Come riutilizzare l’olio del tonno in scatola?
Come riutilizzare l'olio del tonno in scatola? Questo ingrediente fin troppo spesso sottovalutato è in realtà una fonte di sostanze nutritive utili per la salute, e può rivelarsi un alleato sfizioso per insaporire le nostre ricette.
Fonte immagine: Pixabay
Hai sentito dire che l’olio del tonno non va buttato via, ma sai per quale motivo? E soprattutto, come riutilizzare l’olio del tonno in scatola in cucina? Quando apriamo una scatoletta di tonno, molte volte eseguiamo un’operazione ben precisa: schiacciamo accuratamente il contenuto della scatoletta utilizzando una forchetta o direttamente il coperchio in alluminio, e facciamo scolare via tutto l’olio contenuto in essa.
Lo abbiamo visto fare dalle nostre nonne, dai nostri genitori, dalle zie, e senza pensarci due volte, tendiamo a emulare lo stesso medesimo gesto, scatoletta dopo scatoletta.
Oggi sappiamo che, in realtà, l’olio del tonno in scatola non è affatto un rifiuto: non fa male alla salute, non è un olio da buttare via ma, anzi, può essere impiegato in molte preparazioni. Alcune di queste, pensa, non prevedono neanche la presenza del tonno come ingrediente principale!
Ma perché non si deve buttare l’olio del tonno? E cosa contiene questo ingrediente fin troppo spesso sottovalutato e bistrattato?
Scopriamo tutto quello che c’è da sapere sull’olio del tonno in scatola, quando e come riutilizzarlo e gli accorgimenti da mettere in pratica sin da oggi.
Cosa contiene l’olio del tonno in scatola?
Sebbene possa sembrare un liquido di scarto, in realtà l’olio del tonno in scatola potrebbe nascondere un paio di inaspettate sorprese.
In base ai risultati di una ricerca condotta dalla Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari per l’ANCIT (Associazione Nazionale Conservieri Ittici e delle Tonnare), pare che l’olio di oliva presente nelle scatolette del tonno sia in realtà ricco di sostanze nutritive solitamente assenti (o presenti solo in quantità limitate) nel normale olio EVO.
Stiamo parlando, ad esempio, degli acidi grassi Omega 3 (DHA) e della vitamina D, di cui l’olio di oliva si arricchisce rimanendo a contatto per diverso tempo con il tonno. Certo, anche la qualità dell’olio conta: perché possa offrire effetti benefici per la salute, dovrebbe essere un olio extravergine di oliva di ottima qualità.
In attesa che vengano condotti ulteriori studi al riguardo, quindi, possiamo affermare che l’olio di copertura del tonno in scatola merita decisamente di essere utilizzato in cucina. Ma come riutilizzarlo nelle nostre ricette?
Come riutilizzare l’olio del tonno in scatola?
Tirando le somme, l’olio di oliva del tonno in scatola non va considerato come un rifiuto di cui disfarsi (fra poco, peraltro, capiremo anche come eliminare l’olio in modo corretto), ma piuttosto come un ingrediente da adoperare in cucina. Ma in che modo? Come utilizzare l’olio del tonno sott’olio?
Ecco alcune idee che potrebbero darti la giusta ispirazione:
- Usa l’olio del tonno per le marinature di pesce
- Aggiungilo alle salse per conferire un buon profumo di mare
- Uniscilo agli altri ingredienti per preparare degli ottimi cracker al tonno
- Utilizzalo per insaporire i tuoi piatti, dall’antipasto ai secondi
- L’olio del tonno può essere usato anche per condire le insalate o una fetta di pizza alla marinara con acciughe
- Utilizzalo per insaporire il tuo hummus fatto in casa
- Puoi usare l’olio anche per preparare il soffritto per la pasta al tonno
- Versa un filo d’olio del tonno sulle bruschette con le acciughe e pomodorini.
Dove buttare l’olio del tonno in scatola?
Come anticipato, se l’idea di utilizzare l’olio del tonno in cucina proprio non ti convince, puoi certamente decidere di eliminarlo, ma attenzione, il lavandino della cucina non è assolutamente il posto giusto dove gettarlo, né lo è il wc. L’olio, infatti, non è biodegradabile, e può danneggiare il nostro ambiente.
Per smaltirlo correttamente, bisognerà quindi raccogliere l’olio in un apposito contenitore con altri oli esausti, per poi portarlo nelle isole ecologiche della propria zona.
Fonti