
L’estate 2020 potrebbe essere all’insegna del cicloturismo. Questa una delle indicazioni che arriva dal rapporto 2020 stilato da Isnart-Unioncamere e Legambiente, che hanno fatto il punto sull’andamento del settore nel 2019 e analizzato in prospettiva quelle che sono le attuali condizioni dettate dalle misure anti-Coronavirus.
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Secondo le analisi presentate il cicloturismo rappresenta una delle possibilità di vacanza più in linea con la “Low Touch Economy“, scaturita dalle misure di sicurezza adottate per contenere la pandemia di Coronavirus. L’andare in vacanza in sella a una bici racchiude chiavi quali sicurezza, salute, distanza e corto raggio, un pacchetto che potrebbe portare questo settore a un boom per l’estate 2020. Ha commentato Roberto Di Vincenzo, presidente Isnart:
Nell’attuale situazione di crisi determinata dall’emergenza Covid occorre ricercare anche prospettive di opportunità e lo sviluppo del cicloturismo è sicuramente tra queste. È quindi importante introdurre incentivi alla smart mobility e agli acquisti di mezzi di mobilità alternativa che tanto più saranno diffusi anche in modalità cittadina, tanto più estenderanno il loro impatto positivo su un segmento del comparto turistico ad alto potenziale di sviluppo, di grande interesse per i flussi internazionali e altamente qualificante per il Paese sotto i profili dell’attenzione all’Ambiente e alla Sostenibilità.
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Lo scorso anno il cicloturismo ha prodotto 20,5 milioni di pernottamenti, limitando il conteggio ai soli cicloamatori italiani, mentre per il 2020 le prospettive potrebbero essere anche più rosee (25,9 milioni, +26% rispetto al 2019). Estendendo il calcolo anche ai turisti stranieri si tocca quota 55 milioni di pernottamenti (6,1% del totale), per un volume d’affari di circa 4,7 miliardi di euro (75 euro la spesa media giornaliera a persona).
Stando alle indicazioni fornite dai tour operator specializzati la vacanza media in cicloturismo è di 7 notti (costo circa 900 euro), con base fissa oppure itinerante. È il Trentino-Alto Adige la Regione che attira il maggior numero di cicloturisti, con un bilancio di 16 milioni di pernottamenti (15% del bilancio globale) per un costo medio giornaliero di 73,5 euro. Ad attirare i ciclovacanzieri sono soprattutto i 3.256 km di percorsi cicloturistici.
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Secondo la ricerca le ciclovie di maggior successo tra i cicloamatori sono: Trieste-Lignano Sabbiadoro-Venezia (43%), Ciclovia del Garda (43%), Ciclovia Tirrenica “Liguria-Toscana-Lazio” (29%), Ciclovia Adriatica (29%) e Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese (29%). Ha concluso Giorgio Zampetti, direttore generale Legambiente:
Le cifre del rapporto dimostrano ancora una volta, se mai ce ne fosse stato bisogno, come il cicloturismo possa rappresentare una risposta utile alla crisi che stiamo attraversando. È utile dal punto di vista sanitario, per le distanze e l’attività motoria che prevede, è utile dal punto di vista ambientale per dare risposte alla crisi climatica, è utile all’economia vista la quantità di risorse che movimenta. Infine è utile per fare rete sui territori: niente meglio di un percorso cicloturistico connette attrattori e operatori favorendo quella virtuosa sinergia di cui il Paese ha bisogno.
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