Cavalli e uomo: gli errori più comuni
La percezione che l'uomo ha dei cavalli è spesso figlia di un'ideologia sbagliata: l'equino è un animale sensibile, nato per la vita selvaggia.
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I cavalli sono animali nobili, eleganti ed estremamente sensibili, che le convinzioni sociali e le necessità umane hanno relegato all’interno della categoria del bestiame da lavoro. La loro è un’esistenza da sempre caratterizzata da pregiudizi, un insieme di nozioni e idee che ne dipingono un quadro dai colori confusi. Il quadrupede è in realtà un esemplare amabile e incredibilmente intelligente, al pari dell’uomo, per questo maltrattarlo e sfruttarlo arreca un danno irrecuperabile. La sua esistenza si sviluppa attraverso un percorso legato all’impiego e all’utilizzo ma, giunta la terza età, relega l’animale nella categoria degli inutilizzabili e, per questo, sacrificabili. Ma l’equino non nasce per servire l’uomo, neppure per divertirlo o intrattenerlo, piegandosi a regole e comandi deprimenti. La sua è una natura libera, curiosa e molto più semplice di quanto si possa pensare, per questo varrebbe la pena di revisionare idee e preconcetti in favore di uno sguardo più aperto e moderno.
Socialità e scopo
La società ha rivoluzionato il ruolo del cavallo, trasformandolo da animale libero e tranquillo, dedito al relax nel prato, in un esemplare da lavoro costretto a trasportare carichi e pesi. Per sua natura è un essere pacifico e amante del riposo, che predilige socializzare con altri cavalli e brucare l’erba. Ma, come anticipato, l’uomo ha voluto stravolgere la indole trasformandolo in mezzo di trasporto e di intrattenimento. Dimenticando la vera predisposizione di questo animale, esemplare un tempo selvatico e sostenitore della vita all’aria aperta, amante dell’interazione. Un dialogo speciale che lo porta a scegliere, all’interno del gruppo, anche l’amico del cuore: una piccola società dove a turno si lavora per difendere il branco dai predatori e dove le femmine più anziane coordinano l’insieme. Il cavallo non nasce come animale asservito all’uomo, bensì come quadrupede selvaggio e tranquillo, così intelligente da adeguarsi alle nuove situazioni di vita.
Lavoro e intrattenimento
Da selvaggio il cavallo è diventato un animale da lavoro e intrattenimento. Ma, come mostra la pet therapy, in realtà l’equino possiede un animo sensibile, attento, delicato e socievole, in grado di interagire con l’uomo al suo pari. Riuscendo a comprendere le necessità di chi gli si presenta ma anche le intenzioni: maltrattare o sfruttare questo animale, perciò, è davvero ingiusto. L’indole, spesso timida e riservata, diventa nervosa e tesa se capta difficoltà e pericoli, che sbilanciano il suo equilibrio fisico ed emotivo ferendolo nell’intimo.
Macchine da sostituire
Il cavallo diventa così parte integrante di un percorso di sfruttamento che vede gli esemplari più anziani destinati a una morte certa, trasformati in ingranaggi da sostituire. È la triste fine di molti equini che hanno dedicato la loro intera esistenza ad assecondare le richieste dell’uomo, ma che finisco al macello. Un destino che, in particolare, riguarda i capi più anziani ma che può incidere anche su molte altre categorie senza distinzione: giovani, adulti da corsa, femmine gravide.
Uno sguardo oltre le apparenze
Se la percezione che si ha del cavallo virasse verso un’apertura più ampia, una visuale a 360 gradi, potrebbe cambiare anche la percezione che si ha di lui. Rieducare le persone con un’informazione completa e accurata potrebbe offrire la giusta prospettiva con cui osservare questo bellissimo animale, trasformando per sempre il suo ruolo. Ma anche le condizioni di vita che potrebbero migliorare sostanzialmente, a partire dall’impiego lavorativo, passando per l’alimentazione e la cura del corpo, per giungere alla comprensione del suo animo fino a collocarlo degnamente tra gli animali da compagnia e affezione.