Come fare un giardino zen

Il giardino zen fonda le sue antichissime origini in Giappone: affine alla filosofia buddista, è progettato per favorire la meditazione e il relax. In questa tipologia di giardino, dal design fortemente minimalista, gli elementi vegetali sono simboleggiati da sassi e rocce, ovvero alberi e montagne, nonché da ghiaia e sabbia per riprodurre i corsi d'acqua. Oggi i giardini zen sono presenti pressoché in tutto il mondo.

Come fare un giardino zen

Fonte immagine: Unsplash

Come fare un giardino zen? È questa una delle domande più frequenti fra gli appassionati di giardinaggio, nel notare come questa antichissima arte giapponese stia prendendo sempre più piede anche in Europa. D’altronde, il giardino zen non è soltanto un luogo da ammirare, data la sua incredibile bellezza, ma anche uno spazio da dedicare alla meditazione e al relax. Fortunatamente, gli elementi per costruirlo sono alla portata di tutti: basta seguire alcune facili istruzioni.

Naturalmente, prima di procedere alla creazione di un giardino zen, è sempre necessario valutare lo spazio a propria disposizione e la possibilità di approfittare di un luogo silenzioso e calmo. Spazi aperti nelle vicinanze delle principali arterie stradali, o inseriti in quartieri caotici, potrebbero non essere adatti al livello di meditazione che questo spazio esterno richiede. Di seguito, qualche informazione utile.

Come fare un giardino zen

Con il termine comune di giardino zen si indica uno spazio esterno, abbellito con pochi elementi, pensato per favorire il relax e la meditazione. Questa tipologia di giardino nasce in Giappone ed è legato alla filosofia buddista e, proprio per questo, mette al centro i tre principali elementi del Pianeta: acqua, aria e terra. Tuttavia, si tratta di una rappresentazione in miniatura degli spazi naturali, dove i singoli elementi vengono simboleggiati da rocce, sabbia e altre tipologie di minerali. Diffuso da secoli in patria, oggi i giardini zen spopolano in tutto il mondo, dove vengono apprezzati non solo per le loro caratteristiche meditative ma anche per il loro unico design.

Le origini del giardino zen

Così come già accennato, il giardino zen trova la sua origine in Giappone, per una storia davvero radicata nei secoli. Si pensa che la sua prima comparsa sia avvenuta durante il periodo Heian (794-1185), per trovare tuttavia una maggiore diffusione poco più tardi, durante il periodo Kamakura (1185-1333). È proprio in questi anni che vengono sviluppati i primi “kare-sansui” – ovvero i primi giardini zecchi – dove gli elementi tipici della natura vengono rappresentati con sabbia, ghiaia e massi. È però durante il periodo Muromachi (1336-1573) che questi giardini diventano sempre più simili a come li conosciamo oggi, per fare poi la loro apparizione nei templi buddisti, nei giardini privati e nei luoghi di culto di tutto il Giappone.

Il giardino zen, così come già spiegato, è legato alla filosofia buddista e all’importanza conferita da questa disciplina alla meditazione. La possibilità di approfittare di uno spazio dall’aspetto minimalista, dove gli elementi della natura sono solamente simboleggiati, aiuta infatti a rilassarsi e favorisce la meditazione. Per incentivare questo processo, nel corso dei secoli sono stati aggiunti numerosi elementi – come ponti in legno e lampade – così come l’immancabile rastrello. Quest’ultimo viene impiegato per tracciare delle linee su sabbia e ghiaia, per ricreare visivamente il flusso dei corsi d’acqua.

Gli elementi del giardino zen

Giardino zen e ghiaia
Fonte: Unsplash Giardino zen e ghiaia

Come già spiegato, il giardino zen riproduce la natura, sostituendo però agli elementi vegetali altri di origine minerale che li possano rappresentare. Per questa ragione, per realizzare uno spazio dedicato alla meditazione serve procurarsi:

  • Sabbia e ghiaia: costituiranno la base, il fondo, del giardino zen. Di norma, simboleggiano l’acqua e il suo scorrere, tracciata di volta in volta da chi pratica la mediazione;
  • Rocce: di varia dimensione, dalle più piccole alle più vistose, simboleggiano colline e montagne;
  • Rastrello: è indispensabile per tracciare la forma e la direzione dei corsi d’acqua che si vorranno produrre. Spesso viene custodito dagli stessi monaci buddisti, come elemento di congiunzione tra la sfera reale e quella spirituale dell’uomo.

Vi possono poi essere degli elementi accessori che possono contribuire alla costruzione di un giardino zen, come ad esempio piccoli ponti in legno e lampade. Non sono inoltre del tutto assenti le componenti vegetali: questi giardini possono essere completati, ad esempio, con bonsai che ne delimitano il perimetro o, ancora, con fiori di loto se nelle vicinanze sono presenti stagni o corsi d’acqua naturali.

Come costruire il giardino

Costruire un giardino zen richiede una buona capacità di pianificazione, perché tutti gli elementi devono essere visivamente equilibrati e in armonia, per favorire appunto la meditazione. In via esemplificativa, i passaggi da seguire potrebbero essere i seguenti:

  • Progettazione: analizzare le dimensioni dello spazio a propria disposizione e decidere dove posizionare gli elementi, affinché si raggiunga un buon equilibrio visivo. Ancora, bisogna ricordare quali siano i simboli associati agli elementi: sabbia e ghiaia rappresentano l’acqua, mentre sassi e rocce sono alberi e montagne, a seconda della dimensione;
  • Stendere sabbia e ghiaia: fatto il progetto, il primo passo è quello di stendere sabbia e ghiaia, come base del giardino. È utile scegliere ghiaia di piccole dimensioni e, ancora, preferire la sabbia il più possibile bianca;
  • Adagiare rocce e massi: come già spiegato, rappresentano montagne e alberi e devono essere in armonia con tutti gli elementi del giardino. Sono in genere molto apprezzate le rocce dalle forme irregolari o, ancora, quelle erose e rese arrotondate dall’acqua;
  • Scegliere un punto focale: per favorire la meditazione, è utile predisporre un punto focale al centro del giardino zen, come un ponte, un vistoso bonsai, una lanterna oppure una statua di Buddha;
  • Predisporre il rastrello: solitamente di medie dimensioni e realizzato in legno, servirà per disegnare i corsi d’acqua con ghiaia e sabbia.

Le configurazioni possono essere le più svariate, molto dipende dalla propria creatività, purché tutti gli elementi previsti siano in armonia.

Fonte:

Seguici anche sui canali social

Ti potrebbe interessare

Pungitopo: la coltivazione della pianta invernale
Giardinaggio

Il pungitopo è una delle piante ornamentali e invernali più diffuse, poiché viene scelto per creare splendide decorazioni natalizie. Tuttavia spesso viene confuso con l’agrifoglio e, fatto non meno importante, non sempre è possibile raccoglierlo in natura: in diverse Regioni questa pratica è infatti vietata. Tuttavia, il pungitopo può essere anche facilmente coltivato: si tratta infatti di una pianta adattabile e resistente al freddo.