Greenstyle Ambiente Il futuro degli oceani in un mondo in riscaldamento: le previsioni e le sfide da affrontare

Il futuro degli oceani in un mondo in riscaldamento: le previsioni e le sfide da affrontare

È sotto gli occhi di tutti come i cambiamenti climatici stiano cambiando gli oceani. Già, ma come succede? E in che modo? Innegabilmente l'aumento della temperatura causa il surriscaldamento di mari e oceani, con anche alterazioni del pH e della salinità che vanno a danneggiare habitat, ecosistema, animali e piante marine

Il futuro degli oceani in un mondo in riscaldamento: le previsioni e le sfide da affrontare

I cambiamenti climatici stanno cambiando anche gli oceani. Il surriscaldamento globale, infatti, interessa anche le acque di mari e oceani, con conseguenze a cui non tutti pensano. Fortunatamente, però, qualcuno che si sta rendendo conto della situazione c’è. Per esempio l’obiettivo 14 dell’Agenda 2030 vuole ridurre in maniera significativa entro il 2025 tutti i tipi di inquinamento marittimo, portando a un livello minimo l’acidificazione degli oceani. Ma quali sono le conseguenze del riscaldamento degli oceani?

Cambiamenti climatici e oceani: un nuovo studio

Fonte: Pixabay

A spiegare cosa i cambiamenti climatici stiano facendo agli oceani è un nuovo studio dal titolo “Statistically downscaled CMIP6 ocean variables for European waters”, pubblicato su Scientific Reports e realizzato da Trond Kristiansen del Farallon Institute, Actea e Norsk institutt for vannforskning – Niva, da Momme Butenschön della Fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui cambiasmenti climatici – CMCC e da Myron Peck del Koninklijk Nederlands Instituut voor Onderzoek der Zee – Nioz).

Lo studio in questione ha ribadito, ancora una volta, come i cambiamenti climatici stiano causando:

  • il riscaldamento delle acque di mari e oceani
  • una maggior acidificazioni degli oceani
  • una deossigenazione delle acque
  • alterazioni della produttività degli oceani
  • alterazioni della biologia e della fisica degli ecosistemi marini

Il problema, però, è che tali cambiamenti stiano avvenendo molto più velocemente di quanto preventivato, il che vuol dire che parecchie aree dell’oceano sono già state danneggiate.

Lo studio ha analizzato diversi scenari in modo da poter pianificare al meglio la gestione delle diverse situazioni a cui andremo incontro. Utilizzando diversi parametri usati per stabilire la salute dell’oceano, ecco che i ricercatori, tramite un downsizing statistico basato su modelli climatici, hanno potuto confrontare le loro proiezioni con osservazioni reali provenienti da quattro regioni europee:

  • Mare del Nord
  • Mar Baltico
  • Golfo di Biscaglia
  • Mar Mediterraneo

I parametri presi in considerazione sono stati:

  • temperatura
  • salinità
  • pH
  • ossigeno
  • clorofilla

Da questo confronto è emerso come le diverse aree degli oceani siano interessate da differenti pressioni dei cambiamenti climatici. Per raggiungere i vari obiettivi climatici, dunque, è necessario adattarsi a questa variabilità di base.

Nelle proiezioni future i tre maggiori fattori di stress, cioè riscaldamento, acidificazione e deossigenazione, sono in aumento in tutti i mari europei. Secondo lo studio questo vuol dire che l’intensità di questi trend e l’efficacia dei rimedi adottati per mitigare il fenomeno differiscono anche in base al fattore specifico scatenante e alla posizione geografica.

Il trend peggiore è quello relativo all’acidificazione, peggiorato nel giro di pochi anni. Deossigenazione e riscaldamento, invece, sono peggiorati solamente nel corso della seconda metà del secolo.

Qual è la normale temperatura degli oceani?

foche grigie

Giustamente, arrivati a questo punto, è lecito chiedersi quale sia la temperatura normale degli oceani. Considerando che la maggior parte della massa d’acqua la troviamo negli abissi marini, ecco che, per forza di cose, la temperatura media dell’acqua marina è abbastanza bassa. In pratica il 75% circa dell’acqua degli oceani ha una temperatura che varia dagli 0 ai 5°C. Ovviamente qui si parla di condizioni medie non influenzate dal surriscaldamento globale e dall’aumento delle temperature di mari e oceani.

Se però si guarda la temperatura alla superficie degli oceani, qui c’è una maggior variabilità. Andiamo dalle temperature al di sotto degli 0°C nelle regioni artiche e antartiche ai 35°C dei mari tropicali.

Parlando, poi, dello studio della temperatura degli oceani, si è soliti fare una suddivisione verticale:

  • livello misto di superficie con gradienti bassi
  • livello sottile chiamato termoclino con gradienti alti
  • un livello stratificato riguardante gli abissi

Se siete interessati, poi, al netto dei cambiamenti climatici, gli oceani hanno una salinità media che va dai 34 ppt ai 35 ppt. Questo però, di nuovo, vale per le profondità marine. La salinità in superficie, infatti, è molto più variabile va da 10 a 41 ppt.

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