Cani: 5 regole contro l’ansia da separazione
L'ansia da separazione nel cane presenta cause e sintomi ben precisi. Ecco rimedi, terapia e come gestire questa malattia comportamentale dei cani.
- Ansia da separazione cane: che cos’è?
- Sintomi di ansia da separazione nei cani
- L’ansia da separazione non è un “dispetto” del cane
- Ansia da separazione: come diagnosticarla?
- Terapia: non esiste la “pillola magica”
- Rimedi naturali per l’ansia da separazione
- Esercizi da fare per il cane
- Cosa non fare in caso di ansia da separazione dei cani?
- Ansia da separazione cani: una malattia con molte sfaccettature
L‘ansia da separazione è una fra le patologie comportamentali più frequenti nei cani. Ci sono dei sintomi ben precisi che caratterizzano tale malattia, anche se spesso sono confusi con quelli di altre problematiche comportamentali.
Ed esistono dei rimedi adatti a gestire tale malattia, ma attenzione: ti avvisiamo sin da subito che la sola terapia medica non sarà neanche lontanamente sufficiente a curare questo problema. Quello che farà veramente la differenza sarà la terapia rieducativa del cane e il cambio di gestione della sua educazione. Il che vuol dire che, come proprietario, dovrai lavorare anche tu per risolvere la situazione.
Ansia da separazione cane: che cos’è?
Con il termine ansia da separazione si intende una malattia comportamentale dei cani (descritta in realtà anche nei gatti) dove si ha una reazione di ansia incontrollabile del cane. Tale forma di ansia si manifesta solo ed esclusivamente quando il padrone esce di casa. Questo è importante capirlo sin da subito: se il cane manifesta i sintomi che vedremo fra poco quando il proprietario è in casa, allora non si tratta di ansia da separazione, bensì di un altro problema comportamentale.
Molto spesso l’ansia da separazione del cane si accompagna anche alla sindrome da iperattaccamento. Quest’ultima solitamente è provocata dall’incapacità del proprietario di rendersi conto che il cane non può e non deve rimanere un cucciolo a vita, ma che deve crescere e imparare ad essere autonomo e indipendente.
Purtroppo, molto spesso, il limite fra amore verso il cane e morbosità nei suoi confronti non è ben chiaro e sussiste una vera e propria incapacità, da parte del proprietario, di incoraggiare l’indipendenza dell’animale. C’è infatti chi prova soddisfazione nel vedere il proprio per iperattaccato a se stesso perché viene gratificato da tale situazione, ma questo significa anche non pensare al bene del cane.
Sintomi di ansia da separazione nei cani
Questi sono i principali sintomi di ansia da separazione nel cane:
- quando viene lasciato da solo, il cane abbaia, piange e ulula
- sempre quando viene lasciato da solo, rosicchia e morde mobili, porte, finestre, muri e tutto ciò che ha intorno, distruggendolo
- il cane urina e defeca in maniera inappropriata in casa
Non è detto che il cane manifesti per forza tutti questi sintomi insieme. A volte, infatti, ne è presente solo uno, a volte sono variamente combinati fra di loro. Ci sono poi anche altri sintomi minori a cui prestare attenzione:
- se è solo, il cane non mangia e non beve
- tende a camminare di continuo, avanti e indietro, come se non trovasse pace
- a volte è letargico e depresso, arrivando anche a non mangiare
- si lecca e si mordicchia, provocandosi lesioni da auto traumatismo
- a volte manifesta comportamenti di aggressività
- è eccessivamente vigile e reattivo
- vomito
- diarrea
- coprofagia (mangia le sue feci)
- tachicardia
- tachipnea (aumento incontrollato delle respirazioni)
Quali razze sono più colpite?
In realtà l’ansia da separazione può manifestarsi in qualsiasi razza di cane. Tipicamente, però, il maggior numero di segnalazioni arriva da cani di razze di piccola taglia (anche meticci di piccola taglia). Probabilmente questo è dovuto al fatto che è più facile far sviluppare forme di iperattaccamento a razze da compagnia mini e toy, che non a quelle di grossa taglia e già maggiormente indipendenti come carattere di base.
L’ansia da separazione non è un “dispetto” del cane
Ci preme sottolineare che l’ansia da separazione non è un dispetto del cane. Molti proprietari sono convinti che il cane si comporti così per fare dispetto a loro, non rendendosi conto che si tratta di una vera e propria malattia. Il problema viene quindi sottovalutato o corretto in maniera sbagliata, finendo così col peggiorare ulteriormente la situazione.
