Sakhalin Husky: dimensioni, carattere e impieghi
I Sakhalin Husky sono dei cani da traino di origine Russa e Giapponese: popolari nella prima metà del 900, oggi sono pressoché scomparsi.
Tra le varie razze di cane oggi esistenti, quella del Sakhalin Husky è forse fra le meno conosciute dal grande pubblico. Questo perché si tratta di una razza rarissima, ormai quasi del tutto estinta, tanto che il numero degli esemplari ancora in vita si può praticamente contare sulle dita di una mano. Conosciuta anche come Karafuto Ken, ha origine russe ma si è sviluppata soprattutto in Giappone. Ma quali sono le dimensioni di questi cani, quali il loro carattere e quale lo standard di riferimento?
Come spesso accade per razze ormai scomparse, non esiste un preciso standard di riferimento per i Sakhalin Husky, anche se la scarsa mescolanza genetica dei quadrupedi rimasti porta alla definizione di caratteristiche fisiche e comportamentali molto simili. Ancora, questa razza non è stata ufficialmente riconosciuta dagli organismi internazionali.
Storia e aspetto del Sakhalin Husky
Le origini dei Sakhalin Husky non è tutt’oggi ben nota. Il nome suggerisce ovviamente un legame con la Russia, data l’omonima isola, tuttavia questi quadrupedi hanno avuto maggiore successo in Giappone dove, soprattutto agli inizi del 1900, sono apparsi diversi allevamenti.
L’appartenenza alla Russia oppure al Giappone è tutt’oggi dibattuta, per una querelle che risale agli anni ’40 del 1900. Sembra infatti che diverse popolazioni indigene di origine nipponica vivessero sull’attuale isola di Sakhalin, ma nel 1949 la Russia ne ordinò lo sgombero e il trasferimento a Hokkaido. I residenti giapponesi decisero di partire portando in patria i loro cani, stabilendo poi dei piccoli allevamenti.
Di stazza media e dal fisico agile ma resistente, i Sakhalin Husky presentano un manto molto fitto e lungo, pensato per mantenere sufficiente caldo anche nelle più rigide temperature invernali. Il pelo è solitamente bruno, con sfumature al crema o al grigio, mentre l’aspetto del corpo e del muso ricordano più da vicino gli Spitz tedeschi che i Siberian Husky, oggi la razza di Husky più famosa.
Poiché molto resistenti e perseveranti, nonché abituati a vivere a temperature ben al di sotto dello zero, questi cani trovarono grande gloria fino agli anni ’60, poiché impiegati come quadrupedi da slitta per le più svariate spedizioni artiche. L’Armata Rossa addirittura li impiegò nella Seconda Guerra Mondiale come animali da traino e da soma, anche se il loro ricorso durò poco poiché molto dispendiosi in termini di cura e alimentazione. Nel 1958 vennero scelti per un’importante spedizione giapponese all’Artico e due di questi cani, Taro e Jiro, divennero molto popolari nell’opinione pubblica. Taro, in particolare, è stato imbalsamato dopo la sua morte nel 1970: il quadrupede si trova tutt’oggi esposto nel museo delle scienze dell’Università di Hokkaido.
Carattere e impieghi
I Sakhalin Husky vengono descritti come dei cani molto fedeli e facili da addestrare, raramente aggressivi e molto legati alla figura del loro umano di riferimento. Lavoratori instancabili, amano la vita all’aria aperta, il contatto diretto con la neve e non temono minimamente le basse temperature. Merito del loro folto manto, che li tiene al caldo anche in condizioni per l’uomo davvero proibitive. Tendono a socializzare anche con i bambini, con cui instaurano un rapporto di protezione.
Come già accennato, il loro impiego è sostanzialmente come animali da traino. Va però sottolineato come l’ultimo allevatore sia deceduto nel 2012, mentre gli esemplari in vita nel 2015 solo 7. La loro ridotta variabilità genetica rende molto improbabile la prosecuzione della razza.