Se per il cane diamo scontato l’uso del collare, l’utilizzo del collare nel gatto, invece, andrebbe riservato solo a casi particolari. Il gatto non ha bisogno del collare, anzi, il suo utilizzo potrebbe essere controproducente.
Solitamente mettiamo il collare ai gatti per soddisfare una nostra esigenza estetica: ci piace vedere quei collari più o meno decorati e fantasiosi attorno al collo del micio. Ma in realtà i gatti non ne hanno affatto bisogno.
Parlando di rischi dell’uso del collare nel gatto, ne citiamo tre:
Ci sono solo alcuni casi in cui è necessario far indossare un collare al gatto:
Il collare elisabettiano serve per evitare che il gatto si tolga i punti dopo una chirurgia, si lecchi una ferita impedendone la guarigione o si tolga una medicazione. Ne esistono di diversi modelli in commercio. Quello classico è l’imbuto o cono di plastica.
Nei gatti si usano le misure più piccole e vanno agganciati a un collarino. Sempre dello stesso modello trovate in commercio quelli di stoffa, realizzati con materiali più morbidi.
Esistono anche quelli gonfiabili per gatti, sembrano delle grosse ciambelle, ma non sempre hanno la stessa efficacia di quelli in plastica. Il gatto, infatti, essendo molto più agile e peperino del cane, lo spinge facilmente indietro lungo il collo, vanificandone l’efficacia.
Tuttavia devo ammettere che quelli con fantasia a ciambella, a fiore o arcobaleno sono molto graziosi, esteticamente parlando.
La ditta Balto, poi, ha creato un collare rigido che serve a limitare i movimenti della testa. Utile per evitare che il gatto riesca a leccarsi o mordicchiarsi sul corpo, non servono per evitare che il gatto si gratti la zona della testa.
Ricordiamo, infatti, che spesso i gatti soffrono di dermatiti sul capo, otoacariasi, dermatite da morso di zanzara, dermatite miliare allergica alimentare: un uso del collare elisabettiano è proprio quello di evitare che si ferisca muso e testa grattandosi con le zampe.
Per ovviare al problema, sono stati inventati anche i cosiddetti collari antistrozzo per gatti. Si tratta di collari con sgancio rapido. In pratica se il gatto dovesse rimanere impigliato da qualche parte per colpa del collarino, il meccanismo si apre automaticamente da solo quando sottoposto a una determinata pressione.
Naturalmente tale pressione deve essere adeguatamente corretta: se tarato su pressioni minime, il gatto se lo sfilerà troppo facilmente. Ma se tarato su pressioni elevate, non ottempera alla sua funzione principale.
I classici collari per gatti con targhetta o medaglietta si usano con l’intenzione di fornire un nome e un numero di telefono da contattare in caso di smarrimento del micio. Però anche qui il problema è sempre lo stesso.
A parte che il gatto si sfila i collari con una facilità incredibile, il suddetto collare potrebbe agganciarsi ovunque, finendo con lo strozzarlo.
Comunque sia, questi collarini si trovano di tutti i materiali e i colori. Molto comuni quelli di stoffa o di velluto, ma ne esistono anche di materiali più rigidi e di metallo.
Meglio evitare il collare per i gatti con campanellino. Quel continuo “ding ding” nelle orecchie ogni volta che si muove potrebbe creare fastidio e stress nel micio sul lungo periodo. Inoltre, etologicamente parlando, il gatto è un animale predatore che fa della silenziosità il suo vanto. Mettendogli addosso una cosa che fa rumore non appena si muove, potremmo mortificare il suo spirito da cacciatore.
In commercio esistono anche i collari per gatti con gps. Derivati da quelli per i cani, sono dotati di un dispositivo gps che si collega ad un’apposita app e che permette di localizzare più o meno la posizione del gatto.
In realtà questi hanno una loro utilità, anche se è vero che non sono precisi al metro e che funzionano solo entro una certa distanza. Però c’è sempre il problema collegato al fatto che anche loro possono impigliarsi ovunque.
In generale collare no per il gatto. I mici non hanno bisogno di collari. Nei cani fondamentalmente servono come dispositivo antifuga per agganciare il guinzaglio, ma nel gatto non c’è questa esigenza. Oltretutto, come abbiamo visto, sono più i rischi che i benefici.
Gli unici casi in cui si rendono necessari sono i collari elisabettiani post chirurgia ed eventualmente, se proprio vogliamo, quelli con gps per localizzare i gatti che possono accedere all’esterno.
Se proprio non puoi fare a meno di mettere un collare al gatto, almeno scegli quelli antistrozzo. Prima di applicarli, assicurati che non abbiano asperità che possano ferire la cute del gatto. E assicurati anche che il meccanismo sia correttamente tarato.
Fallo indossare gradualmente al gatto, ma se vedi che si artiglia con le zampe per cercare di toglierselo, desisti dal tuo proposito: meglio un gatto in casa senza collarino che un gatto con collarino e ferite multiple sul collo.