La guerra in Ucraina e la necessità di staccarsi il più velocemente possibile dalla Russia per la fornitura di gas sta spingendo il governo italiano a studiare e introdurre provvedimenti che permetteranno di risparmiare sui consumi di elettricità e gas con effetto immediato. Tra le prime misure già approvate e pronte ad entrare in vigore a stretto giro c’è la stretta sui termosifoni e i condizionatori negli uffici pubblici, che dovranno rispettare una serie di limiti ben definiti.
La novità è arrivata con un emendamento voluto dal Movimento 5 Stelle al decreto bollette approvato dalla Camera lo scorso 13 aprile. L’emendamento, approvato dalle commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera dei Deputati, stabilisce che dal 1° maggio 2022 la media ponderata della temperatura negli edifici pubblici durante il periodo estivo non dovrà essere inferiore a 27 gradi, con due gradi di tolleranza che fanno abbassare di fatto quel limite a 25 gradi.
La nuova regola entrerà in vigore dal 1° maggio 2022 e resterà valida, salvo modifiche e altri interventi da parte del governo, fino al 31 marzo 2023. La stretta, quindi, non si limita al periodo estivo ed include anche i mesi invernali, stabilendo dei limiti anche sul riscaldamento. Durante l’inverno, sempre per quanto riguarda gli edifici pubblici, la media ponderata della temperatura non dovrà superare i 19 gradi, con due gradi di tolleranza che portano il limite effettivo a 21 gradi.
La cosiddetta “operazione termostato” riguarderà gli uffici delle pubbliche amministrazioni e le scuole, mentre non dovrà essere applicata per altre strutture pubbliche come cliniche, ospedali e case di cura. Non è prevista, almeno in questa fase, l’introduzione di misure analoghe per gli uffici privati o per le abitazioni private, ma non è escluso che col passare dei mesi e del protrarsi della guerra in Ucraina il governo non valuti di estendere queste misure anche in altri ambiti.
La deputata del Movimento 5 Stelle che ha promosso l’emendamento, Angela Masi, ha sottolineato la necessità per la pubblica amministrazione di dare il buon esempio:
Si tratta di un modo semplice per contribuire a diminuire il fabbisogno di gas. È giusto che la Pubblica Amministrazione dia il buon esempio, tagliando gli sprechi e sensibilizzando i cittadini a razionalizzare i consumi.
Questo il testo integrale dell’emendamento approvato alla Camera, che va ad integrare l’articolo 19 del decreto Misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali:
1. Al fine di ridurre i consumi termici degli edifici e di ottenere un risparmio energetico annuo immediato, dal 1° maggio 2022 al 31 marzo 2023 la media ponderata delle temperature dell’aria, misurate nei singoli ambienti di ciascuna unità immobiliare per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici pubblici, a esclusione degli edifici di cui all’articolo 3, comma 4, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 16 aprile 2013, n. 74, non deve essere superiore, in inverno, a 19 gradi centigradi, più 2 gradi centigradi di tolleranza, né inferiore, in estate, a 27 gradi centigradi, meno 2 gradi centigradi di tolleranza.
La regola è chiara, e anche le sanzioni sono piuttosto chiare. In caso di violazione delle regole sono previste multe che possono variare dai 500 euro ai 3mila euro. Quello che non è affatto chiaro è come verranno effettuati i controlli. In attesa di nuove precisazioni da parte dell’esecutivo, è lecito ipotizzare che il compito di controllare che il rispetto delle regole spetterà agli ispettori del lavoro, ma anche le modalità di controllo sono da stabilire e chiarire.
Quello che è certo è che per i cittadini cambierà ben poco in questa fase, anche se, trattandosi di uno sforzo comune per motivi che tutti possiamo comprendere, sarebbe ideale se anche i cittadini, in autonomia, si impegnassero a non esagerare con la temperatura prendendo proprio spunto da queste regole.