Greenstyle Sostenibilità Consumi Condizionatori, arrivano i limiti per tagliare i consumi. Cosa cambia dal 1° maggio 2022

Condizionatori, arrivano i limiti per tagliare i consumi. Cosa cambia dal 1° maggio 2022

Dal 1° maggio 2022 negli uffici pubblici entreranno in vigore dei limiti per condizionatori e termosifoni: cosa prevedono le nuove regole.

Condizionatori, arrivano i limiti per tagliare i consumi. Cosa cambia dal 1° maggio 2022

La guerra in Ucraina e la necessità di staccarsi il più velocemente possibile dalla Russia per la fornitura di gas sta spingendo il governo italiano a studiare e introdurre provvedimenti che permetteranno di risparmiare sui consumi di elettricità e gas con effetto immediato. Tra le prime misure già approvate e pronte ad entrare in vigore a stretto giro c’è la stretta sui termosifoni e i condizionatori negli uffici pubblici, che dovranno rispettare una serie di limiti ben definiti.

Limiti per condizionatori e termosifoni. Cosa cambia dal 1° maggio 2022

La novità è arrivata con un emendamento voluto dal Movimento 5 Stelle al decreto bollette approvato dalla Camera lo scorso 13 aprile. L’emendamento, approvato dalle commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera dei Deputati, stabilisce che dal 1° maggio 2022 la media ponderata della temperatura negli edifici pubblici durante il periodo estivo non dovrà essere inferiore a 27 gradi, con due gradi di tolleranza che fanno abbassare di fatto quel limite a 25 gradi.

La nuova regola entrerà in vigore dal 1° maggio 2022 e resterà valida, salvo modifiche e altri interventi da parte del governo, fino al 31 marzo 2023. La stretta, quindi, non si limita al periodo estivo ed include anche i mesi invernali, stabilendo dei limiti anche sul riscaldamento. Durante l’inverno, sempre per quanto riguarda gli edifici pubblici, la media ponderata della temperatura non dovrà superare i 19 gradi, con due gradi di tolleranza che portano il limite effettivo a 21 gradi.

Chi dovrà seguire i nuovi limiti su condizionatori e termosifoni?

La cosiddetta “operazione termostato” riguarderà gli uffici delle pubbliche amministrazioni e le scuole, mentre non dovrà essere applicata per altre strutture pubbliche come cliniche, ospedali e case di cura. Non è prevista, almeno in questa fase, l’introduzione di misure analoghe per gli uffici privati o per le abitazioni private, ma non è escluso che col passare dei mesi e del protrarsi della guerra in Ucraina il governo non valuti di estendere queste misure anche in altri ambiti.

La deputata del Movimento 5 Stelle che ha promosso l’emendamento, Angela Masi, ha sottolineato la necessità per la pubblica amministrazione di dare il buon esempio:

Si tratta di un modo semplice per contribuire a diminuire il fabbisogno di gas. È giusto che la Pubblica Amministrazione dia il buon esempio, tagliando gli sprechi e sensibilizzando i cittadini a razionalizzare i consumi.

Il testo dell’emendamento che regola la temperatura negli uffici pubblici

Questo il testo integrale dell’emendamento approvato alla Camera, che va ad integrare l’articolo 19 del decreto Misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali:

1. Al fine di ridurre i consumi termici degli edifici e di ottenere un risparmio energetico annuo immediato, dal 1° maggio 2022 al 31 marzo 2023 la media ponderata delle temperature dell’aria, misurate nei singoli ambienti di ciascuna unità immobiliare per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici pubblici, a esclusione degli edifici di cui all’articolo 3, comma 4, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 16 aprile 2013, n. 74, non deve essere superiore, in inverno, a 19 gradi centigradi, più 2 gradi centigradi di tolleranza, né inferiore, in estate, a 27 gradi centigradi, meno 2 gradi centigradi di tolleranza.

Quali sanzioni sono previste per i trasgressori?

La regola è chiara, e anche le sanzioni sono piuttosto chiare. In caso di violazione delle regole sono previste multe che possono variare dai 500 euro ai 3mila euro. Quello che non è affatto chiaro è come verranno effettuati i controlli. In attesa di nuove precisazioni da parte dell’esecutivo, è lecito ipotizzare che il compito di controllare che il rispetto delle regole spetterà agli ispettori del lavoro, ma anche le modalità di controllo sono da stabilire e chiarire.

Quello che è certo è che per i cittadini cambierà ben poco in questa fase, anche se, trattandosi di uno sforzo comune per motivi che tutti possiamo comprendere, sarebbe ideale se anche i cittadini, in autonomia, si impegnassero a non esagerare con la temperatura prendendo proprio spunto da queste regole.

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