Caravella Portoghese: cos’è e cosa fare in caso di puntura
La Caravella Portoghese è creatura marina simile alla medusa, ma potenzialmente molto più pericolosa. Si tratta di un Sifonoforo, con tentacoli lunghissimi e incredibilmente velenosi. In caso di puntura, si proverà molto dolore: l'unica cosa da fare è immergere la zona in acqua calda, dal momento che il veleno della Caravella Portoghese è termolabile, ovvero si disattiva con il calore.
La Caravella Portoghese è una delle creature marine più pericolose e mortali. Non è una medusa, come spesso si crede, bensì un Sifonoforo: non si tratta dunque un “animale singolo”, bensì di una sorta di colonia di individui con forma e compiti differenti.
Questo animale è stato avvistato quest’anno anche nei mari italiani, nonostante sia una specie tipica dell’Oceano Atlantico. Un bagnante di Catania è, infatti, finito in ospedale perché morso da un esemplare di questa specie: i suoi tentacoli sono particolarmente velenosi e possono raggiungere una lunghezza di ben 30 metri.
L’incidente di Catania non è l’unico, né, tanto meno, il più grave: la prima (probabile) vittima di questa specie è stata una 70enne, punta da un esemplare di Caravella Portoghese nelle acque sarde nel 2010.
Una curiosità: il nome deriva dal suo aspetto che ricorda, per l’appunto, quello di una caravella portoghese, intesa come la nave.
Cos’è la Caravella Portoghese
Come anticipato, la Caravella Portoghese non è una medusa, bensì un Sifonoforo, con tentacoli lunghissimi e incredibilmente velenosi. Predilige le acque calde e si sposta mediante una sorta di vela gigante che si trova sul dorso del corpo che ricorda una caravella. Si compone di 4 organismi, collegati tra loro e completamente dipendenti gli uni dagli altri.
Non sembra essere una specie tipica del Mar Mediterraneo: nonostante questo, negli ultimi tempi le segnalazioni sono state davvero numerose. Probabilmente la presenza della Caravella Portoghese nel Mediterraneo è stata favorita dall’aumento delle temperature, che rendono anche questo mare un habitat ideale per lo sviluppo della specie.
Andando più nello specifico, la Caravella portoghese è formata da quattro tipi di polipi, ciascuno specializzato in una precisa funzione:
- vela o pneumatoforo: si tratta di una sacca piena di gas che permette il galleggiamento dell’animo. Lunga 9-30 cm, alta 15 cm, è trasparente con sfumature blu, viola, malva e rosa. Il gas al suo interno o viene preso dall’atmosfera o viene generato dal polipo stesso (di solito la miscela si compone del 14% di monossido di carbonio, di azoto, ossigeno, argon e biossido di carbonio). Questi gas possono essere espulsi tramite un orifizio con annesso sfintere che si trova alla fine del pneumatoforo. Contraendo la cresta, poi, può modificare le sue proprietà aerodinamiche in modo da variare anche l’angolatura di galleggiamento
- dattilozoidi: sono gli individui che formano i tentacoli, lunghi di solito una decina di metri ma possono arrivare anche a 50 metri. Questi tentacoli sono assai urticanti e hanno lo scopo di cercare e catturare le prede
- gastrozoidi: sono i polipi (qui trovi la differenza fra polipi e polpi) che si occupano della digestione
- gonozoidi: sono i polipi che si occupano della riproduzione.
Classificazione scientifica
Questa è la classificazione scientifica della Caravella Portoghese:
- Dominio: Eukaryota
- Regno: Animalia
- Phylum: Cnidaria
- Classe: Hydrozoa
- Ordine: Siphonophora
- Famiglia: Physaliidae
- Genere: Physalia
- Specie: P. physalis
Come riconoscerla
La Caravella Portoghese assomiglia ad una sacca galleggiante, che è piena di gas e misura circa 15 centimetri. Questa è trasparente ma può presentare in parte alcune colorazioni, dal blu al viola. Ci sono poi i tentacoli che, come detto, possono arrivare fino ai 30 metri di lunghezza: hanno proprietà velenose e sono utilizzati dall’animale per procurarsi il cibo.
La Caravella Portoghese si muove sostanzialmente grazie alla spinta del vento: può modificare però la sua traiettoria, grazie alla vela che emerge sulla parte galleggiante. Può anche sgonfiarsi leggermente per immergersi, quando necessario. Questi esemplari si muovono in gruppo.
Dove vive?
La Caravella portoghese solitamente vive nell’oceano, al largo. Frequentemente la si ritrova nelle zone tropicali e subtropicali di tutti e tre gli oceani, anche se a volte si spinge più a nord. Ogni tanto, però, si avvista anche nel mar Mediterraneo occidentale: le segnalazioni qui tendono ad aumentare di anno in anno.
