Annona (Cherimoya): proprietà del frutto e come si mangia
La cherimoya è un frutto di origine sudamericana, coltivato anche nel Sud Italia: ecco le principali proprietà del frutto, nonché le controindicazioni.
Fonte immagine: Dani Vincek via Shutterstock
Dal sapore dolce e dal profumo intenso, la cherimoya è un frutto che sta attirando la curiosità di un numero sempre maggiore di consumatori. Originario del Sudamerica, questo alimento non ha trovato una grande diffusione in Italia, sia per la difficoltà di coltivazione sullo Stivale, che per una distribuzione perlopiù limitata. Eppure il frutto può essere impiegato per gustose preparazioni, nonché scelto per alcune sue importanti caratteristiche nutritive. Quali sono le proprietà della cherimoya e le sua principali controindicazioni?
Così come già accennato, trovare la cherimoya sui banchi della grande distribuzione potrebbe risultare difficile, poiché alimento poco diffuso in Italia. Tuttavia, vi sono delle importanti coltivazioni al Sud, ad esempio nelle zone di Reggio Calabria, dove sarà di certo possibile fare scorta dai produttori locali. Prima dell’assunzione, però, è bene verificare eventuali ipersensibilità o allergie personali, anche con l’aiuto del medico. Le informazioni di seguito riportate hanno unicamente scopo illustrativo.
Cherimoya: cosa è?
L’Annona cherimola – comunemente conosciuta come chirimuya, cherimoya, cirimoia o anona – è una pianta appartenente alle Annonaceae, originaria del Sudamerica. In particolare, la varietà cresce abbastanza spontaneamente in Perù, Colombia, Ecuador e Bolivia, ma larghe coltivazioni sono disponibili anche in California, Florida e Cile. In tempi recenti, inoltre, pianta e frutto si sono diffusi anche in alcune zone dell’Africa e di diversi paesi affacciati sul Mediterraneo.
La pianta è coltivata perlopiù a scopo alimentare, data la prolifica produzione di numerosi frutti. Questi ultimi si caratterizzano per una forma ovale di grandi dimensioni, fino a 500 grammi per ogni esemplare. Per sostenere un simile peso, di conseguenza, la cherimoya pende dall’albero tramite veri e propri rami, anziché semplici peduncoli. La buccia esterna è di colore verde e solcata da alcune strutture geometriche, visivamente non molto dissimili dalla trama tipica del carciofo. La polpa è di colore bianco, presenta un intenso e inconfondibile profumo, nonché protegge diversi semi dalla consistenza dura, questi ultimi non commestibili.
La raccolta della cherimoya avviene solitamente in autunno e il frutto può essere consumato fresco, semplicemente aiutandosi con un cucchiaio data la polpa morbida, oppure essere impiegato per la preparazione di dolci, gelati, granite e macedonie. Di recente è stato reso disponibile anche l’estratto secco, in vendita nelle erboristerie.
Come già accennato, la diffusione in Italia non è particolarmente estesa, sebbene vi siano aree dove il frutto ha trovato una certa espansione date le condizioni climatiche ideali alla sua crescita. Nel dettaglio, la cherimoya viene coltivata nei pressi di Reggio Calabria, Bagnara Calabra e Gioiosa Ionica, quindi in alcune zone della Sicilia orientale.
Cherimoya: proprietà e controindicazioni
Dal punto di vista nutrizionale, la cherimoya è un alimento mediamente calorico: 100 grammi di frutto, infatti, apportano 71 calorie. Di questo peso, ben 18 grammi sono rappresentati da carboidrati, a cui seguono 1.6 grammi di proteine e 0.7 di grassi. Molto interessante è l’apporto di fibre, pari a 2.7 grammi, un fatto che rende la cherimoya un ingrediente utile per regolare il transito intestinale. Sul fronte di macro e micronutrienti contenuti, il frutto rappresenta innanzitutto una buona fonte di sali minerali: contiene infatti potassio, sodio, calcio, ferro, magnesio e molti altri. Per quanto riguarda le vitamine, invece, il frutto è ricco di vitamina A, C e di alcune del gruppo B.
Grazie alle sue peculiarità nutrizionali, la cherimoya può garantire alcuni effetti benefici per l’organismo. A partire dalla facilitazione della diuresi e il controllo della pressione arteriosa, tramite gli elevati livelli di potassio, quest’ultimo ideale anche come energizzante. Ancora, il buon apporto di fibre stimola la digestione e il transito intestinale, aiuta a contenere l’assorbimento degli zuccheri e, non ultimo, pare possa avere anche effetti di contrasto al colesterolo cattivo. Infine, sembra che l’alimento possa pregiarsi di blande capacità antisettiche e antibatteriche, poiché contiene acetogenine, utili per contrastare piccole infezioni soprattutto del tratto digestivo, nonché limitare la proliferazione di funghi e batteri.
Il consumo di cherimoya, tuttavia, non è esente da controindicazioni ed effetti collaterali. Il frutto non dovrebbe essere consumato in caso di allergia o ipersensibilità. L’alimento potrebbe inoltre causare disturbi gastrointestinali dato l’effetto accelerante delle sue fibre sulla digestione, mentre l’assunzione elevata di acetogenine potrebbe essere addirittura tossico, con conseguenze neurologiche. Per questo motivo, la cherimoya dovrebbe essere consumata saltuariamente, e in genere non più di un esemplare al giorno, in ogni caso affidandosi sempre al parere del medico.