La FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura) e l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) hanno individuato i cibi più a rischio di contaminazione microbiologica e quindi, potenzialmente pericolosi per la salute umana. E lo hanno fatto in un report, intitolato “Ranking of low-moisture foods in support of microbiological risk management“, nel quale hanno evidenziato gli alimenti ai quali prestare particolare attenzione sotto questo aspetto. Di seguito analizziamo quali sono e perché bisognerebbe porre in essere i dovuti accorgimenti riguardo il loro consumo.
I cibi considerati a rischio maggiore di contaminazione da agenti patogeni, tossine o sostanze chimiche pericolose, e che per questo richiedono particolare attenzione nella loro preparazione e manipolazione per garantire la sicurezza alimentare sono, contrariamente a quanto si è sempre pensato, anche gli alimenti a bassa umidità. Tali alimenti, come riporta il documento, sono stati percepiti a lungo come non pericolosi sotto tale aspetto, proprio per il fatto di essere a lunga conservazione. In realtà, negli ultimi anni, sono stati responsabili di epidemie di malattie di origine alimentare dimostrando come, anche in questi prodotti, i microrganismi possano proliferare e permanere a lungo.
Dall’esigenza di classificare gli alimenti maggiormente preoccupanti dal punto di vista microbiologico della sicurezza alimentare, la FAO e l’OMS hanno dapprima svolto una serie di accertamenti volti a raccogliere tutte le informazioni possibili circa la loro pericolosità, poi, hanno stilato una classifica degli alimenti – tra quelli a bassa umidità, detti LMF – che meritano una maggiore attenzione.
L’elenco che segue è stilato in ordine decrescente rispetto alla classificazione del rischio:
Tra tutti i focolai di malattie di origine alimentare presenti nel rapporto, il rischio microbico più diffuso è risultato essere la Salmonella, ovvero l’agente batterico più comunemente isolato in caso di infezioni trasmesse da alimenti.
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