Se sei una persona sportiva, o se ti è mai capitato di seguire una dieta dimagrante, molto probabilmente avrai sentito parlare della carnitina, indicata anche come L-carnitina. Questa sostanza in realtà viene prodotta naturalmente dal nostro organismo, e , secondo le linee guida del Ministero della Salute può essere considerata fra gli “Altri nutrienti e sostanze ad effetto nutritivo o fisiologico”.
Il suo nome deriva dal latino “carnus”, carne, poiché il composto è stato isolato per la prima volta dalla carne. Essenzialmente, la carnitina è un derivato amminoacidico, un composto considerato “non essenziale”, in quanto – come abbiamo detto – può essere prodotto dal nostro corpo. All’interno dell’organismo è sintetizzata nel fegato e nei reni, a partire dalla lisina e dalla metionina, altri aminoacidi.
Molte persone fanno ricorso a integratori di carnitina per potenziare le proprie performance atletiche e per ottimizzare i risultati della dieta, ma questi non sono i soli utilizzi di tali prodotti.
A cosa serve la carnitina? Questo particolare tipo di integratore viene assunto perlopiù, ma non esclusivamente, in ambito sportivo e nella gestione del peso corporeo. La carnitina sarebbe infatti in grado di:
In più, integratori di carnitina sono impiegati nel trattamento di carenze primarie o secondarie, nei soggetti in cui la carenza sia provocata da malattie genetiche, o in coloro che presentano invece una carenza dovuta ad altre patologie, come un’insufficienza renale cronica.
Quali sono gli effetti della carnitina nelle donne? Da studi recenti si è evidenziata la possibile efficacia di un’integrazione nelle donne con Sindrome dell’ovaio policistico.
L’utilizzo di integratori, in alcune persone, avrebbe infatti comportato un aumento dell’ovulazione e delle possibilità di rimanere incinta.
Inoltre, l’assunzione di integratori di L-carnitina permetterebbe anche di perdere peso e di migliorare i livelli della glicemia.
Prima che in farmacia, la carnitina si trova sulle nostre tavole. Sono tanti, infatti, gli alimenti che possono tornarci utili.
Questo elemento è contenuto in special modo nei prodotti di origine animale, come carne, pesce e latte.
Per comodità, ecco una lista delle maggiori fonti alimentari di carnitina:
Per chi segue una dieta vegana o vegetariana, le fonti di carnitina sono piuttosto ridotte. Fra queste rientrano ad esempio la soia e l’avocado.
Per questa ragione, mentre chi segue una dieta onnivora può assicurarsi almeno 60-120 mg di carnitina al giorno, nei vegani la quantità scende addirittura a 10-12 mg.
Quando si prende la carnitina? In condizioni normali, non vi sono particolari ragioni per assumere un integratore di carnitina. È infatti sufficiente seguire un sano modello dietetico, che comprenda carne, pesce, latticini, frutta e verdura in buone quantità.
In effetti, gran parte della carnitina necessaria viene sintetizzata a livello endogeno dal nostro organismo, come detto a partire da lisina e metionina. A questa, si aggiunge poi quella che assumiamo mediante la carne, il pesce e gli altri alimenti che abbiamo appena elencato.
Tuttavia, alcune persone con disordini genetici dei processi di sintesi della carnitina, neonati prematuri o persone che soffrono di alcune patologie secondarie, come la già citata l’insufficienza renale cronica o l’insufficienza epatica, o chi si sottopone a terapie farmacologiche, possono richiedere un’integrazione.
In generale, nelle persone in salute l’utilizzo di un integratore può rendersi necessario in presenza di diete molto restrittive e malnutrizione. In più, il consumo di questi prodotti è molto diffuso in ambito sportivo, per via degli effetti che questa sostanza potrebbe esercitare sulle performance e sulla resistenza fisica.
Come abbiamo anticipato, in condizioni normali il corpo è più che capace di soddisfare il fabbisogno di carnitina. Un’integrazione dovrebbe essere valutata in accordo con il proprio medico o dietologo, specialmente quando il prodotto viene assunto per sopperire a eventuali mancanze dovute a un’alimentazione scorretta, o ancor più quando viene prescritto per trattare condizioni mediche.
Secondo il Ministero della Salute, la dose giornaliera consentita non dovrebbe superare i 1000 mg al giorno. In caso di bisogno, è quindi possibile assumere 500-1000 mg/die, da suddividere in diverse somministrazioni durante la giornata.
Ma la carnitina fa male? Un consumo eccessivo di questi prodotti potrebbe avere degli effetti indesiderati piuttosto spiacevoli, fra i quali vi sono:
Nei soggetti con disturbi convulsivi, potrebbero verificarsi anche delle convulsioni.
Inoltre, l’utilizzo di questi integratori potrebbe influenzare anche l’odore di urina, alito e sudore, che possono assumere uno sgradevole aroma di pesce.
Nell’assunzione del prodotto bisognerà valutare, come sempre, diversi fattori. Ad esempio, l’utilizzo di supplementi è generalmente sconsigliato durante la gravidanza e l’allattamento, a meno che i benefici derivanti dall’assunzione dell’integratore non superino i possibili effetti sul bambino.
Inoltre, è importante valutare anche le possibili interazioni con farmaci e altri integratori, specialmente nei soggetti che assumono medicinali come warfarin, antibiotici e farmaci che agiscono sulla tiroide.
Prima di assumere questi integratori, parla con il medico in modo da conoscere gli eventuali rischi.