Calendula officinalis
La calendula è un comunissimo fiore, noto sin dai tempi antichi non solo per la sua bellezza ma anche e soprattutto per le sue proprietà per l’organismo. Si tratta infatti di un vero e proprio rimedio naturale, un ritrovato della nonna che solitamente non manca mai all’interno delle case. Ma cosa è la calendula, a cosa serve e quali sono le sue proprietà?
Naturalmente, quando si parla di rimedi naturali non bisogna mai dimenticare la possibilità di controindicazioni oppure effetti collaterali, soprattutto nei pazienti ipersensibili o allergici. Per questa ragione, prima di assumere la calendula è utile chiedere un parere al proprio medico di fiducia.
Con il termine calendula si indica comunemente la Calendula officinalis, una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Asteraceae. In realtà, esistono moltissime varietà di calendula – tanto da essere un vero e proprio genere delle già citate Asteraceae – ma il termine è usato popolarmente proprio per identificare la tipologia officinale.
La pianta si caratterizza per un portamento erbaceo dalla durata annuale, dalla crescita perlopiù spontanea, anche se non mancano validi esempi di coltivazione. L’esemplare presenta dei fusti sottili ma carnosi, dai quali prendono vita delle foglie allungate, dai margini irregolari e di un intenso color verde. Durante i periodi più caldi dell’anno, all’incirca una volta al mese, la calendula produce degli inconfondibili fiori.
Questi, raccolti a capolino, si caratterizzano per dei petali raggruppati dalle inconfondibili gradazioni dell’arancione. Proprio questa capacità di fiorire ogni mese, almeno nei periodi di attività della pianta, ne giustifica il nome. Deriva dalle calendae dell’Antica Roma, delle ricorrenze che avvenivano appunto a cadenza mensile.
La calendula può essere coltivata a scopo ornamentale, ma nella maggior parte dei casi viene scelta per la produzione di rimedi fitoterapici, cosmetici, unguenti, creme, sieri e tisane date le sue proprietà utili all’organismo umano.
La calendula è una pianta dalla crescita abbastanza spontanea in tutto il bacino del Mediterraneo, dove trova le sue condizioni ideale per la crescita: un clima mite e non eccessivamente afoso, nonché un buona umidità.
Sul territorio italiano è presente pressoché in ogni regione, ad altitudini fino a 600 metri sul livello del mare. La maggior parte delle varietà in commercio deriva però da coltivazioni.
La pianta della calendula, così come già ricordato, incuriosisce l’uomo sin da tempi antichissimi. Questo perché ben presto le remote civiltà ne hanno scoperto tutte le sue proprietà, in particolare per la cura della pelle. Di seguito, alcuni dei vantaggi riconosciuti a livello popolare, alcuni dei quali hanno trovato conferma anche in ambito scientifico.
La calendula presenta innanzitutto un’attività cicatrizzante e lenitiva, come l’aloe vera, soprattutto a livello della cute. Tale caratteristica è giustificata dai triterpeni in essa contenuta, dall’effetto stimolante per il sistema immunitario, capaci di incentivare la rigenerazione cellulare.
Per questa ragione, i derivati della calendula – come creme e unguenti – possono essere applicati sulla pelle in caso di ferite e ustioni. La pianta agisce in questo modo sulla cute:
I derivati di questa pianta mediterranea sono utili anche come blando antistaminico, soprattutto se applicati a livello topico. Creme, unguenti e sieri possono ridurre prurito, bruciore e bolle dovuti a un’orticaria, diminuire l’arrossamento dovuto a dermatiti, addirittura rendere meno fastidiosa la desquamazione da psoriasi.
Tali proprietà sono perlopiù dovute a due fattori:
In modo analogo a quanto già evidenziato, la calendula può esprimere anche un’azione antinfiammatoria, soprattutto a livello delle mucose. Tant’è che, in adeguate formulazioni, può essere assunta anche a uso interno per risolvere problemi digestivi quali reflusso gastroesofageo, gastrite, ulcera e colite.
Il merito è soprattutto dovuto all’elevata presenza di mucillagini che, in modo molto simile alla malva, vanno a creare una sorta di biofilm che si deposita sui tessuti interni dell’apparato digerente. In questo modo, li protegge dall’azione di virus e batteri, ma anche dall’acidità dei succhi gastrici.
Infine, la Calendula officinalis può garantire anche un effetto antispasmodico, rilassando la muscolatura liscia e involontaria di diversi organi. È ad esempio il caso dell’intestino, che può essere colpito da crampi e da una peristalsi troppo accesa a causa della presenza di aria oppure quando si soffre di diarrea.
Ma è utile anche per limitare i crampi addominali durante il ciclo mestruale, calmando così alcuni dei più diffusi dolori sia muscolari che uterini.
Così come già accennato, la calendula è disponibile sul mercato in moltissimi formati, sia a uso interno che esterno. Ma come si usa e, soprattutto, quale tipologia impiegare per le proprie esigenze?
In caso di dubbi sul formato da scegliere in relazione alle proprie problematiche, si può chiedere il parere dell’erborista esperto in fitoterapia o, ancora, al proprio medico curante. Gli stessi professionisti sapranno anche indicare le dosi quotidiane consigliate in base al proprio disturbo.
La calendula è solitamente una pianta ben tollerata dall’organismo umano, anche perché naturalmente ipoallergenica. Sono pochi i casi di intolleranza o allergia associata a questa pianta che, come già accennato, presenta anche un blando effetto antistaminico.
Minimi anche gli effetti collaterali, che non evidenziano particolari problematiche nell’utilizzo. A livello topico, quindi sulla cute, possono manifestarsi rari casi di sensibilizzazione della pelle, che tuttavia si risolvono interrompendo l’uso di tintura madre, creme oppure unguenti. A livello interno, un eccesso potrebbe favorire fastidi digestivi come mal di stomaco oppure diarrea.