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Compostabile, dove si butta?

I rifiuti non umidi contrassegnati compostabili spesso ci lasciano perplessi dal lato del giusto conferimento. Il dubbio è legittimo e ci fa interrogare su quei materiali, come bioplastiche e altri confezionamenti simili, che affollano cucina e dispense. Di fatto, il packaging compostabile non fa altro che alimentare le incertezze sulla raccolta differenziata e sul dove buttarlo.

Compostabile, dove si butta?

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Il rifiuto compostabile non sempre sappiamo dove si butta, in quanto la composizione dei materiali ci fa spesso interrogare su quale sia il bidone corretto di conferimento. Se infatti le rimanenze di cibo le gettiamo senza pensieri nel sacco dell’umido, con questo tipo di pattume, i dubbi non mancano.

Ma andiamo con ordine, a cosa facciamo riferimento quando parliamo di compostabile e quali sono i rifiuti di questa categoria? Il richiamo interessa di solito imballaggi e materiali compositi che riportano la dicitura compostabile, con le bioplastiche che sono un esempio di questa tipologia.

I sacchetti in bioplastica, ma anche il packaging contrassegnato “compostabile” o anche le stoviglie in materiale cartaceo che riportano questa scritta, fanno parte di questo gruppo. Di fatto, i dubbi sul corretto conferimento dei rifiuti è legittimo, in quanto d’istinto li getteremmo per affinità rispettivamente nei bidoni di plastica e carta.

L’errore è dietro l’angolo, come possiamo immaginare, ma le risposte alle nostre domande su dove si getti il compostabile, sono più semplici di quanto non si pensi. Il che significa che non serve andare nel panico quando abbiamo a che fare con questi rifiuti, ma capire di cosa sono fatti e smistarli nel modo corretto.

Dove buttare Tetrapak
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Il compostabile dove si butta

Va aperta una parentesi prima di rispondere al quesito su dove si butti il compostabile ed è capire la differenza tra rifiuti compostabili e biodegradabili. Ci capita a volte di adoperare queste parole come se fossero sinonimi. Ma ci sono sfumature importanti nelle definizioni e, neanche a dirlo, anche sul corretto conferimento di questi materiali.

Il termine degradabile definisce un’ampia categoria di cose capaci di rompersi e disintegrarsi. Non esiste uno standard su come si decompongano, in quanto tempo o quali sostanze di risulta ne deriveranno. Se qualcosa è biodegradabile significa che può essere scomposto da microrganismi presenti in natura come batteri e funghi, ma il processo potrebbe richiedere giorni o anni.

I prodotti etichettati come compostabili, al contrario, devono essere testati per soddisfare dei criteri sul compostaggio industriale, secondo gli standard UNI EN 13432. Gli standard richiedono che i prodotti compostabili si biodegradino e si disintegrino entro 90 giorni e non lascino nell’ambiente residui nocivi.

I test includono una prova di germinazione dei semi, che garantisce che il compost derivato non sia dannoso per la vita delle piante. I prodotti compostabili aggiungono valore al terreno, decomponendosi in materiale che apporta sostanze nutritive per il suolo. I rifiuti compostabili sono sempre biodegradabili, ma non sempre è vero il contrario.

Il bidone per la raccolta dei rifiuti compostabili

Da qui la risposta alla domanda su dove si buttino i rifiuti compostabili: il bidone più corretto per la raccolta è quello organico. E questo perché, al pari degli scarti che siamo soliti gettare nell’umido, anche i compostabili rispondono alle caratteristiche richieste dai comuni per questo conferimento:

  • Si decompongono nel tempo richiesto dall’ambiente di compostaggio
  • Non rilasciano tossine dannose in fase di decomposizione
  • Creano un compost sano che arricchisce il terreno

Ma la regola varia se i rifiuti sono intaccati da residui di oli o altri scarti: in questo caso il bidone di conferimento corretto è quello dell’indifferenziata, o secco. E, come accennato, evitiamo invece i contenitori di carta o plastica, se anche i materiali possano trarci in inganno.

Se gettiamo il compostabile in modi errati corriamo il rischio di alterare i processi di riciclo delle discariche, con danni per l’ambiente che invece potremmo evitare.

 

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