Cani e gatti, attenzione all’affido momentaneo: multe fino a 10.000 euro
Cani e gatti, attenzione all'affido momentaneo: se accuditi da terzi in modo non consono, il proprietario rischia il reato di abbandono.
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Cani e gatti non possono essere lasciati da soli, quando ci si deve allontanare da casa per lavoro oppure per le vacanze. E così molti decidono di affidarli momentaneamente ad amici e parenti, affinché i quadrupedi possano ricevere tutte le cure del caso. Ma la scelta degli affidatari non può essere effettuata alla leggera, poiché si rischia di imbattersi nel reato di abbandono. È quanto ha di recente stabilito una sentenza della Corte di Cassazione, nel giudicare un caso accaduto a Ivrea.
In particolare, se la persona a cui si affidano i quadrupedi non si adopera per il loro benessere, la responsabilità ricade anche sul proprietario. Per questa ragione, è necessario sempre scegliere persone fidate e, fatto non di certo secondario, conosciute dal cane o dal gatto.
Cani, gatti e affidamento temporaneo
La sentenza della Corte di Cassazione è relativa a un caso avvenuto a Ivrea, dove la proprietaria di tre gatti ha deciso di affidare i suoi animali a una conoscente durante il periodo delle vacanze estive. Secondo quanto riferito da Il Messaggero, la donna aveva ricevuto una condanna per abbandono di animali, con una sanzione pari a 1.500 euro. La proprietaria aveva quindi deciso di far ricorso in Cassazione, sottolineando di non aver abbandonato i felini bensì di averli affidati alle cure di terzi.
Stando alle ricostruzioni riportate dal quotidiano, la donna avrebbe delegato una conoscente per accudire i suoi tre gatti durante le vacanze estive. Quest’ultima si sarebbe però poi sottratta all’impegno, quindi la proprietaria avrebbe chiesto aiuto ai figli minorenni. Questi ultimi si trovavano in vacanza dal padre e, a giorni alterni, si recavano dai felini.
Sempre come riferisce Il Messaggero, la Cassazione non ha però accolto il ricorso, poiché pare che gli animali siano stati trovati in una condizione “di scarsa igiene, con presenza di urine e feci sparse su giornali distribuiti sul pavimento, una lettiera satura e la ciotola dell’acqua stagnante e sporca”. Una situazione che, secondo la difesa, sarebbe da imputare a un recente furto e all’umidità tipica del caldo estivo. I giudici hanno però sottolineato come, in caso di affidamento a terzi, il proprietario debba accertarsi dell’effettivo benessere dei felini. Inoltre, la Cassazione ha aumentato la sanzione da 1.500 a 3.000 euro. Il reato in questione prevede sanzioni fino a 10.000 euro.
A fronte del lungo periodo di assenza e della impossibilità di avvalersi di un sostituto adeguato per la cura dei propri animali domestici, avrebbe dovuto affidare i gatti ad una struttura, pubblica o privata, di custodia e cura.
I giudici hanno ribadito come il reato non riguardi solo l’effettivo abbandono di cani e gatti, ma anche “le condotte che incidono sulla sensibilità psicofisica dell’animale, procurandogli dolore e afflizione“. In altre parole, se il quadrupede viene messo nelle condizioni di non avere accesso a cibo, acqua e luce, in assenza di condizioni igieniche sufficienti, si infrange la legge. Anche quando la condizione è dovuta ad affidatari terzi.
Fonte: Il Messaggero