Cani e gatti rimedi contro la solitudine da lockdown
Cani e gatti rappresentano il rimedio più efficace per la solitudine da lockdown: lo rivelano due survey, condotte in USA e in Australia.
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Cani e gatti rappresentano una risorsa irrinunciabile per combattere la solitudine da lockdown. È quanto rivela una survey condotta dal Touch Research Institute dell’Università di Miami, in merito alle conseguenze psicologiche che la pandemia da coronavirus sta provocando. Gli animali domestici non sono solo d’aiuto per chi vive da solo, ma anche per le famiglie, i cui membri da mesi si trovano costretti a condividere gli stessi spazi per gran parte della giornata.
Allo stesso tempo, durante la pandemia sono aumentate le adozioni proprio di cani e gatti, anche se gli esperti avvertono: un animale domestico richiede un impegno perenne, anche quando la pandemia giungerà al termine e si riprenderà con le normali attività lavorative e scolastiche.
Cani, gatti e isolamento: i dati
Così come rivela Tiffany Field, ricercatrice per l’Università di Miami, l’ateneo dallo scorso aprile monitora il ruolo degli animali domestici per superare le limitazioni dovute al lockdown. Avvalendosi dei social network, l’esperta ha analizzato l’impatto che i quadrupedi stanno avendo su milioni di persone costrette alla permanenza in casa:
Abbiamo condotto una survey in aprile in concomitanza con il lockdown statunitense, abbiamo scoperto che il 60% delle persone manifestava problemi dovuti alla mancanza di contatto fisico. Non solo fra coloro che vivono da soli, ma anche tra chi condivide casa con altri.
All’interno delle famiglie, il 32% degli intervistati ha riportato un aumento dei contatti con il partner, mentre il 21% per i figli. Le percentuali si abbassano però al 3% se uno dei membri della famiglia è costretto a uscire per lavoro, date le ovvie misure di sicurezza. Il contatto umano sembra essere stato sopperito dalla tecnologia, con il 68% degli intervistati pronti a dichiarare di aver trascorso il tempo su smartphone e computer. E, per quanto utili questi strumenti proprio durante la pandemia, limitano ulteriormente l’interazione fisica, indispensabile per il benessere psicologico.
Questi effetti negativi sono però stati limitati in quelle famiglie dove sono presenti cani e gatti, dove la necessità di contatto fisico è stata soddisfatta proprio accarezzando e coccolando i quadrupedi domestici. Lo conferma anche un’altra survey, condotta di recente dalla South Australia University.
Su un piccolo gruppo di controllo di 32 partecipanti, i ricercatori australiani hanno scoperto come, durante il lockdown da coronavirus, il 90% delle persone abbia parlato di contatto fisico in relazione agli animali. In generale, cani e gatti sono visti dai proprietari come un perfetto rimedio per combattere la solitudine, ridurre le stress, allontanare il trauma da pandemia e distrarsi dal flusso continuo di notizie negative dai media. Ancora, quasi tutti i partecipanti hanno spiegato come i loro animali capiscano quando serva supporto psicologico, fornendolo spontaneamente ai proprietari. Così ha spiegato Janette Young, alla base dello studio:
Le persone hanno bisogno del contatto fisico, così come ne hanno bisogno la gran parte degli animali che consideriamo domestici. La nostra relazione vicina e arricchente con gli umani può, almeno in parte, riempire quel vuoto di contatti umani avvenuto durante la pandemia.
L’interazione fisica con i quadrupedi stimola inoltre serotonina e ossitocina, due ormoni che influenzano fortemente il buon umore, regalando momenti di immediata serenità.
Fonte: Healthline