Il cinghiale è un animale selvatico appartenente alla famiglia dei suidi, come il maiale (che è una sottospecie del cinghiale, è il Sus scrofa domesticus). Dal corpo rivestito di setole, temuto durante le passeggiate fra i boschi (gli incontri con un cinghiale non sempre sono piacevoli), apprezzato per la sua carne (a patto che sia ben cotta e esente da trichinellosi), al momento in Italia sta diventando un vero problema a causa della crescita incontrollata della popolazione (per diversi motivi: mancano i predatori, incroci con i suini domestici).
L’areale originario del cinghiale è quello dell’Europa e dell’Asia, con esemplari anche in Nord Africa. In paesi come gli Stati Uniti, il Sud America e l’Australia, invece, è stato introdotto dall’uomo. Qui da noi i cinghiali si trovano soprattutto nei boschi con folto sottobosco. Tuttavia è una specie capace di colonizzare qualsiasi ambiente. Non è raro, infatti, sentire di cinghiali che passeggiano indisturbati in città.
Questa è la classificazione scientifica del cinghiale, il Sus scrofa:
Le principali sottospecie di cinghiali sono:
In Italia un tempo c’erano tre sottospecie originarie di cinghiali:
Tuttavia le specie autoctone vennero contaminate con specie introdotte dai cacciatori provenienti dall’Ungheria, nel tentativo di aumentare le dimensioni. Fino al 1915, i cinghiali erano presenti in pratica solo nella Maremma e in Sardegna. A seguito delle guerre, popolazioni francesi di cinghiali oltrepassarono le Alpi e si insediarono nel Nord Italia.
Il cinghiale ha un corpo compatto e massiccio, abbastanza squadrato, sorretto da zampe corte e relativamente sottili. Ciascuna zampa ha quattro zoccoli. Non farti ingannare da quelle zampette corte: al trotto è estremamente veloce, molto più di un uomo. Inoltre durante la carica o la fuga va velocemente al galoppo.
La coda è lunga sui 40 cm ed è coperta da setole, con ciuffetto in punta.
La testa è grossa e conica: finisce con un grugno cartilagineo che poggia su un robusto disco muscolare. Gli occhi sono piccoli e laterali, il che vuol dire che ha un campo visivo molto ampio: difficile sfuggire alla sua attenzione. Nonostante ciò, la vista è debole, mentre olfatto, udito e tatto sono molto sviluppati. Le orecchie sono di grandezza media, diritte.
Ha 44 denti, 12 incisivi, 4 canini, 16 premolari e 12 molari. I canini, definiti zanne, sono denti a crescita continua. Sia i maschi che le femmine hanno le zanne, ma nei maschi sono molto lunghi e sporgono decisamente dalla bocca. Il cinghiale usa le zanne per infilzare i malcapitati che gli si parano davanti, siano essi umani o cani.
Il cinghiale è caratterizzato da una pelle spessa che lo protegge anche dai morsi di vipera. Quasi tutto il corpo è rivestito di setole dure e rigide, con sottopelo lanoso più morbido. Una curiosità: su quasi tutto il corpo le setole sono rivolte indietro, tranne che su torace e addome dove sono rivolte in avanti. Su fronte e spalle è presente una criniera, più o meno marcata a seconda della sottospecie.
Un’altra caratteristica del mantello del cinghiale è che cambia a seconda della stagione. Quello invernale risulta più folto e scuro, mentre quello estivo più rado e chiaro. A seconda della sottospecie, cambia anche il colore del mantello, ma in generale va dal marrone-rossiccio al nero.
I cinghiali hanno delle dimensioni veramente notevoli. Possono essere lunghi anche 180 cm, l’altezza al garrese è di 1 metro e il peso è di circa 1 quintale. Tuttavia, visto che esistono diverse sottospecie, ecco che le dimensioni sono assai variabili.
E questo anche nella stessa nazione. Pensando ai cinghiali italiani, infatti, quelli “neri” delle Alpi pesano 100-200 kg, mentre quelli del Centro-Sud e della Sardegna sono più piccoli, arrivano solo a 80-90 kg.
La femmina di cinghiale va in estro 1-3 volte all’anno, con un calore che dura tre giorni in cicli di tre settimane (sincronizzano il ciclo estrale in modo da prendersi cura dei piccoli nello stesso momento). I cuccioli di cinghiale nascono in primavera e a fine estate.
