Felce capelvenere
Come coltivare il capelvenere in vaso, allo scopo di abbellire un appartamento oppure un davanzale non troppo soleggiato? È questa la domanda che sarà sicuramente sorta a molti appassionati di giardinaggio, nel conoscere questa bellissima felce. Dalle foglie a ventaglio e dalle fronde molto ricche, il capelvenere ha trovato ormai spazio in moltissime abitazioni come coltivazione d’interno, anche se la sua cura richiede qualche attenzione in più, poiché pianta decisamente delicata.
Proprio poiché specie vegetale abbastanza delicata, prima di procedere con la coltivazione si consiglia di verificare che vi siano le condizioni necessarie alla sue crescita rigogliosa. A questo scopo, è utile chiedere un parere al proprio fornitore di prodotti di botanica di fiducia, per verificare che il capelvenere possa adattarsi alle condizioni climatiche tipiche del proprio luogo di residenza. Di seguito, qualche informazione utile.
Con il termine comune di capelvenere si identifica l’Adiantum capillus-veneris, una felce appartenente alla famiglia delle Adiantaceae. La pianta è nota sin da tempi antichi per la sua bellezza: si caratterizza infatti per delle delicate foglie a ventaglio, che crescono numerose su esili rametti ricadenti. Pur raggiungendo altezze abbastanza ridotte – circa di 40 centimetri – i generosi rami rendono la pianta davvero appariscente, tanto da ricordare proprio una folta chioma di capelli. In natura cresce spontaneamente lungo pareti rocciose, rocce o sui pendii boschivi di colline e montagne, dove trova la giusta umidità per potersi sviluppare indisturbata. Ma come la si coltiva in vaso?
Come già accennato, il capelvenere è un vegetale abbastanza delicato e la cura in vaso richiede qualche attenzione in più rispetto ad altre varietà ornamentali. A partire dalle necessità della pianta:
Il capelvenere si può di certo coltivare in vaso, sempre prestando attenzione alla delicatezza della pianta. Innanzitutto, bisogna scegliere un contenitore dalle dimensioni adeguate: la pianta tenderà infatti a estendersi molto in larghezza, con numerose fronde, di conseguenza servirà un vaso che sia in grado di supportare questa estensione. Dopodiché, sul fondo andrà predisposto un letto di ghiaia e cocci o palline di argilla espansa, per aumentare le capacità drenanti del terreno. Può essere utile anche mescolare al terreno un po’ di compost o altro concime organico, per aumentare le sostanze nutritive a disposizione della pianta.
Il capelvenere può essere coltivato a partire dal seme, tuttavia le modalità più diffuse di moltiplicazione sono altre. Innanzitutto, per divisione: in primavera, si dividono manualmente le radici dotate di germogli, per ripiantarle direttamente in più vasi. In alternativa, la pianta produce nella tarda estate delle spore sull’estremità delle sue foglie: questa strategia è molto utile alla specie per la moltiplicazione in natura, mentre è più difficile per la coltivazione in vaso. In ogni caso, quando le spore appaiono mature, si scuote una fronda affinché si distacchino, ad esempio sopra un foglio oppure un panno in tessuto. Le spore vengono quindi raccolte e seminate a spaglio in vaso, inumidendo leggermente il terreno affinché possano svilupparsi.
Il capelvenere ha bisogno di alcune cure cicliche, per poter crescere senza troppi intoppi anche in vaso. Innanzitutto, è necessario controllare sempre lo stato delle foglie: se chiare e ingiallite, potrebbero segnalare un’eccessiva irrorazione solare. Se secche e poco vitali, invece, dovrebbero suggerire un apporto non sufficiente d’acqua oppure l’esposizione in ambienti non sufficientemente umidi.
È inoltre importante controllare ciclicamente la presenza di funghi e parassiti, che potrebbero danneggiare irrimediabilmente la pianta. In particolare, il capelvenere è spesso vittima dell’azione delle cocciniglie, da combattere anche con semplici rimedi naturali, come ad esempio dell’olio di neem disciolto in acqua e nebulizzato regolarmente sulle foglie della felce.
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