Colombe e piccioni: quali sono le differenze
Piccioni e colombe vengono differenziati nel linguaggio comune, ma in realtà si tratta dello stesso animale: ecco le loro caratteristiche principali.
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Nell’immaginario comune, colombe e piccioni sono considerati come due animali differenti. Una concezione forse nata dal diverso colore del suo piumaggio o, ancora, dall’altrettanto variegato rapporto che nei secoli si è instaurato con l’uomo. Eppure, nonostante le credenze diffuse, colombe e piccioni sono appartenenti alla stessa specie. Da dove derivano, di conseguenza, le supposte differenze che tutti conoscono?
Di seguito, una breve indicazione sulla differenza linguistica tra piccioni, colombi e colombe, così come qualche curiosità su questa singolare specie.
Piccioni, colombe e colombi: i termini
Così come già accennato, colombe e piccioni appartengono alla medesima specie. Sono infatti entrambi rappresentanti di Columba livia, una specie d’uccello appartenente alla famiglia delle Columbide. In altra parole, si tratta dello stesso animale, differenziato nel linguaggio comune a seconda della colorazione del piumaggio.
Ed è proprio il linguaggio comune ad aver probabilmente generato confusione nei confronti di questo animale, poiché si ricorre addirittura a tre termini diversi per identificare lo stesso volatile. Nel parlato si usano infatti:
- Piccioni: i rappresentanti della Columba livia dal manto scuro e grigiastro, solitamente liberi o selvatici, abbondantemente presenti nelle città italiane;
- Colombi: un sinonimo di piccioni, usato in molte regioni dello Stivale per identificare gruppi molto affollati di questi volatili;
- Colombe: gli esemplari dal piumaggio uniforme, solitamente bianco, scelti come animali da allevamento. Con il termine colombe si indicano indifferentemente gli individui di sesso maschile che femminile.
Proprio per effetto dell’allevamento dell’uomo, è raro vedere colombe in libertà. In ambito selvatico sono infatti i piccioni a essere più presenti, poiché mai selezionati per un allevamento diretto, se non gli esemplari da gara. Quando si notano dei volatili di colore bianco, di conseguenza, si tratta di colombe fuggite dai loro allevamenti oppure rilasciati durante matrimoni e altri eventi simili, ormai tornati alla vita selvatica.
Colombe e piccioni: origini e caratteristiche
Con il termine Columba livia si identificano degli uccelli appartenenti alla specie delle Columbide. Così come già spiegato, piccioni, colombi e colombe sono in realtà tutti lo stesso animale, a cambiare sono le colorazioni del piumaggio e il tipo di allevamento voluto dall’uomo.
Piccioni e colombe vedono una lunghezza del corpo di circa 30 o 40 centimetri, con una larghezza alare di circa 65 centimetri. I piccioni si caratterizzano per un piumaggio perlopiù nero e grigio, con alcune sfumature bluastre a livello del collo. Le colombe si riconoscono invece per la loro colorazione uniforme, nella maggior parte dei casi bianca, anche se non mancano esemplari beige o marroni. Gli occhi sono generalmente arancioni o rossi.
Questi animali sono molto abili e resistenti nel volo, nonché decisamente scaltri. Furbizia e adattabilità hanno permesso ai volatili di diffondersi velocemente in quasi tutti gli habitat, tanto che non è raro vederli a centinaia nei centri delle città. Fortemente opportunisti, tendono a concentrarsi nelle zone più popolate dall’uomo, dove possono approfittare di scarti alimentari in abbondanza oppure dei gustosi mangimi offerti dai turisti.
Molto prolifici nella riproduzione, oggi la loro presenza non è sempre particolarmente apprezzata, perché considerata specie particolarmente invasiva. In passato, tuttavia, avevano un’importanza fondamentale per le comunicazioni. Prima dell’invenzione del telegrafo, questi uccelli venivano infatti scelti per la loro capacità di viaggiare per chilometri e la facilità d’addestramento, allo scopo di trasferire messaggi da una località all’altra.