Durante la stagione degli amori, i maschi si uniscono temporaneamente ai gruppi delle femmine, allontanando i giovani che ancora stanno con le madri. Si sviluppano dei combattimenti cruenti. Per proteggersi, nei maschi si nota un ispessimento adiposo della cute del collo che diventa una sorta di armatura. Una volta accoppiatosi, anche più volte, il maschio torna a fare la sua vita solitaria.
La gravidanza del cinghiale dura 115 giorni. Prima del parto la femmina si costruisce una nuova tana in cui nasceranno da 3 a 12 cuccioli. I cuccioli di cinghiale nascono con gli occhi aperti. I cuccioli hanno il pelo marrone-rossiccio con punte dei peli giallastri e presenza di 4-5 striature orizzontali di colore bianco-beige su schiena e fianchi.
Le femmine di cinghiale sono molto protettive con i cuccioli, qualsiasi incontro con loro nel bosco deve essere evitato perché attaccano qualsiasi possibile intruso che gli si avvicina troppo.
A una settimana dalla nascita i piccoli possono seguire la madre, mentre a due settimane grufolano nel terreno e assaggiano il cibo solido. Tuttavia continuano a bere anche il latte della madre fino al terzo mese. Lo svezzamento è finito dopo il quarto mese. I piccoli rimangono con la madre fino a un anno, cioè fino a quando i maschi adulti non li cacciano durante la stagione degli accoppiamenti.
I cinghiali sono animali crepuscolari e notturni: durante il giorno si riposano in buche scavate nel terreno, d’inverno riempite di foglie e rametti. Non tutti gli ungulati sono capaci di costruirsi delle tane come fa il cinghiale.
Sono animali sociali, formano gruppi di una ventina di femmine con cuccioli, guidate dalla scrofa più grande. I maschi anziani vivono quasi sempre da soli, mentre i giovani maschi non accoppiati formano un branco a parte. Sono anche molto territoriali, con i territori dei maschi più grandi rispetto a quelli delle femmine.
I cinghiali comunicano fra di loro usando diversi suoni, senza dimenticare i ferormoni, come i facoceri e le secrezioni ghiandolari. Inoltre fra di loro praticano il grooming.
Come animali tendono ad essere abbastanza aggressivi quando si sentono minacciati o sono impauriti, non esitano ad attaccare, anche quando sono feriti. Il maschio tende a caricare a testa bassa, menando poi dei fendenti di lato e verso l’alto, in modo da lacerare e sventrare l’aggressore con le lunghe zanne.
La femmina, invece, si butta verso il nemico a bocca aperta e azzannandolo. Per questo motivo si dice che il cinghiale sia pericoloso anche per l’uomo: è un animale selvatico che reagisce ferocemente se infastidito, anche se solo accidentalmente.
Come animale, poi, è molto pulito. Si rotola nel fango per rinfrescare il corpo e far cicatrizzare le ferite. Poi si sfrega su alberi e pietre per togliersi di dosso il fango secco.
I cinghiali, esattamente come i maiali, sono animali onnivori. Per questo motivo hanno una dentatura mista, con stomaco poco specializzato e formato da soli due compartimenti. I cinghiali tendono a mangiare soprattutto frutti, bacche, ghiande, tuberi, radici e funghi, ma ogni tanto mangiano anche uova, insetti, invertebrati, carne e pesce, sotto forma di carcasse trovate abbandonate in giro.
A volte danno anche la caccia a rane e serpenti. Inoltre qualcuno è stato visto assaltare agnelli e cerbiatti.
Fra le diverse malattie che colpiscono il cinghiale abbiamo:
Alcune di queste malattie sono delle zoonosi, cioè sono trasmissibili dal cinghiale all’uomo, come leptospirosi, trichinellosi, rogna, tubercolosi.
Cose da sapere e curiosità sul cinghiale:
Si può tenere un cinghiale come animale domestico? Non proprio. Se è vero che ogni tanto si sente di qualcuno che salva un cucciolo di cinghiale e che poi lo alleva, rendendolo domestico quanto un maialino da compagnia, è anche vero che, per legge, è vietata la detenzione di cinghiali in quanto costituiscono un pericolo per la salute e la pubblica sicurezza.
A meno che si disponga di precisa autorizzazione all’allevamento per diversi scopi, alimentare, ripopolamento, ornamentale o amatoriale.
Chi venisse colto in flagranza di reato, potrebbe o dover pagare una multa o subire anche una reclusione in prigione.