Vive in superficie, galleggiando grande al suo tipico sacchetto ripieno di gas chiamato “pneumatoforo”. Si muove grazie al vento, le correnti e le maree visto che non ha alcun organo di locomozione. Per questo motivo, a volte, finiscono con lo spiaggiarsi.
Riproduzione
La Caravella portoghese si riproduce tramite la deposizione di uova. Queste solitamente vengono deposte in autunno. Una particolarità della Caravella è che ciascun individuo ha sia gli organi sessuali maschili che quelli femminili.
La fecondazione avviene in mare aperto: qui la Caravella rilascia le sacche piene di uova in acqua. Sempre qui le sacche verranno fecondate.
Comportamento e abitudini
La Caravella portoghese, essendo sprovvista di organi deputati al movimento, si sposta unicamente sospinta dal vento e dalle maree. Un minimo di direzionalità, però, riesce a garantirsela: orientando la cresta e il pneumatoforo, riesce a “navigare a bolina”, un po’ come fanno le barche a vento.
Di solito vive in superficie, ma se percepisce un predatore, il pneumatoforo può sgonfiarsi rapidamente, permettendo all’animale di immergersi del tutto, anche se per un breve lasso di tempo.
I tentacoli della Caravella portoghese, come dicevamo prima, sono estremamente urticanti e contengono più di dieci tipi diversi di veleno. Sono le nematocisti dell’animale a contenere questi veleni che possono paralizzare e uccidere piccole prede. Ogni veleno ha un suo colore e non esistono antidoti per tutti. Attenzione: anche i tentacoli staccati sono pericolosi, talvolta anche per giorni.
Ci sono animali, però, che sono immuni, totalmente o parzialmente, al veleno delle Caravelle portoghesi. Il pesciolino Nomeus gronovii, per esempio, in parte è immune e riesce a vivere fra i tentacoli. Evitando quelli più grandi, si nutre di quelli più piccoli che si trovano vicino al pneumatoforo. Anche il pesce pagliaccio e il carangide riescono a vivere fra i suoi tentacoli.
Del tutto immuni, invece, sono i polpi Tremoctopus e la tartaruga Caretta caretta che, anzi, normalmente si nutre delle Caravelle. Altri predatori sono i molluschi Glaucus atlanticus e Janthina Janthina.
Dieta e alimentazione
La Caravella portoghese è un animale carnivoro. Con il veleno dei suoi tentacoli paralizza e cattura le prede, costituite di solito da piccoli pesci e plancton. I tentacoli dirigono poi le prede verso i gastrozoidi. Questi si aggrovigliano fino a raggiungere la preda e la digeriscono tramite la secrezione di diversi enzimi.
Caravella Portoghese: cosa fare in caso di puntura?
Il veleno della Caravella Portoghese può essere mortale per l’uomo. Si tratta di una sostanza cardiotossica e neurotossica, caratterizzata anche da una debole attività necrotizzante. La puntura di questa specie provoca un dolore molto forte, al punto tale che si rischia anche di perdere conoscenza.
La pelle diventa subito molto arrossata e, in seguito, si ricopre totalmente di bolle: le ferite, inizialmente, hanno l’aspetto di una frustata. In presenza di una certa sensibilità alle tossine di questo veleno, c’è il rischio di subire uno shock anafilattico, ma sono descritti anche problemi cardiaci, respiratori e febbre. In caso di puntura, possono comparire anche: vomito, eritemi pruriginosi, ulcere.
Spesso dopo una puntura è necessario contattare il medico. Il consiglio è di farlo con una certa urgenza se:
- il dolore permane intenso
- se ci sono reazioni estreme come shock anafilattico, febbre, problemi cardiaci e respiratori
- se l’esantema diventa via via più grave
- quando si crea una striscia rossastra che va dal sito della puntura ai linfonodi tributari locali
- se la zona della puntura o i linfonodi tributari diventa arrossata o molle
Qualora si venisse punti, l’unica soluzione sarebbe quella di immergere le parti colpite in acqua calda, ad almeno 50°. Il veleno della Caravella Portoghese è infatti termolabile: questo significa che si disattiva con il calore.
Fondamentale anche verificare l’eventuale presenza di parti dell’animale attaccate al corpo: è importante rimuoverle, utilizzando guanti oppure oggetti sottili e rigidi. Una volta staccate, risciacquare la zona colpita con acqua di mare.
Da evitare, invece, l’utilizzo dei classici rimedi contro la puntura di meduse: ricordiamo, infatti, che la Caravella Portoghese non è una medusa. Pertanto, tali rimedi si rivelerebbero del tutto inefficaci. Qualora il dolore dovesse aumentare, è importante recarsi il prima possibile ad un Pronto Soccorso.