Capsula Mundi, cimiteri ecologici con la sepoltura bio
Capsula Mundi, le nuove frontiere della sepoltura che trasformano il momento dell'addio in una forma di nuova vita sostenibile.
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La morte non più come momento conclusivo di un percorso, ma come passaggio verso una nuova dimensione, o meglio verso un ricongiungimento con Madre Terra. Questo è l’obiettivo di Capsula Mundi, che ha ridisegnato le dinamiche legate alla sepoltura commutando il dolore in una fonte di rinascita ambientale. Il progetto tutto Made in Italy, grazie ai designer Anna Citelli e Raoul Bretze, è stato presentato per la prima volta nel 2003 durante il Salone del Mobile e da tempo si prefigge di riformulare le metodologie legate alla sepoltura dei defunti.
Una valida alternativa alla classica tumulazione all’interno della cassa in legno perché Capsula Mundi offre la possibilità di deporre i corpi all’interno di vere e proprie capsule biodegradabili create con plastica di amido ottenuta dalle patate e dal mais. Strutture a forma di uovo dove adagiare i corpi dei propri cari in forma fetale, riproducendo così l’immagine iniziale della vita: il ventre materno. In alternativa è possibile inserire le ceneri in un’urna biodegradabile per poi interrare il tutto piantandovi sopra un albero, che verrà curato da parenti e amici.
Dal progetto alla start-up internazionale
Capsula Mundi ha lentamente catturato l’attenzione della platea internazionale assumendo contorni ben definiti nel 2016, grazie a una campagna lanciata su Kickstarter ora in fase di start-up. La lunga fase sperimentale ha portato alla creazione di alcuni prototipi di urne biodegradabili a forma di uovo, già commercializzabili. Una proposta che potrebbe allinearsi con l’aspetto legislativo del nostro Paese che consente appunto l’utilizzo di urne biodegradabili per la dispersione delle ceneri, ma non ancora l’impiego della capsula ecologica dove deporre il corpo. Un cammino ancora in divenire, ma già semi-realtà nei Paesi anglosassoni.
In cosa consiste Capsula Mundi? Al termina della creazione della capsula si identifica il luogo della sepoltura grazie a un’accurata analisi del terreno. Il corpo viene composto in posizione fetale prima del rigor mortis e inserito così nella capsula realizzata con materiale organico, nel formato standard di 110×80 centimetri.
L’inserimento nel terreno si conclude con il posizionamento di una pianta scelta dallo stesso defunto prima del trapasso, senza la presenza di una lapide ma con un sistema GPS collegato a un account digitale con una memoria digitale del defunto. Anche l’urna funeraria è progettata nello stesso modo, la morte rientra così nella circolarità di una nuova vita in natura come fonte di nutrimento della pianta stessa.