Un classico esempio è “Il mio cane sa che ha sbagliato a fare pipì in giro quando non sono a casa: quando rientro va subito a mettersi a cuccia con sguardo mortificato”. Ecco, no, stiamo di nuovo umanizzando troppo il cane attribuendogli comportamenti e reazioni umane al posto di pensare come “cani”.
Il cane non sa di aver sbagliato: il cane ha semplicemente imparato che quando il suo umano rientra a casa, arrivano le urla e le sgridate “Ma cosa hai fatto? Vergognati” e questo per lui è ulteriore fonte di ansia e confusione.
Questo perché la mente del cane è diversa da quella umana e ragiona per associazione diretta. La sgridata viene così associata all’ultima cosa successa: l’ingresso dell’umano in casa e non certo a quella pipì fatta magari un quarto d’ora prima. Così il cane impara che l’ingresso del suo umano in casa è una cosa negativa. Ed è proprio per questo che va a cuccia, non perché sa di aver sbagliato, ma perché ha imparato ad avere paura del nostro ingresso.
Se quando rientri in casa il cane guarda in basso, ha la coda fra le gambe o scappa via, allora non ha capito che ha fatto un guaio, ma si sta solamente dimostrando sottomesso o impaurito.
Ansia da separazione: come diagnosticarla?
Se noti uno o più dei sintomi sopra descritti nel tuo cane, contatta come prima cosa il tuo veterinario di fiducia. Insieme potrete valutare se effettivamente si tratti di un caso di ansia da separazione. Se fosse così, è possibile che il vostro veterinario richieda una visita specialistica con un veterinario comportamentalista per valutare come procedere. Nel caso fossero presenti anche dei problemi educativi o gestionali, è possibile che il veterinario venga affiancato anche da un educatore cinofilo.
Terapia: non esiste la “pillola magica”
La terapia per l’ansia da separazione del cane esiste? Sì, ma con una precisazione. La maggior parte dei proprietari pensa che basti dare qualche “pillola magica” per far guarire immediatamente il cane. Non funziona proprio così. Esistono dei farmaci per l’ansia da separazione del cane, ma devono essere abbinati a una terapia rieducativo-cognitiva, nonché a una modifica della gestione dell’educazione.
I farmaci, infatti, servono per predisporre il cane a rispondere meglio e con più tranquillità alla terapia rieducativa. Da soli non servono a niente, perché si limitano a mascherare il sintomo, ma non curano il problema alla base.
Inoltre, sono farmaci che vanno assunti sotto stretto controllo del medico veterinario in quanto possono avere effetti collaterali. In più, non esiste una cura univoca con medicinali che vada bene per qualsiasi caso: ogni paziente è un soggetto a se stante che richiede una terapia mirata e formulata specificatamente per quella situazione e quel paziente.
Rimedi naturali per l’ansia da separazione
Ci sono anche dei rimedi naturali da utilizzare per l’ansia da separazione nel cane. Esattamente come detto poco fa per i farmaci della medicina tradizionale, non vanno usati a sproposito in quanto anche questi rimedi possono avere effetti collaterali (“naturali” non è sinonimo, infatti, di assenza di effetti collaterali).
Anche in questo caso vietato il fai-da-te: se utilizzati a sproposito, esattamente come i farmaci normali, possono non solo dare effetti collaterali, ma anche potenzialmente peggiorare la situazione.
