Canne di bambù, coltivazione in vaso e giardino
Il bambù è un materiale molto apprezzato, ma la coltivazione delle canne è abbastanza difficile in Italia: ecco tutte le informazioni da conoscere.
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Grazie alle sue infinite proprietà, il bambù sta negli ultimi anni suscitando sempre più interesse. Non solo come varietà ornamentale, considerato come molti lo scelgano per la predisposizione in giardino di muri vegetali o separazioni anziché le classiche siepi, ma anche e soprattutto come materiale costruttivo. Resistente, versatile e facile da lavorare, può essere impiegato per la realizzazione di mobili, contenitori, oggetti d’arredo e molto altro ancora. Ma come fare per coltivare le canne di bambù in vaso o in giardino?
Prima di cominciare, è bene specificare come la coltivazione del bambù sia tutt’altro che semplice, per questo non ci si dovrà scoraggiare in caso non si ottenesse il successo sperato. Oltre a essere una varietà dalla crescita molto lenta, questa pianta richiede un clima preciso per potersi sviluppare. Di conseguenza, utile sarà chiedere consiglio al proprio fornitore di prodotti di botanica di fiducia, per verificare la fattibilità del progetto in relazione alla propria zona di residenza.
Bambù: origini e caratteristiche
Per bambù – spesso riportato anche come bamboo – si intende un gruppo nutrito di piante delle Poaceae, ovvero delle Graminaceae, appartenente alla famiglia delle Bambusoideae. Originario di Africa, America, Asia e Oceania, il bambù richiede un clima molto caldo per poter crescere rigoglioso: per questo motivo, al di fuori dei luoghi d’origine, la coltivazione avviene spesso in serra o in speciali luoghi climatizzati. Sebbene si tratti di una specie mediamente invasiva, ovvero capace di espandersi a discapito di altre varietà, la sua crescita abbastanza lenta ne permette un facile controllo della proliferazione.
Del bambù esistono moltissime specie, dalle caratteristiche simili ma di dimensioni variabili. Quella più conosciuta è certamente quella del bambù gigante, che può arrivare ad altezze fino ai 40 metri, anche se a livello domestico sono preferite varietà capaci di raggiungere poco più di un metro, dalla dimensione assai contenuta. Ancora, la piante di questa famiglia possono essere divise tra varietà a mazzo, rampicanti oppure a canne. Quasi tutte le tipologie, in ogni caso, presentano un fusto dritto ed eretto, dalle forme cilindriche dovute alla stratificazione delle parti vegetali durante la crescita, con anelli a disposizione regolare lungo la lunghezza. Il cilindro è cavo e, in corrispondenza dei nodi, si sviluppano delle foglie sottili e lanceolate.
Tagliato e seccato, il bambù diventa molto resistente, tanto da essere considerato alla pari di tutti gli altri legni per gli scopi di costruzione. È infatti impiegato sin da tempi antichissimi per la costruzione di capanne, pareti e ponticelli, ma anche per gli oggetti ornamentali, i mobili, ceste e cestini, nonché molto altro ancora.
Bambù: coltivazione
Così come già accennato, il bambù è abbastanza difficile da coltivare, soprattutto in Italia, dove potrebbero non esserci le condizioni climatiche adatte al suo sviluppo. Può comunque essere scelto per il giardino e, più raramente, per la crescita in vaso. A livello domestico e amatoriale, vengono solitamente scelte le varietà a mazzo poiché più facili da gestire, mentre quelle a canna richiedono molta pazienza e dedizione.
Considerando come provenga da climi pressoché tropicali, il bambù ha bisogno di un luogo sufficientemente caldo e assolato, dove l’esposizione ai raggi del sole si estenda almeno fino a 8 ore al giorno. Quasi tutte le varietà di bambù preferiscono un terreno a medio impasto, argilloso e abbastanza calcareo, possibilmente arricchito da concime organico capace di garantire una buona aerazione, come il compost. Ancora, è bene comunque predisporre una dimora altamente drenante, anche aggiungendo cocci, ghiaia o palline d’argilla espansa per aumentarne il deflusso.
Il bambù può essere coltivato per semina oppure attraverso la separazione di radici e rizomi. Questo processo avviene generalmente in primavera, distribuendo semi o rizomi ad almeno 40 centimetri di distanza ciascuno nella dimora definitiva, aumentando la distanza per varietà dalle grandi dimensioni. Lo sviluppo dell’apparato radicale è abbastanza superficiale, di conseguenza bisognerà prestare molta attenzione quando si opera sul terreno, ad esempio con una nuova concimazione, così come provvedere al controllo dello sviluppo. Quale specie invasiva, infatti, le radici tendono a propagarsi con costanza, minacciando altre piante. È inoltre necessario provvedere a un abbondante e continua annaffiatura, poiché le richieste d’acqua sono molto elevate.
Quasi tutte le varietà richiedono una manutenzione ciclica, sia con la potatura se lo sviluppo fosse molto esteso, sia con la gestione dell’apparato radicale. Questo può essere effettuato sia eliminando i nuovi rizomi, facendo attenzione a non rovinare quelli già esistenti, che predisponendo delle limitazioni fisiche, come pareti di metallo interrate anche in profondità, stabilendo dei confini per l’area di crescita.