contorno gourmet da abbinare alla carne.
Come per qualunque trifolatura, si mette a scaldare olio o burro in una padella antiaderente, si aggiunge l’aglio a spicchi e poi i funghi puliti e tagliati, dopo si addiziona il sale. L’ultimo passaggio della ricetta è di insaporire a piacere con pepe nero o altre spezie e di spolverare una manciata di prezzemolo tagliato al coltello.
Se preferiamo, i coprini possono anche essere fritti, o adoperati come ingrediente per focacce, pane fatto in casa, o anche frittate autunnali. E sono ottimi anche se volessimo dare ad un semplice sugo di pomodoro una nota di sapore più accattivante.
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