I cachi rappresentano di certo uno dei frutti simbolo dell’autunno. Morbidi, dolci e decisamente nutrienti, sono un vero e proprio toccasana per corroborare l’organismo e prepararlo alle sfide della stagione fredda. Ma quali sono le proprietà di questo frutto, quali le calorie e quali ancora le ricette più gustose?
Questo frutto non manca di certo sulla tavola autunnale degli italiani, un’usanza che fonda le sue radici in tradizioni lontane. Forse però non tutti sanno come questo alimento non sia originario dello Stivale, bensì della più lontana Asia. Di seguito, tutte le informazioni utili.
Nel linguaggio comune, con il termine cachi si identificano i frutti dell’omonimo albero, il Diospyros kaki. Questa pianta appartiene alla famiglia delle Ebenacee ed è di origine orientale. È infatti molto diffuso in Cina e in Giappone ed è proprio alla terra nipponica che deve il suo nome: in giapponese, sia la pianta che il frutto vengono identificati con la parola “kaki”.
Le piante si caratterizzano per una media altezza, all’incirca di 8-10 metri con picchi anche di 15-18 e foglie caduche. Il fusto è dritto, abbastanza sottile rispetto ad altri alberi della stessa altezza e dotato di numerose ramificazioni. La particolarità di questa pianta è la sua estrema durata – anche diverse centinaia di anni – tuttavia la sua crescita è estremamente lenta.
Il Duospyros kaki produce durante l’autunno dei vistosi frutti, delle grandi bacche di colore arancione, perfettamente commestibili. La superficie esterna è ricoperta da una sottile e lucida buccia di colore arancione, mentre la polpa interna è morbida, gelatinosa e racchiude al centro i semi.
I cachi, frutto dall’inconfondibile sapore dolce, sono stati fra i primissimi frutti consumati dall’uomo, anche per la facilità di raccolta, l’elevata abbondanza nel periodo autunnale e l’apporto calorico importante. Vi sono però dei problemi di conservazione nel tempo poiché, una volta colti dall’albero, tendono a decomporsi velocemente.
Così come già accennato, i cachi sono dei frutti dal profilo nutrizionale davvero interessante, sia sul fronte delle calorie apportate che degli altri elementi utili che sono in grado di donare all’organismo. Di seguito, tutti i dettagli.
Fra tutta la frutta oggi disponibile nel periodo autunnale, i cachi rientrano di diritto fra i più calorici. Basti infatti pensare come 100 grammi apportino ben 70-80 calorie. E, considerando come ogni singolo esemplare pesi dai 250 ai 300 grammi, si possono superare facilmente le 200 calorie.
Proprio per questa ricchezza energetica, il frutto è stato a lungo ribattezzato “il pane dei poveri”, ovvero una vera e propria garanzia nella stagione fredda per le persone dalla dieta poco varia. L’elevato contenuto calorico non rende però il frutto adatto a chi soffre di iperglicemia, diabete o deve comunque controllare costantemente gli zuccheri nel sangue.
Nonostante il dato importante sulle calorie, consumare moderatamente i cachi permette di ricaricare l’organismo con degli elementi decisamente indispensabili al benessere. La sua composizione nutrizionale per 100 grammi infatti prevede:
Sul fronte dei sali minerali, il frutto è ricco di potassio, magnesio, calcio, selenio e manganese. Fondamentale per i primi malanni dell’autunno è invece il contenuto in vitamine: la più abbondante è la vitamina C, vero e proprio toccasana per rinforzare il sistema immunitario e combattere i radicali liberi responsabili dell’invecchiamento cellulare. Seguono quindi diverse vitamine del gruppo B, utili per muscoli e cervello, così come la A: quest’ultima è amica della vista, dei capelli e della pelle.
Dato il loro singolare profilo nutrizionale, i cachi sono in grado di garantire molteplici benefici per la salute. Per questo, nonostante l’elevato contenuto in calorie, non bisognerebbe mai rinunciarvi durante l’autunno.
La domanda potrebbe apparire banale: come si mangiano i cachi? Eppure, non si tratta di una questione scontata, poiché il modo con cui questi frutti vengono consumati ha un impatto importante sull’assorbimento dei suoi principi nutritivi.
I cachi andrebbero infatti consumati freschi, affinché vitamine e sali minerali rimangano intatti. Non a caso, la vitamina C – la più abbondante nel frutto – è termolabile e quindi si degrada se esposta a temperature troppo elevate. Per consumare il caco fresco è sufficiente aiutarsi con un cucchiaio o, ancora, assaporarlo in frullati, gelatine o macedonia.
Il frutto può essere naturalmente anche cotto, perdendo però alcune delle sue proprietà più importanti. Su questo fronte, la modalità più diffusa è quella della marmellata di cachi.
Sono moltissime le idee di ricette che possono essere realizzate in cucina con l’aiuto dei cachi, una pietanza che si rivela molto versatile. Naturalmente, vi sarà una predominanza di preparazioni dolci, proprio per l’alto contenuto di zuccheri del frutto.
Un classico piatto caldo a base di cachi è il risotto: questo frutto si abbina infatti perfettamente alla consistenza del cereale e, con le sue note dolci, ne esalta il sapore.
La preparazione è molto semplice: si realizza un classico risotto bianco, circa 150 grammi per 4 persone, e giunta l’ebollizione si aggiunge il frutto in polpa e si procede con la normale cottura.
Per arricchire maggiormente la ricetta, è possibile aggiungere una spolverata di peperoncino o, per rendere il riso più compatto, si può far mantecare con circa 100 grammi di formaggio morbido oppure del mascarpone.
La marmellata di cachi fatta in casa è una delle più semplici da preparare, data la morbidezza e la consistenza gelatinosa del frutto. Si presta per essere usata così, spalmata sul pane tostato, o anche per farcire dolci, come la tradizionale torta di cachi, per cui possiamo usare la polpa del frutto cruda o la confettura.
Per fare una gustosa marmellata casalinga, serve procurarsi:
Si procede lavando i cachi, eliminando la loro buccia e togliendo il picciolo. Ridotta la polpa in poltiglia, la si versa in una pentola dai bordi alti con una spruzzata di scaglie di scorza di limone. Si accende il fornello a fuoco alto e, raggiunta l’ebollizione, si versa lentamente lo zucchero mescolando a fondo per evitare gruppi. Dopo circa 30 minuti di cottura, la confettura sarà pronta: il tempo può variare a seconda della consistenza desiderata.
Prima di versare nei vasetti, si consiglia di procedere con la sterilizzazione degli stessi, dopodiché capovolgerli una volta posizionato il tappo, verificando l’assenza di bolle d’aria.
Ma quali altre idee si possono realizzare in cucina con questo frutto?