Esercizi da fare per il cane
In attesa che il veterinario comportamentalista visiti il tuo cane, puoi provare a mettere in atto dei semplici esercizi:
- Ignorare il cane quando si esce da casa: non bisogna salutarlo, guardarlo o toccarlo in quanto questi gesti aumentano l’ansia del cane. I cani, infatti, percepiscono perfettamente la nostra ansia, agitazione e tristezza nel lasciarli da soli e somatizzano tali atteggiamenti, facendoli diventare propri. Il concetto è: il cane sente che il suo umano è ansioso (spesso prima ancora che il suddetto umano si renda conto di esserlo) e giustamente pensa “Se il mio umano è ansioso, allora devo esserlo anche io”
- Non salutare il cane quando si entra in casa: ovviamente vale solo se il cane soffre di ansia da separazione o se manifesta forme di iper eccitazione quando si rientra. Spesso il cane iper eccitato al nostro rientro (cane che salta, guaisce e fa troppe feste) viene scambiato per “cane che ci ama alla follia”. No, è un cane che è iper eccitato a causa di uno stato di ansia precedente, quindi una situazione che non dovrebbe far piacere a nessuno. Quindi se il cane si comporta così, bisogna ignorarlo di nuovo, non guardandolo, non parlandogli e non toccandolo. Questo almeno fino a quando, dopo anche qualche decina di minuti, non decide da solo di mettersi tranquillo. È a questo punto che dovrete salutarlo e lodarlo, in modo da insegnargli che quando è tranquillo è il comportamento giusto che merita il premio, mentre quando è troppo esuberante è il comportamento sbagliato
- Organizzare le false partenze: anche nei casi di ansia, come nelle paure e nelle fobie, il cane impara ad anticipare il vero e proprio momento ansiogeno. Il cane è intelligente: ha capito che, prima di uscire, facciamo tutta una serie di gesti (prendiamo la giacca, andiamo in bagno, prendiamo le chiavi…). Ecco che allora possiamo organizzare una serie di false partenze per cercare di desensibilizzarlo. È molto semplice: fai tutti i soliti movimenti che compi prima di uscire, arriva fino alla porta ignorando il cane, metti la mano sulla maniglia e poi, sempre ignorando il cane, torna indietro e fai tutti i gesti che compi quanto rientri in casa. Bisogna fare queste false partenze in momenti diversi della giornata, in modo che il cane non sappia mai quando ci sarà la vera uscita. Se dopo un po’ noti che il cane è tranquillo durante queste manovre, puoi uscire di casa e rientrare subito dopo, allungando progressivamente il tempo in cui si è fuori casa, a seconda di come si comporta il cane
Kennel sì o kennel no?
Un altro mito da sfatare: se il cane ha l’ansia da separazione, lo chiudo nel kennel o in recinto. Ecco, non funziona così. Il kennel in realtà può essere un utile strumento da utilizzare per far sentire il cane protetto e sicuro. Tuttavia il cane deve essere abituato gradualmente al suo utilizzo e non semplicemente chiuso dentro di punto in bianco.
Idem dicasi per il recinto o il cancelletto: serve più che altro per evitare che il cane acceda ad aree della casa che non si vuole vengano distrutte. Ma da solo non risolverà il problema: non è che il cane vede il recinto e pensa “Oh, d’accordo, sono nel recinto, allora non vado in ansia e non distruggo nulla”, non funziona proprio così.
Esercizi per il proprietario
Non solo il cane deve lavorare per cercare di risolvere l’ansia da separazione, ma anche il suo umano deve avere l’onestà di riconoscere con se stesso di avere una certa percentuale di responsabilità nello sviluppo di questa malattia.
Bisognerà lavorare sul proprio rapporto col cane: il cane, infatti, non deve essere una nostra appendice, ha bisogno dei propri spazi e della propria indipendenza. L’importante per il proprietario è capire che risolvere i problemi di iperattaccamento (cane che ci segue come un’ombra anche quando ci spostiamo di stanza, che piange quando non ci vede per qualche secondo…) vuol dire fare il bene del proprio animale.
Cosa non fare in caso di ansia da separazione dei cani?
Qualche piccolo consiglio su cosa non fare in caso di ansia da separazione nel cane:
- considerarli dei semplici “dispetti”
- decidere di correggerli dopo anni e anni di comportamenti sbagliati: prima si agisce e meglio è. Quando i comportamenti sbagliati si strutturano troppo diventa poi più difficile risolverli
- premiare i comportamenti di ansia, ipereccitazione o iperattaccamento
- sgridare il cane quando si torna a casa e si trovano feci e urine dappertutto
- mai mettere il muso del cane nelle urine e nelle feci. Anche perché è controproducente: al cane piace l’odore della pipì e delle feci, quindi in realtà lo state premiando
- affrontare la terapia comportamentale quando tu stesso sei ansioso o nervoso: trasmetteresti questi sentimenti negativi al cane, vanificando tutti gli sforzi fatti
- sospendere la terapia senza prima aver contattato il veterinario. Non è una terapia che ti farà vedere dei risultati nel giro di una settimana, ci vogliono tempo e pazienza. E se sospendi soprattutto la terapia farmacologica a casaccio, rischi che i sintomi peggiorino
Ansia da separazione cani: una malattia con molte sfaccettature
L’ansia da separazione nei cani è una malattia comportamentale con sintomi ben specifici: si manifestano solo quando il proprietario è fuori casa e non si tratta di dispetti. A stabilire la terapia sarà il tuo veterinario di concerto con il veterinario comportamentalista e/o l’ausilio di un educatore cinofilo se ci fossero anche problemi educativi alla base. È possibile affiancare a farmaci tradizionali anche rimedi naturali, ma il vero fulcro della cura è la terapia rieducativo-cognitiva.
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