Cani contro la cimice asiatica: così proteggono i raccolti
L'olfatto dei cani molecolari per combattere la cimice asiatica: questo insetto causa un milione di euro di danni all'agricoltura ogni anno.
Fonte immagine: Pixabay
I cani scendono in campo contro la cimice asiatica, uno degli insetti più pericolosi per i campi coltivati sparsi per tutto lo Stivale. È questo l’importante progetto elaborato dal Centro di Difesa e Certificazione del Crea, da sempre in prima linea per proteggere i raccolti dalle più svariate minacce, dai cambiamenti climatici ai parassiti.
L’arrivo della cimice asiatica sul territorio italiano ha causato numerosi disagi per l’agricoltura, quantificabili in un milione di euro di danni ogni anno. Per questo tutte le tecniche utili alla sua contenzione sono da considerare strategiche per la sopravvivenza di un settore tanto fondamentale.
Cani e altre strategia: la lotta alle cimici
Le cimici asiatiche, riconoscibili per il loro corpo coriaceo e per l’intensa colorazione marrone, sono giunte sul territorio italiano ormai da qualche anno. Forse arrivati sullo Stivale con i commerci con la Cina, questi insetti si sono rivelati particolarmente aggressivi per i raccolti. Possono devastare alberi e intere coltivazioni in pochi giorni, in particolare con l’arrivo dell’autunno, quando risultano più attivi in vista del successivo inverno.
Tra le tante strategie di contenzione, il Centro di Difesa e Certificazione del Crea sta testando l’impiego di un cane molecolare opportunamente addestrato, così come riferisce ANSA. Il Centro è infatti una realtà di prima linea per individuare piante, legnami e altri prodotti di importazione che potrebbero rivelarsi nocivi per le coltivazioni italiane ed europee. Per questo, lo straordinario olfatto dei quadrupedi può rivelarsi fondamentale per l’identificazione rapida delle minacce.
Il Centro si occupa ormai da tempo di programmi di lotta biologica per ridurre la presenza di questa dannosa cimice, ad esempio con l’introduzione della vespa samurai, l’antagonista naturale dell’insetto. Così ha spiegato Pio Federico Roversi, direttore del Centro, sempre all’agenzia ANSA:
Il nostro impegno è conservare e valorizzare il patrimonio dell’agricoltura italiana proprio attraverso la difesa delle piante dalle aggressioni delle specie aliene, con soluzioni innovative concertate con tutti gli attori e al passo con i tempi.
Fonte: ANSA