Circo Orfei, animali maltrattati. La denuncia di una visitatrice
Testimonianza shock di una visitatrice del noto circo italiano: la testimone riferisce di animali presumibilmente drogati e in precarie condizioni di salute
Il circo di nuovo sotto accusa per maltrattamenti agli animali. Al centro delle polemiche questa volta quello della nota famiglia circense italiana, gli Orfei. L’episodio a cui si fa riferimento è avvenuto a Savona, in coda allo spettacolo consueto. Corrispondendo un sovrapprezzo sul biglietto d’ingresso era possibile visitare il “dietro le quinte”, luogo dove venivano tenuti gli animali.
Stando a quanto riportato dalla visitatrice, sarebbe più corretto parlare di animali “de-tenuti”. Leoni, tigri, elefanti apparivano come drogati, alcuni di loro mostravano anche i segni di un precario stato di salute. Sullo stesso circo si era già abbattuta la protesta dei comitati animalisti, che protestavano per la presenza di quegli esemplari nello “spettacolo”.
Lasciamo alle parole della testimone la spiegazione di quanto avvenuto, che ha davvero dell’incomprensibile e che speriamo possa, quanto prima, avviare un’indagine della Procura per valutare eventuali reati per violenza sugli animali:
Giovedì scorso – racconta P.R. – convinta da due amici sono stata al circo Orfei Martini a Savona. A metà dello spettacolo con tre euro aggiuntivi si poteva accedere al retro del tendone dove si trovava ‘lo zoo itinerante’ con animali che non si sono esibiti durante lo spettacolo. Abbiamo deciso di visitarlo: lo spettacolo di questo ‘zoo’ è vergognoso. Una tigre in una gabbia piccolissima senza nemmeno una ciotola d’acqua e a fianco un leone malconcio entrambi visibilmente drogati e confusi, un elefante con un occhio chiuso e pus bianco che gli sgorgava dall’altro.
Il racconto purtroppo non si ferma qui, ma coinvolge persino alcuni animali acquatici, oltre a ippotami e boa giganti:
Inoltre – continua la savonese – salendo su una rampa ci siamo trovati davanti un coccodrillo gigante stordito con a disposizione una vasca che sembrava una pozzanghera, l’acqua mi sarà arrivata a malapena alle caviglie, dall’altro lato una vasca, sempre con un dito d’acqua, in cui stavano ammassati quattro o cinque boa giganti. Andando avanti c’era un camion con una vasca minuscola in cui c’era uno squalo. In un recinto grosso quanto il mio bagno, costituito da transenne invece c’era un ippopotamo. E’ incredibile – conclude nel suo racconto-denuncia – uno squalo in una piscina grossa come quelle per bambini, un coccodrillo gigante senza acqua, non posso credere che tutto questo avvenga in un paese civile.