Caldaia
Non si può dire che quello della caldaia a condensazione non sia un tema divenuto di stretta attualità, soprattutto negli ultimi tempi. Con regole sempre più rigide rispetto all’efficienza energetica delle soluzioni di riscaldamento, così come alla necessità di ridurre i consumi per proteggere l’ambiente, molti cittadini si sono trovati a dover cambiare la classica ma poco performante caldaia. E nella maggior parte dei casi la sostituzione avviene proprio con una soluzione a condensazione. Ma come funziona la caldaia a condensazione e, soprattutto, quando conviene davvero installarla?
Naturalmente, quando si parla di sistemi di riscaldamento o per la produzione di acqua calda, molto dipende dallo stato del proprio stabile, dalle tubature a disposizione e dalla presenza di adeguate canne fumarie. Tre fattori che possono influenzare la possibilità o meno di poter installare questa nuova soluzione. È quindi utile sempre affidarsi al parere di un tecnico esperto. Di seguito, qualche consiglio utile sulle caldaie a condensazione.
Per caldaia a condensazione si intende un recente tipo di caldaia ad acqua, pensata per recuperare il calore generato dai fumi di scarico. In altre parole, questa soluzione tecnologica permette di convogliare i fumi all’interno di speciali condotti che, causando appunto condensa, cedono del calore aggiuntivo per scaldare l’acqua. Quest’ultima potrà essere usata per il consumo diretto, ad esempio in bagno o in cucina, oppure per alimentare caloriferi e termosifoni.
La diffusione pressoché massiccia di caldaie a condensazione è, come accennato, abbastanza recente. Eppure questa tecnologia esiste almeno dagli anni 60, con vari modelli apparsi sul mercato proprio in quegli anni. A spingerne l’adozione è stata una Direttiva Europea del 2005, la 2005/32/CE, che impone alle aziende produttrici di vendere unicamente questa tipologia di caldaie.
Di conseguenza, molti le hanno scelte per gli edifici di nuova costruzione, altre le installano invece al termine del ciclo di vita della soluzione di riscaldamento già presente in casa.
In una caldaia tradizionale, la fonte di calore – solitamente data dalla bruciatura del gas, sebbene non manchino alternative a gasolio o anche a legna, soprattutto in montagna – riscalda diversi litri di acqua contenuti all’interno di un apposito serbatoio. Poiché per generare calore vi è la combustione di vari elementi, come il metano appunto, vengono generati dei fumi di scarico. Questi sono espulsi all’esterno, grazie a delle condutture che collegano la caldaia alla canna fumaria.
Nelle caldaie a condensazione, invece, vi è un passaggio in più, con i fumi di scarico che vengono convogliati in apposite camere di condensazione. Qui cedono calore, che viene assorbito dall’acqua da riscaldare e vengono poi immessi nella canna fumaria a una temperatura più bassa rispetto a quella di una soluzione tradizionale. In questo modo, si recupera dell’energia che contribuisce a scaldare proprio l’acqua e che altrimenti andrebbe diversamente sprecata.
I vantaggi dell’installazione di una caldaia a condensazione sono molteplici, sia in termini ambientali che di risparmio energetico. Un risparmio che si fa sentire anche sui costi tipici che una famiglia deve affrontare, alleggerendo le bollette.
Non si può dire che la caldaia a condensazione sia a impatto zero sull’ambiente, poiché comunque comporta la combustione di fonti fossili – ad esempio il metano – per scaldare l’acqua e, in questo processo, genera dei fumi di scarico. Ma la possibilità di poter recuperare proprio questi fumi apporta degli enormi benefici:
Come facile intuire, le caldaie a condensazione possono garantire non solo vantaggi ambientali, ma anche di costo, come accennato nel precedente paragrafo. Ma quanto si risparmia in bolletta installando questa tecnologia per il riscaldamento della propria casa?
Molto dipende dalla tipologia dell’impianto, dalla grandezza dell’abitazione, dalla presenza di soluzioni per ridurre le perdite di calore e dall’efficienza di tubature e canne fumarie. A seconda delle singole situazioni, si può risparmiare da un 20 a un 35% sui consumi in bolletta relativi alle necessità di riscaldamento e produzione di acqua calda.
Ma quando installare una caldaia a condensazione? Quando questo strumento si rivela davvero utile e quando, invece, non è indicato?
L’installazione di questo tipo di caldaia è quasi sempre vantaggiosa, anche se alcune condizioni la rendono particolarmente conveniente. È infatti consigliata quando:
Non sempre però la condensazione si rivela il sistema più adatto per tagliare la bolletta e proteggere l’ambiente. In questi casi, potrebbero essere più utili altre soluzioni come le pompe di calore o la produzione di acqua calda tramite pannelli solari:
Le caldaie a condensazione sono ormai diventato lo standard minimo di mercato, per effetto della già citata direttiva europea e, di conseguenza, i prezzi sono ormai ben livellati. Considerato solo l’apparecchio, la spesa media è di 1.000 euro per una potenza di 20 kw e di 1.500 per una di 30.
A questi però si aggiungono i costi di installazione – circa 300 o 500 euro – nonché eventuali necessità di adeguamento dell’impianto, come la riparazione e la pulizia di tubature e canne fumarie o il cambio di vecchi termosifoni. Per questa ragione, per calcolare la spesa effettiva è sempre necessario un sopralluogo presso l’edificio in cui verrà installata la caldaia.
In questo caso, è utile chiedere ai tecnici – prima ancora dell’effettivo preventivo – quali siano le effettive riduzioni di consumo previste e quali fattori possano influire sul risparmio, sempre in relazione alla struttura dell’edificio.