Erica
L’erica rappresenta da sempre una delle piante ornamentali più scelte dagli appassionati di giardinaggio. Non solo perché esteticamente accattivante, ma anche perché resistente e facile da coltivare. Questo vegetale di origine africana, infatti, si rivela decisamente rustico e richiede poche cure, tanto da risultare adatto anche a coloro che non hanno il pollice verde.
Ma come coltivare la pianta di erica in vaso e in giardino? Come già accennato, le varietà di erica sono molto semplici da coltivare.
Non vi sono particolari intoppi su qualsiasi zona dello Stivale, tuttavia è sempre utile chiedere un parere al proprio fornitore di prodotti di botanica di fiducia o al vivaio. Se si decide di esporre l’erica all’esterno, infatti, è necessario verificare che il clima tipico del proprio luogo di residenza sia compatibile con le necessità della pianta.
Di seguito, tutte le informazioni utili.
Con il termine botanico Erica si indicano diverse piante ornamentali appartenenti alla famiglia delle Ericaceae. Di origine africana, oggi si contano più di 850 specie di questa pianta, tutte con caratteristiche simili. Spesso tuttavia l’erica viene confusa con il brugo, la Calluna vulgaris: si tratta di una pianta sempre appartenente alla famiglia delle Ericaceae, decisamente affine proprio all’erica nelle sue fattezze.
Quasi tutte le specie di erica sono arbustive e si caratterizzano per la produzione di numerosi fusti, la cui altezza può variare a seconda della specie. In generale, le varie tipologie si attestano tra i 20 e gli 1.5 metri d’altezza, ma vi sono alcune varietà – come l’Erica scoparia e l’Erica arborea – che possono anche sfiorare i 7 metri d’altezza.
I fusti si caratterizzano per una forma allungata ed eretta, dai quali prendono vita decine di piccole inflorescenze disposte a spiga: queste possono assumere le più svariate colorazioni, dal bianco al rosso intenso, passando per il giallo e molte altre tonalità.
Le più diffuse e gradite sono quelle del rosa, del fucsia e del violaceo, molto apprezzate sia per abbellire dei balconi fioriti che per realizzare aiuole colorate e piccole siepi.
La fioritura dell’erica avviene solitamente dalla fine dell’estate fino all’autunno inoltrato, anche se molto dipende della specie: vi sono alcune varietà già attive tra la fine della primavera e l’inizio del periodo estivo, altre più tardive che proseguono nella produzione di inflorescenze anche per una parte considerevole dell’inverno.
L’erica vanta inoltre alcune proprietà benefiche, tramandate nella cultura popolare e considerate a tutti gli effetti nel grande insieme dei rimedi naturali utili alla salute.
Presenta infatti qualità diuretiche, antisettiche, astringenti e antinfiammatorie e, per questa ragione, è spesso scelta per il trattamento delle infiammazioni delle vie urinarie, come le cistiti e le uretriti. Dall’Erica arborea, inoltre, si ricava un miele dal colore ambrato e dal gusto intenso.
Come già accennato, l’erica è una pianta ornamentale di facile coltivazione, sia in vaso che in giardino. Questo perché quasi tutte le specie sono rustiche e provengono tutte dalla medesima pianta selvatica, dimostrando una buona resistenza alle varie condizioni atmosferiche e una media adattabilità alle varie tipologie di terreno. Affinché possa crescere rigogliosa, tuttavia, è indispensabile assicurarle alcune necessità.
Per assicurare una crescita sana dell’erica e garantire sempre un’abbondante fioritura, è necessario rispettare alcune condizioni utili allo sviluppo della pianta:
Praticamente tutte le piante di erica possono essere facilmente coltivate in vaso e in giardino. Nel primo caso, come di consuetudine, sarà indicato predisporre sul fondo un letto di ghiaia, cocci o palline d’argilla espansa, per favorire il deflusso dell’acqua ed evitare i ristagni.
Si dovrà quindi riempire tutto con del terriccio morbido e mediamente acido, evitando invece terreni argillosi oppure calcarei. In giardino le cure sono minime: nella maggior parte dei casi non sarà nemmeno necessaria una fertilizzazione, anche se si consiglia sempre di ricorrere a del concime organico almeno prima della semina o del trapianto.
La coltivazione dell’erica può avvenire per semina, che può essere effettuata direttamente in piena terra o nel vaso. La modalità più diffusa è però quella del trapianto di piantine d’acquisto o, ancora, la talea. Quest’ultima è abbastanza semplice da realizzare: si recupera un fusto di almeno 10 o 15 centimetri di lunghezza e lo si posiziona in un bicchiere d’acqua, fino all’apparizione delle radici.
Quando queste risulteranno abbastanza sviluppate, si potrà trasferire la piantina ottenuta nella sua dimora definitiva. Le operazioni di semina avvengono di solito in primavera, invece quelle di trapianto oppure di rinvaso con l’arrivo dell’estate.
Così come avviene per tutte le varietà ornamentali, anche l’erica ha bisogno di alcune cure da garantire nel tempo. Di seguito, le necessità più comuni.
La pianta di erica ha bisogno di alcune cure specifiche in estate, poco prima dell’avvio della sua fioritura. Innanzitutto, bisognerà predisporre delle zone d’ombra sufficienti nelle ore più calde della giornata, per evitare che i raggi troppo forti del sole possano danneggiare i fusti della pianta. Inoltre, utile sarà aumentare l’apporto d’acqua al crescere della temperatura.
In inverno, poco dopo dall’ultima fioritura, sarà necessario predisporre delle opportune coperture se nel luogo in cui si risiede sono frequenti le gelate, sotto i 7-4 gradi. Per farlo si può ricorrere a delle protezioni in legno oppure con teloni di plastica, purché si garantisca una sufficiente traspirazione.
Alcune varietà di erica crescono molto velocemente e con fusti molto vistosi, che potranno essere potati a piacere sia per dar forma al cespuglio che per controllare uno sviluppo eccessivo. Per farlo, si eliminano i fusti più esterni o quelli secchi, facendo ricorso a cesoie sterili ed effettuando dei tagli obliqui.
Sul fronte dei parassiti, l’erica può essere attaccata oidio, cocciniglie, afidi e ragnetti rossi, soprattutto se l’ambiente risulta molto umido.
Il controllo della loro proliferazione può avvenire avvalendosi di rimedi naturali come l’olio di neem e, soprattutto, riducendo le annaffiature se l’ambiente presenta un’umidità elevata.
Fonti