
Il contesto della nuova normativa (www.greenstyle.it)
Dal 3 aprile 2025, il panorama dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) ha subito un cambiamento significativo.
La nuova normativa, frutto della Legge di Bilancio 2024, ha introdotto la possibilità di non considerare nel calcolo dell’ISEE i risparmi detenuti in buoni fruttiferi, libretti postali e titoli di Stato, fino a un massimo di 50.000 euro. Questa modifica ha sollevato un vero e proprio dibattito, portando molti a chiedersi se sia opportuno rivedere il proprio ISEE alla luce di queste novità.
La modifica al calcolo dell’ISEE è stata motivata dalla necessità di rendere il sistema più equo e accessibile, soprattutto per le famiglie con risparmi. Tuttavia, non tutti sono obbligati a procedere con il rinnovo. Infatti, chi ha già un ISEE attestato valido fino al 31 dicembre 2025 può continuare ad utilizzarlo senza dover affrontare la spesa per una nuova Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU). Questo è un aspetto fondamentale da considerare: non sempre un nuovo calcolo porterà a un beneficio tangibile.
Chi deve rinnovare l’ISEE?
La decisione di rifare l’ISEE dipende principalmente dall’utilizzo che si intende fare di questo indicatore. Per esempio, se una famiglia utilizza l’ISEE per richiedere prestazioni sociali come l’Assegno Unico, è cruciale valutare se il nuovo calcolo possa portare a un miglioramento della situazione. Se l’ISEE attuale è già sotto la soglia massima per ricevere tali benefici, il rinnovo potrebbe rivelarsi superfluo.
Un esempio pratico può chiarire questa situazione. Immaginiamo un lettore con un ISEE di 14.500 euro, proprietario di due case e con un libretto di risparmio di 2.000 euro. Sua moglie possiede buoni fruttiferi per un valore totale di 10.000 euro, mentre i due figli hanno ciascuno buoni da 1.000 euro. In questo caso, se il lettore decidesse di rifare l’ISEE, dovrebbe considerare se il nuovo calcolo porterebbe a un abbassamento significativo dell’indicatore e quindi a un accesso a prestazioni sociali che altrimenti non potrebbe ottenere.
Un aspetto cruciale da tenere in considerazione è la franchigia di 50.000 euro, che consente di escludere dal calcolo dell’ISEE i risparmi in buoni e libretti fino a quel limite. Questo significa che per i nuclei familiari con patrimoni modesti, l’impatto sulla situazione economica potrebbe essere molto contenuto. Infatti, la nuova normativa stabilisce che il patrimonio mobiliare incide per il 20% sul calcolo dell’ISEE, ma solo una volta rapportato alla scala di equivalenza basata sulla composizione del nucleo familiare.
Per chi ha pochi risparmi, quindi, l’ISEE potrebbe scendere solo di poche centinaia di euro, un importo che potrebbe non giustificare le spese associate al rinnovo della DSU. È essenziale quindi valutare attentamente quale sia la situazione economica complessiva e se ci siano vantaggi reali nel rinnovare il documento.

In risposta ai dubbi e alle incertezze delle famiglie, l’INPS ha messo a disposizione un simulatore online. Questo strumento consente agli utenti di inserire i propri dati reddituali e patrimoniali, sia con che senza i buoni e i libretti, per verificare se il nuovo calcolo dell’ISEE possa portare a un abbassamento dell’indicatore. Utilizzare il simulatore può fornire un’idea chiara della situazione e aiutare a decidere se sia il caso di recarsi presso un CAF per rinnovare l’ISEE.
Per accedere al simulatore, basta visitare il sito ufficiale dell’INPS, dove è possibile trovare la sezione dedicata. Questo strumento si rivela particolarmente utile per chi si trova in una situazione di confine, permettendo di ottenere una stima del nuovo ISEE e valutare se ci siano opportunità di accesso a prestazioni sociali.
Un altro aspetto da considerare sono i costi associati al rinnovo dell’ISEE. Molti CAF applicano una tariffa per la correzione della DSU, e in alcuni casi, potrebbe esserci un costo anche per la prima registrazione della nuova DSU.